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L’Ataf come il Foggia: “Servono uomini come Stroppa e Colucci per salvare l’azienda”

Tra poche ore scade l’avviso per la conciliazione prevista dall’accordo aziendale. Ma la restituzione dei 600mila euro è in forte dubbio. L'appello al sindaco della Fast

Chi pagherà le indennità ai dipendenti dell'Ataf? Il dubbio sorge spontaneo visto che il 28 aprile, ovvero tra poche ore, scade l'avviso per la conciliazione prevista dall'accordo aziendale per il rinnovo del trattamento normativo ed economico, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali lo scorso 1 aprile. L’accordo prevede, tra le altre cose, la restituzione delle indennità per 600 mila euro, decurtate dagli stipendi tra giugno e dicembre del 2016 e, che a fornire le risorse all'Ataf sia il Comune di Foggia.

“Temiamo che l'Ataf non sarà in grado di rispettare gli accordi” dice il segretario provinciale di Fast Mobilità Confsal, Domenico Santodirocco “Alla luce della relazione e dei nuovi rilievi della Corte dei Conti, il disavanzo da riequilibrare sarebbe addirittura raddoppiato, dunque, sarà pressochè impossibile per il Comune versare risorse finanziarie ad Ataf e, per l'azienda a sua volta, tenere fede all'accordo e alla conciliazione che i dipendenti si accingono a sottoscrivere”.

Secondo la Fast Mobilità Confsal l'accordo sottoscritto in sede di conciliazione sindacale mette al riparo la società da ogni tipo di impugnazione da parte dei lavoratori che, invece, saranno gli unici a pagare, vittime di un accordo in cui a brillare è l'assenza di una vera e attenta azione sindacale. “La data dell'accordo (1 aprile) - dice ancora Santodirocco - avrebbe dovuto far presagire la possibile ed amara beffa. Come è possibile sottoscrivere un accordo di tale portata senza un Piano industriale? A chi giova?”.

Il sindacato punta il dito contro la gestione dell'azienda ben lontana dal risanamento del bilancio, e un deficit destinato a crescere dopo la perdita del finanziamento della Regione, conseguenza del calo del numero di chilometri previsti dal contratto di servizio. Il continuo ricorso all'esternalizzazione, la carenza di pezzi di ricambio, il mancato efficientamento degli autobus sono alla base dei continui disservizi che generano altre perdite. “Come si può pensare di risanare il bilancio se l'azienda non sa quanto incassa con il servizio parcheggi? Più volte abbiamo chiesto l'attivazione del telecontrollo sui parchimetri – dice Santodirocco – ma i vertici dell'azienda non recepiscono”.

La Fast pensa alla possibilità di applicare il modello di accordo per la bigliettazione unica fatta con FerGargano a Trenitalia ed estendere il servizio a tutti i pendolari e viaggiatori che attraversano la stazione ferroviaria di Foggia. “Significherebbe meno traffico per la città e più incassi per Ataf, anche se ad oggi sottolinea il segretario di Fast Mobilità – l'azienda non ha mai richiesto i dati relativi al numero di biglietti unici rilasciati da FerGargano per una verifica incrociata. Quel che quotidianamente registriamo è una lunga serie di problemi e disservizi.

E' mai possibile privare, quotidianamente, una parte importante della città, il Cep, del collegamento con il Policlinico Riuniti? Meno corse uguale meno soldi. E, a nulla è valsa la richiesta di aumentare il servizio di controllo a bordo dei bus”. La Fast, che già nei mesi scorsi aveva fornito una serie di proposte utili ad avviare un percorso di risanamento e buona gestione, ritiene indispenabile ed urgente intervenire con azioni mirate e, ormai più che mai, una nuova governace, con un presidente ed un direttore generale/manager in grado di riorganizzare l'intera struttura e programmare il servizio di trasporto pubblico.

“Tocca al sindaco Landella intervenire – conclude Santodirocco - è sua la responsabilità. Da parte del sindaco ci aspettiamo lo stesso impegno e la stessa passione profusa nel Foggia. Oggi la nostra amata squadra è in serie B grazie a uomini come Stroppa e Colucci. All'Ataf servono due uomini della loro stessa tempra. Magari, chissà, riusciremo come Firenze a portare la squadra in serie A e, come Firenze a tirare fuori dalle secche anche l'azienda di trasporto pubblico locale”.

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