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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Tribunali soppressi, De Leonardis: “Consiglio regionale riprende battaglia di giustizia”

I consigli regionali intendono riproporre alla Corte Costituzionale tre quesiti referendari: “Il Governo Renzi si mostri meno rigido”

“Oggi prima la VII Commissione Affari Istituzionali che ho l’onore di presiedere, poi il Consiglio regionale , hanno offerto un significativo e prezioso contributo per la difesa dei tribunali ritenuti ‘minori’ solo nella considerazione di tecnici lontani dai territori e dalla loro legittima voglia di giustizia e di presidi concreti in difesa della legalità. Territori che avevamo il dovere e la necessità di difendere, anche dopo la bocciatura del referendum abrogativo proposto da nove Consigli regionali per cancellare le norme che tagliano e accorpano gran parte delle sedi di giustizia distaccate in provincia, in omaggio a una spending review soltanto presunta”.

Giannicola De Leonardis, consigliere regionale del Nuovo Centrodestra, commenta con soddisfazione l’adesione del Consiglio regionale della Puglia all’iniziativa avviata con ostinazione e convinzione da altri Consigli che, capeggiati dall’Abruzzo, intendono riproporre nuovamente alla Corte Costituzionale tre quesiti referendari, “per impedire il deragliamento della giustizia nella nostra regione, dato il numero di comuni interessati, e nella provincia di Foggia, dove la soppressione del tribunale di Lucera e delle sedi distaccate sul Gargano avrebbe un effetto disastroso per i cittadini e le comunità interessate, aumenterebbe considerevolmente distanze, costi e disagi e rappresenterebbero un regalo alle criminalità - organizzate o meno - radicate sul territorio, senza nemmeno produrre alcun risparmio reale, dati i costi di nuove strutture da reperire nel capoluogo dauno” sottolinea.

“L’auspicio è che il Governo Renzi si mostri meno rigido su questo fronte rispetto ai due governi precedenti, e che dopo la forte valenza - anche simbolica - dell’iniziativa odierna provveda a una nuova, attenta analisi dei costi e benefici prodotti da una riforma che in realtà equivale a una controriforma che riproietterebbe il Paese nel passato, e ingolferebbe gravemente la macchina giudiziaria, bisognosa di ben altri interventi”.

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