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Il Ddl Zan si ferma in Senato: stop tra le polemiche. Rabbia Furore: "Giornata buia". Casanova: "Ciaone". Bordo: "Vergogna"

Le reazioni in provincia di Foggia di Massimo Casanova, Mario Furore, Michele Bordo e Rosa Menga

Il Ddl Zan si ferma al Senato. Applausi da una parte, proteste dall'altra all'annuncio della presidente Elisabetta Casellati.

“L'esultanza da stadio dei senatori della destra, dopo il voto che ha affossato il Ddl Zana è indecente. Questa è la destra italiana: retrograda, illiberale e contro i diritti. Vergogna!”. Così l’on. Michele Bordo del Partito Democratico commenta l’approvazione del Senato della cosiddetta ‘tagliola’ proposta da Fratelli d’Italia e Lega di non esaminare articolo per articolo il Ddl Zan, il disegno di legge contro le discriminazioni e le violenze legate all'omotransfobia, bloccando di fatto il testo.

Su Facebook l’europarlamentare salviniano di Lesina, Massimo Casanova, ha rispolverato un ‘Ciaone, ironizzando sul “capolavoro della solita sinistra arrogante”. Il braccio destro di Matteo Salvini al Sud ha aggiunto: "Ora ripartiamo dalla proposte della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione”

Chi non l’ha presa affatto bene è l’europarlamentare di Foggia del Movimento 5 Stelle, Mario Furore: “Quella di oggi è una giornata buia per l’Italia e per l’intera Europa che crede nei valori dell’uguaglianza e del rispetto delle minoranze. Con il voto favorevole alla tagliola sul ddl Zan, presentata da Lega e Fratelli d’Italia al Senato, vince la deriva polacca, quella che nega i diritti dei cittadini, che mortifica le diversità e che si spinge fino a dichiarare interi territori liberi dagli omosessuali. Grazie alla complicità di Forza Italia e di Italia Viva, alleata in Europa per caso con i liberali e in Italia invece sempre più vicina alla peggiore ultradestra, l’Italia perde una occasione per approvare una legge moderna e che contrasta odio e discriminazioni. Ma non finisce qui, il futuro non si può fermare”

Per l’on. Rosa Menga “è un’altra occasione persa per l’Italia per mettersi al passo coi tempi e con la società civile che fortunatamente è più evoluta dei suoi rappresentanti. In Senato grazie al voto segreto si fa lo sgambetto ad un impianto di legge che seppur migliorabile rappresentava un punto di svolta importante”.

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