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“Tensioni” nella tecnostruttura comunale: Salvemini via dall'Anagrafe, spostata alla Cultura

Rimodulati gli incarichi della dirigente. Alcune sue funzioni sono state affidate a Dicesare, compresa la materia elettorale

“Recentemente si sono registrati in alcuni comparti dell’apparato amministrativo tensioni, incomprensioni e contrapposizioni, nonché una crescente, esacerbata esasperazione che hanno travalicato la normale dialettica ed incrinato i necessari, sereni rapporti lavorativi ed interpersonali”.

A leggere le premesse dell’ultimo decreto della commissione straordinaria che gestisce il Comune di Foggia, le ostilità rischiano di dilaniare la tecnostruttura. Il provvedimento, quantomeno singolare nelle motivazioni, rappresenta evidentemente un tentativo di ristabilire un benessere organizzativo che, a questo punto, manca in alcuni settori.

“La conflittuale permanenza di tali tensioni negli stessi contesti lavorativi – si legge - ha già determinato formali reazioni sindacali, riverberi esterni e persino ripetuti riferimenti non positivi nei diversi mass-media locali”.

Si anniderebbe addirittura lo spettro del mobbing in quelle tensioni. “Situazioni così pregiudizievoli per il sereno ambiente lavorativo, ove si andassero ad acuire ed espandere ulteriormente, non potrebbero che far temere, per il prosieguo, la possibile grave compromissione dell’andamento ordinato degli uffici”, è lo scenario prospettato dai commissari che corrono ai ripari.

La situazione sembra diventata ormai esplosiva. “Sta determinando un oggettivo ulteriore appannamento dell’immagine dell’ente – scrivono nel dispositivo Vincenzo Cardellicchio, Rachele Grandolfo e Sebastiano Giangrande -  che già è stato fortemente coinvolto in vicende che lo hanno visto protagonista mortificato e che lo vedono impegnato in una importante azione di crescita, rilancio e ripristino della credibilità pubblica”. Quest’altra non ci voleva.

Al di là del tenore del provvedimento, che potrebbe consegnare agli inconsapevoli cittadini l’immagine di una macchina amministrativa ad alto tasso di litigiosità e l’affresco di una sottospecie di girone dantesco, il fenomeno sarebbe abbastanza circoscritto. I dirigenti non si accapigliano e Palazzo di Città pare non sia un ambiente di lavoro ‘tossico’.

Le cronache riconducono ai nodi venuti al pettine e i movimenti sanciti dal decreto che modifica parzialmente l’attribuzione degli incarichi dirigenziali non lasciano adito a dubbi.

Orbene, i commissari hanno deciso di intervenire nella macrostruttura, rimaneggiata solo un anno fa, sempre dai funzionari dello Stato che oggi come allora hanno scelto di gestire ‘alla pari’ il Comune, per quanto un componente fosse diverso, il più alto in grado, in quel momento Marilisa Magno.

La nuova organizzazione è già in corso di esame ma, nelle more della sua definizione, la commissione straordinaria ha ritenuto opportuno disporre “una diversa e temporanea distribuzione degli incarichi dirigenziali, a tutela della garanzia del benessere professionale e lavorativo di tutti”. Auspica che il provvedimento sia foriero di una rinnovata serenità e armonia nella gestione dei servizi assegnati, per tutto il personale, comprese le figure dirigenziali.  

Prima di operare, ha convocato il sindacati territoriali e il vertice della Direl per condividere in un incontro velocissimo il provvedimento che, in questi casi, è materia di informativa.

I commissari non usano l’accetta. La soluzione individuata, momentaneamente, “in via prudenziale”, per provare a rasserenare gli animi, in buona sostanza, consiste nella rimodulazione degli incarichi conferiti alla dirigente Silvana Salvemini. Non si occuperà più di Servizi Demografici, Anagrafe, Statistica e Censimento, Stato Civile, Elettorale e Leva. Le materie sono state trasferite ad interim al dirigente dell’area Finanziaria Carlo Dicesare, e i commissari hanno preferito che fosse lui anche ad occuparsi delle elezioni.

L’Area Amministrativa si svuota rispetto a come era stata concepita e restano in capo alla dirigente Archivio e Protocollo, Messi notificatori, Urp e le spinose Politiche Abitative. Ma sempre a lei è stata affidata ad interim la direzione dei Servizi Cultura e Promozione Turistica e Territoriale, da poco in mano al collega Giuseppe Marchitelli. Si tratta di un settore altrettanto delicato se gli si conferisce un valore nell’ottica del riscatto di una città commissariata per infiltrazioni mafiose, e dunque se la cultura fosse intesa – come pareva lasciassero intendere anche alcune recenti dichiarazioni del commissario Cardellicchio – come un presupposto per la rinascita di Foggia. A spiegare l’attribuzione di altri incarichi, nell’atto, è il principio della equivalenza delle nuove mansioni rispetto a quelle di assunzione.

Da lunedì, quando entra in vigore il provvedimento, si cambia. Ma in un punto si dispone che tocca al funzionario titolare dell’incarico di Elevata Qualificazione assolvere ai compiti connessi all’incarico su tutte le materie - Cultura, ex Turismo e Sport -, affidando al segretario generale la definizione degli aspetti giuridico-amministrativi che ne discendono, anche perché successivi provvedimenti disporranno una ricollocazione del personale amministrativo non dirigenziale degli uffici interessati.  

È chiaro l’intento di arginare situazioni che potrebbero degenerare. Silvana Salvemini, assunta a tempo determinato ex articolo 110 del Tuel, è la dirigente finita nell’occhio del ciclone per la chiusura delle scuole comunali dell’infanzia operata anche sulla base di sue valutazioni, poi parzialmente riconsiderata. La valutazione giudicata erronea le era costato uno zero nella relazione della performance 2021.

Il decreto ha fatto il giro delle chat dopo la pubblicazione. È arrivato anche agli operatori della filiera culturale, che stanno lavorando al censimento, inserito nel Documento unico di programmazione, e dopo la sudata conquista qualcuno si augura che non ci siano ripercussioni. E confida nel commissario straordinario Vincenzo Cardellicchio, che pare intenzionato a supervisionare la materia.

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