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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Aveva ragione Moffa, dalla denuncia di Mainiero smascherati gli assenteisti: “Tecnostruttura sapeva”

L'ex assessore Moffa aveva segnalato la situazione d'anarchia, Mainiero inviato una denuncia il 15 gennaio 2015. Due giorni fa lo scandalo assenteismo che ha portato agli arresti di Stanchi e dei dipendenti comunali

“Tutto quello che potevamo fare politicamente lo abbiamo fatto. Le nostre segnalazioni non sono state né ascoltate né verificate e non ci è rimasta altra possibilità se non quella di rivolgerci alle forze dell’ordine”. A bocce ferme, due giorni dopo lo ‘scandalo assenteismo’ che ha travolto la sede di via Sant’Alfonso De Liguori del Comune di Foggia, Giuseppe Mainiero tira fuori le carte e illustra l’iter che ha portato il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale a presentare la denuncia che, il 15 gennaio dello scorso anno, ha dato avvio alle indagini.

LE SEGNALAZIONI DI MOFFA. “E’ impossibile che la Tecnostruttura non sapesse. Le carte dicono il contrario”, dimostra Mainiero presentando le copie di tre segnalazioni inviate tramite posta certificata dall’allora assessore Jenny Moffa e inviate, in base alle competenze specifiche, all’attenzione del sindaco Franco Landella, dello stesso dirigente Antonio Stanchi e del segretario generale Maurizio Guadagno. A circa una settimana dal suo insediamento, infatti, Moffa aveva denunciato, con una Pec del 22 luglio 2014, una situazione di ‘anarchia’ nella sede comunale del Servizio Integrato alle Attività Economiche e Produttive.

LE CATTIVI ABITUDINI DI DIRIGENTE E DIPENDENTI. L’ex assessore alle Attività Economiche evidenziava “un sistema di autogestione nell’accesso alla struttura, attraverso il possesso delle chiavi nella disponibilità del personale”. E per questo chiedeva un “servizio di guardiania” che potesse governare “l’apertura del plesso, la chiusura di tutte dei locali e degli impianti di condizionamento e la sorveglianza dell’entrata negli orari previsti”. Ancora, tornando sulla situazione della sede di viale De Liguori sollecitava, in una successiva missiva, gli “adempimenti obbligatori attività anticorruzione e trasparenza amministrativa” chiedendo la rotazione dei dirigenti.

GLI ARRESTI E IL FALLIMENTO DI LANDELLA. Tutte segnalazioni e richieste rimaste inevase e che hanno portato agli esiti ormai noti: 13 dipendenti agli arresti domiciliari (tra cui il dirigente del servizio Antonio Stanchi), sette sospesi e sei indagati. Per Mainiero la vicenda dimostra da una parte “il fallimento dei sistemi di controllo interni all’Ente” e dall’altra “il fallimento politico del sindaco stesso, che ha sfiduciato un assessore (Moffa, ndr) che ha dimostrato di avere ragione su tutti i fronti, e non un dirigente più volte segnalato. Landella ha fatto un errore politico madornale”, rincara la dose. “Credeva che il problema politico rispetto ad un servizio fosse Fratelli d’Italia, ma non è cambiando gli assessori che si cambia la città”.

LE COLPE DELLA TECNOSTRUTTURA. Per il capogruppo di Fratelli d’Italia va rivista tutta l’organizzazione della Tecnostruttura, la madre di tutti i problemi. “Se Landella vuole iniziare a governare la città, deve interrogarsi sulla qualità e sull’efficienza del segretario generale e della sua dirigenza. Ricevute le segnalazioni, Guadagno avrebbe dovuto costituire una commissione di valutazione e verificare la denuncia. Se questo fosse stato fatto all’epoca, oggi staremmo parlando di altro e avremmo permesso alla magistratura di occuparsi di cose più importanti per la città: mafia, sicurezza, ordine pubblico”.

LE RICHIESTE DI MAINIERO. Mainiero adesso si aspetta contromisure importanti: “L’Amministrazione si è mostrata solerte nel licenziare per giusta causa un dirigente Amgas, per una multa del 2009”, evidenzia Mainiero. “Mi auguro si adotti la stessa misura per il dirigente Stanchi e che non ci si limiti solo a costituirsi parte civile. Mi aspetto il licenziamento immediato per Stanchi e una attenta valutazione delle posizioni dei dipendenti sospesi. Vedendo le carte, sono certo che molte verranno derubricate”.

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