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Foggia ricorda Giovanni Panunzio, l’omaggio all’uomo che ebbe il coraggio di dire no alla malavita

Il presidente del Consiglio Comunale e il sindaco di Foggia hanno deposto una corona di alloro al monumento che ricorda l’imprenditore edile assassinato 25 anni fa, partecipando poi al convegno organizzato dall’associazione antiracket ‘Giovanni Panunzio’

Questa mattina il Presidente del Consiglio Comunale Luigi Miranda e il Sindaco di Foggia Landella hanno deposto una corona di alloro al monumento che ricorda Giovanni Panunzio, l’imprenditore edile assassinato venticinque anni fa, il sei novembre 1992. Subito dopo Panunzio è stato ricordato in un convegno promosso dall’Associazione “Giovanni Panunzio – Eguaglianza Legalità Diritti”, che si è svolto nell’Aula Magna dell’Università, in via Caggese.

“L’omicidio di Giovanni Panunzio è uno spartiacque della storia della nostra città. Prima e dopo Panunzio, prima e dopo la morte di un galantuomo, prima e dopo la reazione violenta della malavita contro un uomo perbene che si è rifiutato di scendere a compromessi. Venticinque anni fa la nostra città ha perso non solo la vita di un suo cittadino, ma ha perso un po’ di se stessa. Dopo l’omicidio Panunzio la città di Foggia si è svegliata diversa, più insicura, meno fiduciosa nella capacità umana di vivere in maniera fraterna. Dopo l’omicidio Panunzio Foggia ha capito che la malavita era presente nel tessuto sociale, ed era capace di uccidere. Solo dopo l’omicidio di Giovanni Panunzio nella nostra città abbiamo iniziato a riflettere sui temi della legalità”, ha dichiarato Miranda.

Il vivere civile, la normale convivenza – ha continuato il Presidente Miranda - hanno bisogno di legalità, che è il rispetto e la pratica delle leggi. È un'esigenza fondamentale della vita sociale per promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune. La nostra sicurezza ed incolumità sono affidati alla eccellente Procura della Repubblica, ai magistrati. alla Polizia, ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza che hanno sferrato colpi straordinari alla criminalità e che, tra mille sforzi, svolgono un ruolo straordinario per la difesa della legalità nel nostro territorio. Ma al contempo legalità dobbiamo essere tutti noi. La legalità è una responsabilità, anzi corresponsabilità”.

Giovanni Panunzio è diventato un simbolo, uno dei simboli nazionale della lotta al racket, della lotta alle estorsioni. Un fenomeno incivile, perché uccide l’economia di un territorio, mortifica l’impegno degli imprenditori, condanna a morte le imprese e cancella posti di lavoro. È vero che molti, per paura o per quieto vivere, pagano il pizzo, si piegano alla violenza estorsiva. Giovanni Panunzio ha invece avuto il coraggio di dire no, ha avuto il coraggio di dire che l’onestà è più forte del malaffare, e ha portato fino alle estreme consegue, fino alla morte, le sue convinzioni. Giovanni Panunzio è un campione della legalità.

“L’intensa partecipazione alle manifestazioni che, anno dopo anno, vengono organizzate per celebrare la memoria di Giovanni Panunzio deve confortarci e spronarci a proseguire sulla strada che abbiamo scelto per diffondere la cultura della legalità”, le parole del sindaco Landella.

Panunzio è un simbolo: il simbolo di una società che deve essere disposta ad impegnarsi, affrontando qualsiasi sacrificio, per opporsi alla prepotenza e alla barbara furia della criminalità. Ma è anche il simbolo di un uomo che voleva il funzionamento normale e legale della società in cui viveva con la sua famiglia. Una società in cui si lavora onestamente per guadagnare lecitamente il giusto compenso per il proprio impegno. E’ importante continuare a far conoscere il coraggio di Giovanni Panunzio per dare segnali chiari e educativi ai cittadini sulla fondamentale importanza di osservare la legge e di vivere sulla base di criteri di civiltà irrinunciabili”, ha proseguito il primo cittadino.

Gli fa eco Miranda: “Occorre creare una mentalità nuova, che sia rispettosa della legalità e non intimorita dal malaffare. Perché la paura e il timore, sono alleati dei delinquenti. Cittadini e Istituzioni devono fare ognuno la sua parte: le Istituzioni, per esempio, con un maggiore controllo dei commercianti abusivi e dei venditori di materiale contraffatto. I cittadini evitando di fare acquisti dagli abusivi e non ostruendo gli scivoli per disabili. Perché la legalità si impara rispettando il codice della strada, e non solo il codice penale. Dobbiamo imparare ad essere rispettosi nel poco, per pretendere il rispetto della legalità nel molto. La legalità è un servizio alla collettività, non il dovere di un singolo. Dobbiamo operare insieme per contrapporre la legalità organizzata alla criminalità organizzata, dobbiamo opporre la luce di iniziative come questa di oggi al buio della criminalità, la nostra voce alta e sicura al silenzio cui vorrebbe ridurci la criminalità”.

“Queste iniziative simboliche – ha concluso il sindaco Landella – non si fermeranno: a Foggia abbiamo già una piazza dedicata alla Legalità, che ospita un monumento che porta una scritta dedicatoria a Falcone e Borsellino, straordinari rappresentanti della nostra ferma volontà di affermazione della legalità. Ebbene, quella dedica per noi non basta. A breve intitoleremo una piazza ai giudici martiri, in un luogo significativo, accanto al Tribunale di Foggia. Un gesto che si affianca a tutte le iniziative che stiamo animando e intende rafforzarle, nella convinzione che ricordare ogni giorno, anche nei luoghi che si frequentano nelle attività quotidiane, possano condurre la memoria e l’impegno di tutti nella lotta contro l’illegalità”.

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