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Dopo i colpi di 'bassa Lega', Antonio Vigiano riparte 'a testa alta': "Resto con Salvini ma il partito cambi rotta"

Rompe il silenzio il già subcommissario foggiano della Lega, defenestrato con un blitz nei giorni scorsi a favore di Luigi Miranda. "Scelte discutibili per tempismo e modalità". "A Foggia potevamo vincere le primarie"

Dopo giorni di riflessione, rompe il silenzio Antonio Vigiano, capogruppo della Lega nel consiglio comunale uscente di Foggia e, fino a qualche giorno fa, subcommissario cittadino poi defenestrato con un blitz a favore di Luigi Miranda, ‘benedetto’ dal segretario regionale Andrea Caroppo. Una manovra risultata indigesta a molti nel partito, per tempistica, modalità e destinatario del nuovo incarico: l’avvocato ex Forza Italia, trovatosi nel volgere di brevissimo tempo dall’ingresso nella Lega a ricoprire tutti i ruoli di vertice: prima candidato sindaco alle primarie (perse) e poi segretario della Lega foggiana. A scapito, ironia del destino, sempre della stessa persona, Vigiano appunto, dapprima candidato sindaco in pectore del partito di Salvini, quindi fatto fuori con un tratto di penna dall’organo di governo.

Per lui sono stati giorni di riflessione seria. Oggi, annuncia, si prepara a scendere in campo con la “sua” Lega, in tandem con Concetta Soragnese, già segretaria dell’europarlamentare azzurra Barbara Matera, allo slogan di “A testa alta”. Ma prima decide di rompere il silenzio e togliersi più di qualche sassolino dalla scarpa.

Vigiano, un modo per dire ai suoi colleghi di partito che, nonostante tutto, lei c’è e va, appunto, a testa alta?

Anche. Oltre le manovre di “bassa lega”. Oltre tutto. In questo partito ci sono in maniera convinta. Il mio percorso è iniziato in tempi non sospetti, prima del voto del 4 marzo, con un gruppo di amici. Ho scelto questo partito per i suoi principi, per le idee di Matteo Salvini, non per altro.

Dopo il ‘licenziamento’ da subcommissario, erano in molti a sostenere che avrebbe lasciato il partito. Due colpi bassi si reggono poco. Conferma queste riflessioni?

Le riflessioni che ho condotto sono state sempre nell’ambito del partito, mai ho pensato di allontanarmene, benché, devo ammettere, sia stato corteggiato, anche dal centrosinistra. Ho ringraziato, mi ha fatto piacere ma, ripeto, in maniera convinta resto qui. Anche perché in un partito si è dentro nei momenti belli e nei momenti difficili.

Questo è un momento difficile per lei?

Ma no. Certo, il partito ha fatto due scelte a distanza di brevissimo tempo in cui non sono stato protagonista e invece avrei dovuto esserlo. Scelte opinabili, ma le accetto in maniera serena. Non milito certamente per ricoprire posizioni particolari, ma perché ci credo.

Quale l’ha più delusa?

La mancata candidatura a sindaco. Quella sì. Il ruolo di subcommissario era una scelta di Andrea Caroppo, che ho accettato. Sulla candidatura a sindaco, invece, non ho mai fatto un passo indietro. Anche perché, benché apprezzi Luigi Miranda, non ritenevo fosse il profilo più appropriato a rappresentare la Lega.  

Perché?
Perché era appena arrivato nel partito, c’era una militanza da rispettare. Temevo, come poi è stato, che alcune persone non avrebbero capito la candidatura di un ex Forza Italia appena giunto. La Lega è un partito identitario, che molte persone qui hanno contribuito a costruire e a valorizzare dalla prima ora.  

Quindi mi sta dicendo che c’è stato, nella migliore delle ipotesi, disimpegno?

Sono convinto che ognuno, in rapporto alle proprie forze, abbia fatto la sua parte. Ma ritengo che quel voto di opinione di persone che credevano in una Lega diversa lo abbiamo perso. Detto in altri termini, comprendo quelle persone che ad un certo punto ci hanno etichettato come “Forza Italia 2”.

Beh, sembra questo, no?

Tocca a noi non farla diventare. Chiaramente la Lega è attrattiva in questo momento, non si deve chiudere, ma deve esserci un giusto mix tra nuovi ingressi e persone che ci hanno creduto sin dall’inizio. E’ questo un aspetto che il partito deve correggere.

Intanto, mi pare di capire, lo avete pagato nell’urna. Lei avrebbe vinto?

Con i ‘se’ non si fa politica. Però, per farle comprendere che immagine abbiamo dato all’esterno, si diceva che tra i tre candidati alle primarie Iaccarino fosse la novità. Capisce? La Lega ha perso quella spinta propulsiva che poteva darle un volto nuovo, diverso dai soliti candidati sindaci.

E’ per questo che Salvini non è venuto a Foggia, nonostante fosse a pochi chilometri?

Evidentemente la scelta di Miranda non è stata la scelta dei vertici del partito. Anche il video di sette secondi che è stato fatto a Bari da Salvini, con due parole spese per il candidato sindaco, certamente non deponeva per una vicinanza di Salvini a quella candidatura.

Possiamo dire che vi siete fatti male da soli? Dopo averle pretese le primarie per archiviare la stagione Landella, le avete sbagliate e vi ritrovate ora a dover ri-sostenere Landella?

Io non le avrei fatte, le primarie. Ma c’è una volontà a livello centrale di tenere unita la coalizione di centrodestra, per cui chi ci guida ha ritenuto di doverle fare. Ora non possiamo che accettare il risultato.

Ma ci sono già smarcamenti. Lo stesso Miranda, pare, non si candiderà.

Secondo me è un errore politico. Anche il Codice etico sottoscritto prevedeva l’apporto dei due candidati perdenti al candidato vincente. E sappiamo che una cosa è l’impegno da segretario, che certamente Miranda non farò mancare, altra cosa è scendere in campo di persona per portare voti alla coalizione. Se posso dirle, onestamente…

Cosa?

La politica vive di tempi. La segreteria cittadina ha sempre chiesto un segretario ma Caroppo non ha mai voluto nominarlo, ha sempre detto che avrebbe deciso dopo le elezioni del 26 maggio. Oggi il cambio di rotta. Una sorta di prendere in considerazione le istanze solo quando conviene. E’ questo che non è stato compreso. Quasi che si sia voluto sottrarre Miranda alla competizione elettorale.

Addirittura?

Interpretazione diffusa.

La Lega ha perso tre primarie su tre nei capoluoghi di provincia. Con un vero e proprio tonfo a Lecce. Perché secondo lei? Quanto è difficile costruire poi su territori, al netto degli slogan nazionali?

Forse proprio a Foggia potevamo vincerle, era il luogo più favorevole, la gente qui si aspetta molto dalla Lega. Ovviamente non mi sottraggo alla riflessione. Un partito che viaggia con percentuali incredibili a livello nazionale, non è possibile che perda tre primarie nei tre centri maggiori. Qualcosa si sta sbagliando e chi è alla guida del partito dovrebbe riflettere e cambiare rotta.

Come si sostiene di nuovo Landella dopo esserne stati oppositori?

Le primarie le abbiamo volute noi e le dobbiamo rispettare. Si sostiene con un programma diverso. C’è già stato un incontro tra i partiti, chiaramente qualcosa deve cambiare rispetto al passato. Ho detto all’indomani delle primarie: “abbiamo scelto il candidato sindaco, ora costruiamo la coalizione”.

Che cosa state introducendo nel programma di “vostro”?

Il tavolo di coalizione è aggiornato a lunedì prossimo. Per quanto mi riguarda, ritengo che Foggia debba tornare ad essere comunità ed è un punto centrale questo, che si raggiunge valorizzando tutti i temi connessi a questa principale, a partire dalla legalità e dalla trasparenza delle istituzioni. Poi, il tandem che ho costruito non è casuale.

Con Concetta Soragnese.

Per dare a questa candidatura una competenza molto forte. Una cosa che manca a Foggia è un ufficio di progettazione comunitaria.

C’è imbarazzo a scendere in campo dopo il caso ‘Massimino Di Donna’?

Anche come avvocato io sono un garantista. Si difenderà nelle sedi appropriate. Parliamo di una misura che non significa condanna.

Vincete?

Sì.

Non temete disimpegno per il candidato sindaco?
Spero che chi ci mette la faccia non voglia esporsi a magre figure.

Ma Salvini questa volta viene?

Penso di sì. Credo che a Foggia verranno tutti i  big. Sono certo che qui vogliano vincere.

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