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L'arrivederci di Franco Metta a Cerignola, il sindaco sfida i suoi 'nemici': "Non siamo mafiosi e lo dimostrerò"

Il comizio dell'ormai ex sindaco dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale per mafia | DIRETTA FACEBOOK 

“Ci sarà un giudice a Roma che vorrà dare ragione a questo sindaco, a uno che ha passato tutti i giorni almeno 12 ore al giorno al Comune. Se troverò un giudice a Roma, questo tunnel durerà poco e la giustizia sarà ristabilita. Se non troverò quello che distingue il buon diritto dalla persecuzione politica, allora ci rivedremo alle elezioni. Contro di me si sono mossi tutti. Sono andate due volte in Procura, nessuno mi guarda negli occhi perché sanno cosa hanno fatto a me, alla mia famiglia, ai miei affetti”. Franco Metta è un fiume in piena e alza il tiro contro magistratura e politica, scandendo su un palco la persecuzione, giudiziaria e politica, di cui sarebbe stato vittima, culminata con lo scioglimento del consiglio comunale del Comune da lui guidato con il peggiore dei marchi: infiltrazioni mafiose.

Sul palco allestito di fronte al Comune e sotto lo sguardo di circa quattrocento persone, il sindaco ormai in uscita si toglie la fascia tricolore: “Questa me l’avete data voi e io me la tolgo solo davanti a voi e davanti a nessun altro. Perché la fascia me l’ha data il popolo di Cerignola”. Quindi la promessa: “Me la porto e gliela do al mio primo nipote, e facciamo così: se io trovo un giudice che mi dà ragione, bene, oppure prima o poi ci devono far votare e quando ci faranno votare vediamo se c’è qualcuno che prende più voti di me. Quando sarà, che sia un giudice o miei concittadini, allora Andrea deve venire qua e faremo il contrario di quello che abbiamo fatto oggi: quel giorno salirò senza fascia tricolore e me la faccio portare da mio nipote. Perché io voglio fare ancora il sindaco di Cerignola e sfido i miei nemici a prendere un voto più di me. Finitela con questi sistemi! Venite a misurarvi.! Vi batto!” tuona Metta.

Sono queste le fasi più salienti e commosse del comizio di congedo del primo cittadino. Nel mentre, l’elencazione di quanto fatto per Cerignola(100 milioni di finanziamenti in 4 anni per opere pubbliche), con 80 gara appaltate, 10 ricorsi al Tar e zero notizie di reato, dice. “La Madonna che stamattina ho accompagnato mi deve fulminare se ho fatto qualcosa di illegale, scorretta, illegittima, a vantaggio mio e non della comunità. Vi giuro sulla testa dei miei nipoti, che possono stare sereni”. E quindi via con tutti gli elementi che, a detto del primo cittadino, darebbero la misura delle persecuzione subita sin dall’insediamento.

Con accuse anche pesanti, a partire da quelle che lancia all’indirizzo del comandante della locale stazione dei Carabinieri: “Ho dato fastidio a troppe persone abituate a considerare Cerignola il salotto di casa loro. Quell’uomo in divisa della Caserma disse a me quale dirigente dovevo nominare, io questi compromessi non li ho mai accettati e mi sono fatto nemici, ma con molto orgoglio: più nemici mi facevo più sapevo di essere amico della città di Cerignola. Dopo 15 giorni mi arriva una lettera: mi fornisca immediatamente la copia di questo di quello e di quell’altro, ero sindaco da un quarto d’ora! Da quel giorno ogni atto della mia amministrazione, tutti, dal primo all’ultimo, sono stati acquisiti almeno due volte, qualcuno quattro volte. Perché dovevano arrestare il sindaco, testualmente in una sede istituzionale, davanti a tante persone, si disse “dobbiamo incastrare il sindaco”. “Alla Procura di Foggia hanno fatto una stanza a parte per le carte nostre, ma ce n’è un’altra dove le archiviano. L’unica cosa che mi hanno potuto contestare è stata quella di aver, allo scopo di favorire la mia squadra di basket, concusso soldi agli imprenditori. Ne hanno chiamati 15. Sapete la risposta: “Mai il sindaco ci ha chiesto niente, e qualcuno ha aggiunto: voi non avete capito niente, quello è il sindaco più corretto e più onesto che abbiamo mai conosciuto. Ho letto i verbali”.

“Ma io sono mafioso. E come fanno spesso i mafiosi, quando sono venuti con un pacco di biscotti, i mafiosi che fanno? Chiamano Carabinieri, Polizia e Finanza. Uno ha confessato, l’altro è andato in galera. L’ho fatto arrestare, come fanno tutti i mafiosi” sferza Metta, riferendosi alla famigerata vicenda della tangente inviatagli in un pacco natalizio di biscotti.  

Quindi evidenzia la sua solitudine di sindaco anche nei momenti peggiori. Ebbe minacce, racconta. Le forze dell’ordine liquidarono come “forma di protesta”. “Dovetti chiamare Delvino (comandante della Polizia Municipale, ndr) che lo arrestò, patteggiando dieci mesi di carcere”. E ancora: “Mi hanno minacciato in mezzo alla strada tre mesi fa, ho chiamato il capomafia ovvero sono andato nel commissariato a denunciare. Avessi avuto una telefonata il giorno dopo. Sindaco, vuoi essere scortato, aiutato, sostenuto? Mi sono arrangiato da solo. Ma non mi sono mai fermato”.

Quindi l’affondo: “Non sono riusciti ad arrestarmi perché ci vogliono le prove sennò succede come ad Apricena: arrestano il sindaco il sabato e il lunedì lo hanno scarcerato. E quindi si son detti: ci dobbiamo inventare un procedimento col quale si possa bloccare quest’uomo senza che possa difendersi. E’ capitato che il Cdm si dovesse riunire e la mattina a mezzogiorno alcuni, soliti, avessero già la relazione in mano. Che io non conosco e che avevano avuto in anticipo!”.

Perché mi devono bloccare? Perché altrimenti il 2020 Cerignola avrebbe rivotato per altri 5 anni il sindaco Metta. Mi dovevano bloccare. L’indagine prefettizia è contro di me, contro la persona, nata su sollecitazione di quelli che per tre anni avevano tentato di arrestarmi e non c’erano riusciti. Il sindaco teneva telefono sotto controllo, microspia nella stanza, pedinato ogni giorno”.

Metta poi entra nel merito delle contestazioni che emergono dalla sintesi della relazione: “Possono scrivere che io sono mafioso perché ho sposato civilmente una persona con precedenti penali. Quelli coi precedenti che si devono sposare dove devono andare? Ma tu sei andato al locale a sposarli, certo. E dopo hanno aperto una bottiglia di spumante e ho brindato con i due sposi. Quella persona io la difendo da 40 anni. Alla commissione nessuno ha spiegato che ho fatto l’avvocato penalista per 47 anni, mai nessuno ha potuto dire “facendo il tuo lavoro, hai superato il tuo limite”. Mi hanno dato un anno di carcere perché io ad un giudice ho detto “io da lei non prendo lezioni”. E questo è il pregiudicato Metta. Fecero il blitz contro i venditori ambulanti: aerei, elicotteri, blindati, polizia in quantitè che non abbiamo mai visto quando l’abbiamo chiesta contro le rapine. Spuntarono da tutte le parti perché dovevano sequestrare bancarelle abusive e io dissi che avevano fatto il blitz delle cime di rape”. E ancora: “Per la villa comunale ci hanno sequestrato gli atti cinque volte per archiviare cinque volte”. Le case popolari. “E’ scritto che io non mi faccio pagare per soggezione ai criminali i fitti alle case comunali. Signori, sono 40 anni che non pagano i fitti. Da chi mi devo far pagare, da chi non ha reddito, non lavora, non mette il piatto a tavola, devo andare a pignorare che cosa?

“Io voglio sapere perché una relazione segreta era nota a tutti! E poi uno lo abbiamo sciolto subito per le cime di rape, quello di Manfredonia i Ministri hanno detto che devono approfondire, il presidente del consiglio che è socio della famiglia Romito, devono approfondire.

“Vi faccio una promessa: leggeremo insieme, io e quelli che si vogliono collegare, la relazione rigo per rigo. Mi devono cecare un occhio se salterò un rigo. Vi prometto che ogni giorno la leggeremo insieme e io darò a voi le spiegazioni che nessuno mi ha chiesto”.

“Adesso succede? Che quelle persone che hanno mandato centinaia di lettere anonime, adesso si lamentano: arriverà periodo buio! No: sarà il blocco della città. Mi dispiace. Il blocco totale”.

“Sono triste, arrabbiato, umiliato, sono tre giorni che piango. Però ho imparato che anche nelle cose peggiori si deve trovare il lavoro positivo ed io l’ho trovato perché non  pensavo fossero così tanti quelli che mi vogliono bene. Ci rivediamo qua, con la faccia tricolore. Fino all’ultima goccia di sangue. Fino a quando il Padre Eterno mi darà l’energia di farlo”.

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