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Quando piovono interdittive ma la politica si addormenta: rimandata la riflessione sulla mafia che avviluppa Foggia

Così la politica foggiana, nel corso del Consiglio comunale di giovedì scorso,ha risposto a ben due interdittive antimafia

Non una riflessione che fosse una sulle ragioni del consiglio comunale di giovedì scorso. Non una discussione sul perché si stesse lì a discutere di un nuovo affidamento del servizio tributi ad altra impresa. Ci si è concentrati sugli effetti, nulla che riguardasse le cause.

Così la politica foggiana ha risposto a ben due interdittive antimafia spiccate dalla Prefettura di Foggia negli ultimi mesi. Lenta, indolente, apatica. Rassegnata o omertosa? Un timido tentativo lo ha fatto il consigliere Bruno Longo, laddove ha provato ad esprimere qualche perplessità sullo strumento che la legge ha introdotto per prevenire soggiacenze ed infiltrazioni mafiose nelle aziende che lavorano con la pubblica amministrazione, chiedendo di allargare la discussione, ma concretamente, alla mafia che avviluppa la città e il tessuto economico. 

Ma quello che poteva costituire un input a discutere di mafia in una città assediata dalla Società foggiana, è miseramente caduto nel vuoto. Non raccolto. Tanto tra i banchi della maggioranza quanto tra quelli dell’opposizione. Eppure risuonano ancora potenti, nelle orecchie, gli appelli alla legalità, alla denuncia e alla riflessione delle recente campagna elettorale. Sulle mafie che soffocano l’economia del territorio, facendo “saltare” le imprese anche solo indirettamente, partiti e singoli hanno riempito e infarcito slogan, programmi, dibattiti televisivi, incontri con gli elettori e la comunità foggiana più in generale.

Il consiglio comunale ha trattato un unico accapo: la deliberazione della nuova gestione, appunto, dei tributi comunali a seguito di rescissione del contratto con ‘Adriatica Servizi’ degli imprenditori Marco Insalata e Giovanni Trisciuoglio, colpita, appunto, nelle scorse settimane da interdittiva antimafia. Stessa sorte accaduta più di recente a “Progetto finanza”, la società mista che si occupa dei servizi cimiteriali. 

Due servizi “saltati” nel giro di brevissimo tempo. Una riflessione politica e da amministratori ci stava tutta. Eppure chi ha partecipato a quei lavori (il video è sul sito del Comune di Foggia) non ha potuto che constatare come l’atteggiamento del personale politico-amministrativo, su questo fronte, il più importante, sia stato apatico e deludente. Un passaggio – neanche tanto decisivo- sulla sorte della trentina di lavoratori che sono andati a casa, una generica dichiarazione d’intenti alla loro salvaguardia. Null’altro. “Se non c’eravamo noi, il consiglio si sarebbe chiuso dopo dieci minuti” sbotta un ex dipendente di Adriatica Servizi. E’ stata la loro presenza ad allungare i tempi (della propaganda).

Per il resto il nulla. Perché e come si fosse arrivati lì, in quell’aula ieri è tema che non interessa a nessuno, evidentemente. Né al centrodestra, né al centrosinistra, né ai cinquestelle. Fatto salvo quando, poi, si finisce sulla rai nazionale per atteggiamenti di connivenza e di plauso alla devianza. Fare una riflessione, provare a leggere gli ultimi eventi che hanno duramente percosso non solo Foggia ma anche grandi centri della Capitanata, da Manfredonia a Cerignola, ‘infettando’ anche le giovani generazioni, ma anche sugli stessi strumenti che la legge ha introdotto per salvaguardare le comunità, sulla loro efficienza ed efficacia rispetto alla generazione di anticorpi possibili, alzare la voce, dare l’esempio, spronare al miglioramento, alla città capoluogo no: tutto questo non riguarda. 

Magari tra cinque anni, quando si tornerà in campagna elettorale. Ma anche prima, alla prossima bomba.

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