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Aipa, Longo mette i puntini sulle “i”: nel mirino del consigliere la sinistra e Di Cesare

Bruno Longo ricorda la procedura che portò all'affidamento del servizio di riscossione tributi all'Aipa e il ruolo del dirigente Di Cesare. Non risparmia frecciatine agli onorevoli Mongiello e Di Gioia

Sul caso Aipa Bruno Longo prende carta e penna e mette in chiaro le cose: ad affidare il servizio di riscossione tributi ad Aipa è stata la precedente amministrazione “in dispregio all’art. 42 del Tuel”, mentre ’allora presidente della commissione di gara era il dott. Di Cesare “che oggi contesta quel capitolato d’oneri , quel contratto e quell’offerta economica che furono invece alla base dell’aggiudicazione dell’appalto”.

Il consigliere comunale di maggioranza de ‘La Destra’ mette i puntini sulle “i” paragonando la vicenda ad ‘Arcipelago Gulag’ del premio Nobel Solzenicyn, dove Aleksandr Isaevic Solzenicyn “descrive il terrificante utilizzo dei metodi di persuasione perversa utilizzata dal sistema carcerario della dittatura comunista  sovietica nei confronti dei dissidenti politici. In  uno degli episodi raccontati vi era quello della “reificazione del nulla”, dove i malcapitati internati dovevano per forza confessare di vedere cose e persone su di un muro bianco”. Per questo, prosegue, “la questione dell’Aipa ,in città, sta assumendo la stessa connotazione neuro-politica descritta nell’imponente opera del premio Nobel Solzenicyn, dove le illegittimità e le anomalie eventualmente commesse da una amministrazione e da una burocrazia, vengono fatte scientificamente  ricadere su di una amministrazione diversa ed estranea a decisioni prese in precedenza”.

L’AFFIDAMENTO AD AIPA. “I soloni della legalità di oggi dimenticano, ad esempio, ed è strano, che l’amministrazione precedente di sinistra, in dispregio all’art. 42 del Tuel, non ritenne di sottoporre all’attenzione del Consiglio comunale l’affidamento  dei servizi di riscossione dei tributi locali all’Aipa: affidamento che irritualmente avvenne con semplice delibera di giunta, evidentemente per norma incompetente ad autorizzare esternalizzazioni di servizi comunali. Alla stregua, vi è il comportamento contraddittorio ed omissivo di una burocrazia comunale, che, nel corso della relativa gara svoltasi nel 2011, prima ritengono convenienti le condizioni contrattuali e finanziarie dell’Aipa con un aggio che supera il 7% del riscosso, a danno di altre ditte che offrono circa la metà, e poi invertono la rotta (ed anche questo è strano), contestando tutto ciò che fu debitamente trasferito nei contratti e nei capitolati, creando di fatto contenziosi, ma senza avere la prontezza, a tutela dell’Ente, di rescindere il contratto, pur avendone la podestà legislativa”.

IL CONTENZIOSO. “Esattamente un anno fa quando legittimamente il responsabile dei servizi tributari, dr Di Cesare, motu proprio, decise di aprire un contenzioso con l’Aipa, sindaco, giunta e maggioranza, adeguandosi alle indicazioni del dirigente, con separati atti giuntali e consiliari, ridussero drasticamente post-contratto l’oggetto dell’affidamento alla società di riscossione, nel pieno rispetto delle convinzioni della burocrazia. Viepiù, che sindaco, giunta e maggioranza consiliare, in coerenza con la norma che destina alla competenza del dirigente responsabile del servizio gli atti di gestione, demandarono de plano al dr Di Cesare, laddove vi fossero le motivazioni, la relativa rescissione contrattuale”

DI CESARE, IL RUOLO. “In verità, nelle more di un contenzioso che qualora dovesse vedere il comune soccombente - esporrebbe, per responsabilità ed omissioni altrui, sindaco, giunta e consiglieri comunali di maggioranza attuali ad un probabile risarcimento di danni per le decisioni assunte - il dr Di Cesare, nonostante i reiterati pareri a lui sfavorevoli di segretario generale, dirigente appalti e contratti, Avvocatura, Ministero e consulente esterno ben pagato, ha continuato a non decidere, anche in presenza di un ulteriore parere ministeriale che parrebbe dargli ragione.

Dopo più di un anno stiamo ancora aspettando le decisioni di un dirigente, che paradossalmente nelle vesti di presidente della commissione di gara, ritenne, nel 2011, l’offerta dell’Aipa la migliore in assoluto e che oggi invece, per ragioni sconosciute o non opportunamente chiarite, contesta quel capitolato d’oneri, quel contratto e quell’offerta economica che furono invece alla base dell’aggiudicazione dell’appalto.

La telenovelas speriamo finisca con l’arrivo del terzo parere risolutore del confuso Ministero dell’Economia e delle Finanze, che se sarà favorevole al Di Cesare, quest’ultimo non potrà fare altro che raccogliere il coraggio e prendersi la responsabilità anche risarcitorie di rescindere il contratto, ma che se sarà a lui sfavorevole, alla stregua, non potrà fare altro che adeguarsi e rimuovere ostacoli e rallentamenti da lui stesso frapposti nell’interesse nell’Ente e della normale ripresa degli introiti provenienti dai tributi locali. Diversamente qualche riflessione sugli incarichi dirigenziali si dovrà pur fare.

IL PARERE DEL MEF. Poi, sul misterioso e fantasioso, parere del Mef, che addirittura autorizzava il Comune alla rescissione del contratto con Aipa e che il dirigente comunale avrebbe quindi  tenuto nascosto, vi è ragione di credere che gli onorevoli parlamentari Di Gioia e Mongiello si siano distratti o abbiano ricevuto una falsa notizia, poiché è proprio nel parere, inviato al Di Cesare il 18 settembre 2015 dal Ministero, che quest’ultimo ammette la sua incompetenza a risolvere contratti di natura pattizia. Difatti, a pagina 2 del succitato parere, prot. N. 42469/18.09.2015, al primo capoverso si legge testualmente: “Al riguardo va ribadito quanto affermato da questa direzione nella nota n. 38559 del 10 settembre 2015 e precisamente che l’interpretazione delle clausole contrattuali regolanti il rapporto tra codesto comune e il soggetto affidatario del servizio di accertamento e riscossione dei tributi non rientra tra le competenze della Scrivente essendo materia di natura pattizia relativamente alla quale eventuali conflitti possono essere risolti con gli ordinari rimedi offerti dall’ordinamento giuridico”.

LE CONCLUSIONI. Tutto questo chiarito - nel ricordare anche agli onorevoli Di Gioia e Mongiello, dal sottoscritto stimati ed apprezzati, che l’affidamento ad Aipa, avvenne, nelle forme descritte, ad opera di un amministrazione diversa da quella attuale e dove invece i loro rispettivi partiti erano ampiamente rappresentati e dotati di determinanti poteri decisionali - si spera, che anche autorevoli commentatori diano alla vicenda la sua giusta dimensione spazio-temporale, giuridica e amministrativa e che si evitino deformazioni sulle eventuali responsabilità, con insinuazioni, dubbi e maldicenze elevate a notizia, e che invece, per la falsità dei contenuti, appaiono al limite della calunnia e della diffamazione.

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