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Udc, Cera tende la mano a Miglio: "Pace fatta se ci dà una delega". E caccia i traditori

L'analisi del voto provinciale secondo lo scudo crociato. Nel mirino, i consiglieri comunali "traditori", Leonardo Iaccarino a Foggia e Roberto Prattichizzo a San Severo. "Non rappresentano più l'Udc"

Angelo Cera offre a Francesco Miglio una tregua. "Probabilmente il rapporto umano è ormai compromesso" spiega l'onorevole in conferenza stampa, "però il presidente della Provincia può scegliere di restituire dignità all'UDC". Come? Attraverso l'assegnazione di una delega al suo eletto, Giuseppe Mangiacotti, che entrerebbe così in maggioranza. 

E' uno dei passaggi dell'analisi del voto provinciale che lo scudo crociato ha tenuto ieri presso la sede di corso Cairoli, a Foggia. Con lui il figlio, Napoleone Cera, consigliere regionale, e il neoeletto Mangiacotti, presidente del consiglio comunale di San Giovanni Rotondo. In prima fila il vicecoordinatore vicario, Paolo Mongiello; tra gli astanti il cittadino, Massimiliano Di Fonso.

E come è nel suo stile, Cera alterna il bastone alla carota, o viceversa. Nel mirino entrano i consiglieri comunali "traditori", coloro che hanno scelto di spostare il proprio voto su altre liste. Nel caso di specie, Leonardo Iaccarino, consigliere comunale foggiano, e Roberto Prattichizzo, di San Severo. "A breve invierò due missive, una al sindaco Landella, l'altra al sindaco Miglio, in cui scriverò che i due consiglieri non rappresentano più l'Udc".

Un concetto già espresso all'indomani del voto provinciale, con tanto di smentita, però, da parte di Iaccarino a questa testata ("dopo il voto ci siamo abbracciati" dichiarava il consigliere foggiano interrogato sul prosieguo del rapporto con Cera). Ma tant'è. Il parlamentare di San Marco in Lamis sembra deciso a cacciarli. "Mi hanno riferito che abbia votato Angelo Riccardi, Pd, in cambio di un ipotetico sostegno dem alla sua candidatura a sindaco di Foggia, prossimamente. Comprendo che abbiamo a che fare con un sognatore" ironizza Cera.

E per rafforzare il messaggio, annuncia: a breve altri gruppi consiliari nei comuni che ci hanno sostenuto. Lucera, San Giovanni Rotondo, Manfredonia, Cerignola. Anche Foggia. L'Udc sembra pronta a piantare altre bandierine. Certo, non fa i nomi della campagna acquisti. Ma il riferimento sembra chiaro e raggiunge quei consiglieri che hanno appoggiato lo scudo crociato in campagna elettorale, "perché prima di votare , Mangiacotti hanno votato un simbolo" enfatizza Cera. La domanda, a questo punto, sorge spontanea: pronto il passaggio degli ex dem di Cerignola, Paparella e Pezzano, ad esempio, all'Udc? Non è chiaro. Nè chiarisce il neoeletto Mangiacotti il rapporto con l'Udc: organico o indipendente dal partito in consiglio provinciale?

Per il resto, è un sottolineare la rottura del rapporto con Angelo Riccardi, sindaco di Manfredonia, una critica sferzante ai "variegati" civici di Leo Di Gioia e di Rosario Cusmai ("mentre noi abbiamo corso da soli, col nostro simbolo"), una esaltazione del risultato dello scudo pcrociato che sul territorio, "prima di giungere allo spoglio della città di Foggia (pesantissimo coi suoi 712 voti, ndr), era il secondo partito di Capitanata, davanti a Forza Italia e a Ncd".  

Quindi il caso elezioni a San Marco in Lamis, finito sulle cronache nazionali per i presunti brogli per favorire Merla, attuale sindaco. "Credo anche il Prefetto debba interessarsi di questa cosa" osserva Cera. "Altro che Palermo! Lì c'è stato un mix di potere temporale e miliare da far rabbrividire. È vero, siamo un comune di 15mila abitanti ma meritiamo rispetto ed attenzione". 

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