rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Apricena

Apricena, bagno di folla per Potenza: “Tre traditori hanno fatto cadere l’amministrazione”

Duro il commento dell'ex sindaco: "Sotto la regia occulta di Di Nauta-Pertosa e con il benestare del Pd di Lacci-Pasqua, gente come Di Lella si è venduta al miglior offerente"

Davanti a un bagno di folla, in piazza Giovanni Paolo II, Antonio Potenza ha spiegato con chiarezza quelli che a suo parere sono i motivi che hanno spinto 3 consiglieri comunali di maggioranza “a fare il salto della barricata”, chiudendo di fatto l’era del centrodestra dopo solo un anno e con in più l'epilogo del "tragico" commissariamento. Centinaia di persone, con grande commozione, hanno voluto esprimere la propria solidarietà all’ex primo cittadino e ai consiglieri rimasti al suo fianco.

Potenza ha ringraziato gli apricenesi per gli attestati di stima dimostrati e per la loro vicinanza, descrivendo nei minimi dettagli cosa sarebbe realmente accaduto nella maggioranza, riconoscendo altresì di aver commesso degli errori dettati dalla giovane età e dalla voglia di lavorare in fretta per la città. “Il più grave – ha detto davanti al suo popolo - è stato quello di fidarmi sempre di chi mi circondava. E tra questi, il più grave di tutti, è stato quello di credere in persone senza scrupoli come il giuda iscariota Donato Di Lella”.

Apricena: comizio ex sindaco Antonio Potenza | FOTO

IL DISCORSO DI ANTONIO POTENZA: IL VIDEO

“Cari cittadini, stasera voglio proprio raccontare perché certa gente ha deciso di punto in bianco di cambiare bandiera. Dalle opposizioni sentirete dire frasi di sostegno nei confronti dei Di Lella, Leonardo Grimaldi e Nicola La Casella. Diranno che hanno compiuto un gesto responsabile, dettato da nobili questioni politiche. In realtà a spingerli sono stati meri interessi privati e la regia di loschi personaggi con il benestare del PD.

Da un paio di settimane è tornato a farsi vedere ad Apricena un certo Antonio Pertosa, uomo arcinoto a voi e alle cronache giudiziarie, condannato a sei anni con il 416 bis. Nonché suocero di Vincenzo Di Nauta, altro personaggio poco raccomandabile che gestisce un giro di 2 milioni di euro di lavori grazie ai rapporti avuti con le passate amministrazioni. Questi soggetti, da sempre sponsor del Pd, hanno avviato una serie di riunioni con Michele Lacci e Tommaso Pasqua ai quali ha partecipato il giuda Donato Di Lella e, a vario titolo, Nicola La Casella, Leonardo Grimaldi e l’ex vicesindaco Fernando Leggieri. Lo scopo unico era quello di far cadere in tutti i modi questa amministrazione”

Di Lella è una persona che per un anno intero ha vissuto alle spalle del Comune, lamentandosi, tra l’altro, di avere problemi ad arrivare alla fine del mese e chiedendo sempre di avere di più. Gli ho sempre detto che il nostro compito era quello di servire la gente e non di fare i propri interessi. Sta di fatto che Di Lella, da un giorno all’altro, sembra aver risolto i suoi problemi di denaro di cui mi parlava. Circa dieci giorni fa compra un’auto nuova che, a quanto avrebbe riferito a collaboratori del Comune, avrebbe pagato in contanti.

Sempre ai collaboratori comunali avrebbe mostrato di possedere un’ingente quantità di denaro liquido. E i problemi economici di cui si lamentava fino a pochi giorni prima? Contemporaneamente cominciano gli incontri con Pertosa e Di Nauta, con cui si fa vedere tutti i giorni in giro. Mi comincia a parlare di una lista civica che vorrebbe costituire, perché, lo cito testualmente, “voglio accrescere il mio potere politico”. Il tutto, lo ripeto, sotto la sapiente regia di Lacci e Pasqua.

Mi dispiace non aver dato retta a chi mi ha detto di prendere le distanze da quel Di Lella, anche alla luce delle inadempienze e delle irregolarità fatte da assessore. Un uomo che ho difeso, e fui l’unico a farlo, anche dopo il suo furto, ci sono decine di testimoni a confermarlo, del  ricavato dei soldi della festa di partito fatta lo scorso settembre. Fui l’unico a volergli dare una seconda occasione, nonostante i trascorsi del signore, conosciuto per i suoi metodi poco ortodossi anche nel sindacato che rappresentava.

Quando poi ad aprile ero pronto a mandarlo a casa, con le documentazioni che avevo su di lui, arrivano le dimissioni del vicesindaco Fernando Leggieri, il quale contestualmente al suo gesto lancia pesanti accuse a Di Lella. Se Leggieri mi avesse avvisato, ora non saremmo in questa situazione. Ma anche lui avrà avuto i suoi interessi. Ai tavoli con Pertosa, Di Nauta e Di Lella, tenuti nel ristorante dell’ex boss Pertosa, in stile film mafioso, siedono sempre Michele Lacci, che ama farsi credere un angioletto, e il solito Tommaso Pasqua. Man mano si aggiungono anche Leggieri, La Casella e Grimaldi. Il tutto, naturalmente è a conoscenza anche degli altri consiglieri di minoranza. Che a parole sono bravissimi a parlare di tutela della legalità, salvo poi tramare con questi loschi personaggi.

Naturalmente nessuno dei consiglieri di maggioranza mi ha mai confermato queste eventualità. Anzi, Nicola La Casella, fino alle 9 di sera di lunedì scorso, nel mio studio, negava assolutamente. Salvo poi incontrarsi, cinque minuti dopo, nello studio del trasparente Lacci, sotto la regia dell’ex galeotto Pertosa, con tutti i consiglieri di minoranza, compresi l’ex vicesindaco Leggieri, Grimaldi e Di Lella. In questa occasione, ho poi saputo, avrebbero firmato un documento di dimissioni in blocco per permettere lo scioglimento del consiglio. Documento gelosamente conservato da La Casella.

La mattina dopo, alle 7, parlo con La Casella e Grimaldi ai quali chiedo conto di questa cosa. Mi giurano di non aver fatto niente del genere. Non gli credo e decido di dimettermi per farli uscire allo scoperto. Martedì sera si tiene una riunione di maggioranza alla quale, però, Di Lella, La Casella e Grimaldi non si presentano. Visto che il loro piano era venuto a galla. Pertosa, Lacci e Pasqua affrettano il deposito delle firme presso il notaio Cascavilla di San Severo. Subito dopo Grimaldi, non consapevole, a suo dire, di quanto firmato, si dimette da consigliere.

Al suo posto subentra Mariangela Grana. Quest’ultima, il cui marito è stato visto in questi giorni con Pertosa, ha prima garantito la sua lealtà alla Lista Civica Uniti per Cambiare che l’ha eletta, poi, dopo 5 minuti dalla sua surroga e in totale incoerenza con quanto detto prima, ha firmato le proprie dimissioni, dando esecutività, con le altre otto, allo scioglimento del consiglio e al commissariamento di Apricena. Detto delle motivazioni economiche di Di Lella, cosa ha spinto a dimettersi La Casella e Grimaldi? E anche l’ex vicesindaco Leggieri?

La Casella si è dimesso da assessore perché sollevato due mesi fa dai socialisti di Pino Lonigro (a cui va il mio grazie per la disponibilità mostrata in questo anno), restando in maggioranza. Lonigro, socialista di alto profilo morale, mi parlava in termini poco lusinghieri di La Casella. Lo abbiamo sostituito con l’ottimo assessore, Tiziana Di Sipio.

Girano voci insistenti sulla promessa di impiego lavorativo nell’Asl o in qualche clinica privata di Termoli che il signor La Casella avrebbe avuto dal solito Pertosa, che sembra avere interessi anche nella città molisana. La Casella, il quale spesso ci parlava del “problema del figlio da sistemare”. Ma lui si è sempre proclamato un galantuomo, che fa le cose alla luce del sole. Si è visto”.

Grimaldi è stato l’ingenuo di turno, che si è fatto raggirare senza capire la gravità degli atti che firmava. In un incontro avuto presso la sua azienda la sera prima del consiglio comunale che di fatto ha sancito la fine di questa amministrazione mi ha candidamente confessato che si era incontrato pochi minuti prima con Pertosa. Quest’ultimo gli avrebbe detto che l’amministrazione si sarebbe salvata solo scendendo a patti con lui e i suoi adepti. Ma io e i miei non ne abbiamo voluto sapere niente di questa gente. Già nel 2012 lo scaricammo negandogli l’apparentamento che anche agli occhi della popolazione sarebbe stato inconcepibile.

Leggieri, espressione politica dell’Unione di Capitanata che tramite l’onorevole Di Giuseppe, che  ringrazio, aveva proibito di avallare qualsiasi atto che facesse cadere l’amministrazione. Al suo partito ha garantito più volte di non averne intenzione. Addirittura anche dopo l’incontro con il suo segretario, nel quale gli dicevano di rientrare in maggioranza, avrebbe garantito che non avrebbe firmato lo scioglimento del consiglio. Salvo recarsi, un quarto d’ora dopo, dal notaio con gli altri. Non ha dato retta nemmeno a familiari e amici di sempre che lo hanno votato e che sono profondamente delusi da lui. Ha sempre voluto far cadere l’amministrazione. Comunque pare che anche lui sia stato visto parecchie volte con Pertosa. Come mai?”

“Naturalmente tutto quanto detto sarà da loro smentito e andranno a dire in giro che a loro non veniva dato spazio, che non condividevano le scelte e che io ero comandato dall’ingegner Matteo Bianchi. Tra l’altro proprio Di Lella è un dipendente della Bianchi Marmi. E Pasqua e Lacci continueranno a ripetere questo ritornello su Bianchi, loro cavallo di battaglia. Sulla stima e il bene che mi lega a Bianchi non c’è mai stato nessun segreto. E poi cari Lacci e Pasqua, se Bianchi, con nessun problema di giustizia, è il mio sponsor politico, possiamo dire lo stesso del vostro papà politico Pertosa? Avete consegnato Apricena praticamente nelle mani di Pertosa. E la gente di questo vi ringrazierà.

In un anno, alle loro polemiche, abbiamo risposto con i fatti. Con i cantieri che sono partiti a decine, caso unico in Puglia. Con i voucher e le borse lavoro che, in un periodo di forte crisi, hanno dato respiro a 150 persone e famiglie. Con la nascita di un marchio del nostro prodotto principe, “MADREPIETRA”, presentato al MEDISTONE EXPO, al quale per la prima volta hanno partecipato insieme tutti gli imprenditori di Apricena. Quelli che, come ho sentito in una recente intervista, Pasqua vorrebbe ammazzare di tasse.

Con loro abbiamo gettato le basi del piano delle cave, che spero non venga abbandonato. E, cosa di cui vado orgoglioso, in quest’anno abbiamo aperto la Casa comunale a tutti. Cosa prima impossibile.
Ora, grazie a questi traditori, cosa ci attende? Un lungo commissariamento, con la persona incaricata che sarà sicuramente di grande competenza, a cui va tutto il mio sostegno i migliori auguri di buon lavoro e la disponibilità per affrontare i problemi, ma che non sarà tutti i giorni a ricevere la gente.

Sicuramente saranno alzate tutte le aliquote di IMU, TARSU, ICI SULLE AREE FABBRICABILI. Perché le casse comunali, anche dopo un anno in cui abbiamo fatto i salti mortali, pagano ancora dieci anni delle scellerate amministrazioni che ci hanno preceduto. Aumenti che rischiano di far sprofondare Apricena. Di questo certi signori devono prendersi le proprie responsabilità. Anche perché la gente lo ha già capito. 
Il bene di Apricena era ed è la mia preoccupazione. E chi oggi ha voluto la caduta dell’amministrazione ha scelto di far cadere Apricena nel baratro. Voi cittadini lo avete capito. E sapete di chi sono le colpe.

È bene che lo capiscano anche i compagni Lacci e Pasqua e i loro padri politici. Michele Lacci, ve lo annuncio, sarà il prossimo candidato sindaco del Pd. Lui si sente già sindaco. Ma stia calmo. La gente non e’ stupida e ha capito cosa avete combinato. Per brama e fame di potere. Per quanto mi riguarda, ora è presto per dire cosa farò. Non sarò io a scegliere, ma come sempre voi cittadini. Adesso starò con mia moglie e mio figlio. Ma non smetterò di stare al fianco degli apricenesi che anche stasera hanno dimostrato di apprezzare il nostro lavoro”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Apricena, bagno di folla per Potenza: “Tre traditori hanno fatto cadere l’amministrazione”

FoggiaToday è in caricamento