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Cuccioli abbandonati, ma canile comunale sotto sequestro: "Così l'intero sistema va in tilt"

A otto mesi dal sequestro penale preventivo disposto dalla Polizia Municipale, gli esponenti di AL e Idv chiedono risposte concrete all'Amministrazione Comunale: "Comprendiamo le difficoltà economiche, ma serve investire oggi le risorse"

Risale a otto mesi fa il sequestro penale preventivo, al quale fu sottoposta l’area del canile comunale di via Manfredonia. Il motivo che spinse il servizio “Ecologia” della Polizia Municipale ad adottare tale provvedimento furono le condizioni igienico-sanitarie piuttosto precarie della struttura, che non sarebbe stata idonea a ospitare i cani, peraltro in sovrannumero rispetto alla capienza consentita.

Otto mesi dopo, sulla vicenda si esprimo gli esponenti di Alternativa Libera e dell’Italia dei Valori, secondo i quali poco o nulla è stato fatto per porre rimedio al provvedimento della Polizia Municipale. “A ridosso dell’emergenza furono fatti alcuni tavoli tecnici con tutte le parti interessate alla gestione e manutenzione del canile, per pianificare sia gli interventi da fare e sia come gestire l’impossibilità di introdurre all’interno della struttura cani che non potrebbero essere lasciati liberi sul territorio. La programmazione ad oggi è rimasta disattesa, infatti all’interno del canile non si è intervenuto sui problemi strutturali e ogni volta che si deve gestire il ritrovamento di un cane abbandonato il sistema di accoglienza va in crisi”.

L’ultimo episodio in ordine di tempo risale a sabato scorso, quando davanti l’ingresso del canile un anonimo ha depositato una scatola di cartone al cui interno vi erano alcuni cuccioli di cane: “Chi dovrebbe avere la funzione in questa città di attivarsi per garantirgli l’accoglienza, a causa del divieto imposto da parte dell’autorità giudiziaria di introdurre altri cani nel canile comunale, non può intervenire, mandando in tilt l’intero sistema. I vigili urbani costretti a fare telefonate per ricevere disposizioni dall’assessore, o dirigente, alle Politiche Sociali su come e a chi affidare i cani, i quali alloro volta, probabilmente, costretti a chiedere alle associazioni animaliste di farsi carico del problema. Ma in questo sistema di gestione definibile “delle pezze a colori” può anche capitare, come successo sabato, che dopo cinque ore (dalle ore 11 alle ore 16) i vigili urbani non erano ancora stati messi nelle condizioni di gestire l’emergenza dall’assessorato competente” dichiarano.

E aggiungono che sono stati i volontari delle associazioni animaliste, come già accaduto in passato, a prestare i primi soccorsi e le cure del caso ai cuccioli abbandonati. In particolare, l’associazione che gestisce il canile stesso. Una struttura “fatiscente e pericolosa per i rischi igienico sanitari, sia per i cani che per il personale”, fanno presente gli esponenti di Alternativa Libera e Italia dei Valori, che evidenziano anche alcuni problemi nei dettagli, come il non funzionamento dell’impianto fognario che impedisce lo smaltimento delle feci raccolte quotidianamente, e l’elevato numero di topi all’interno della struttura, portatori di potenziali malattie.

Alternativa Libera e Italia dei valori concludono con un appello all’Amministrazione, affinché proponga una programmazione per azzerare il fenomeno del randagismo: “Pensare di recuperare la struttura esistente, con i costi che occorrono per la messa a norma, è da folli. Comprendiamo le difficoltà che l’Amministrazione deve affrontare per gestire la situazione, ma è anche vero che questa città non può più permettersi di continuare a ignorare il problema. Bisogna investire oggi delle risorse per recuperarle domani, quando non ci saranno più randagi dei quali doversi prendere cura”.

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