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Potature “severe” e tagli “selvaggi” a Foggia. La parola ai tecnici.

Riscontro tecnico della Società Consortile Foggia più Verde al “grido di allarme” del WWF.

Che il verde cittadino faccia discutere è “cosa buona e giusta”. Qualunque critica, qualunque polemica, qualunque discussione, se portasse ad un confronto serio e pacato su temi di enorme interesse per la Città, potrebbe stimolare gli amministratori al fine di dotare la Città di strumenti sovraordinati, quali ad esempio il Piano Comunale di Monitoraggio e Gestione del Verde Urbano, all’interno del quale inserire anche un Piano di risanamento delle alberature stradali cittadine, che, oltre a disegnare una visione strategica dell’assetto (semi)naturale, agro-selvicolturale, urbano e peri- urbano della Città, possa definire i principi e fissare i criteri di indirizzo per la realizzazione di aree verdi pubbliche nell’arco della futura pianificazione urbanistica generale. Tale Piano potrebbe diventare, quindi, una sorta di Piano Regolatore del Verde, volto a definire l’assetto futuro dell’infrastruttura verde della Città, al fine di rispondere alla domanda sociale e ambientale della popolazione residente.

Accogliamo, pertanto, in modo positivo le critiche mosse dagli amici del WWF, così come concordiamo con quanto dichiarato dal prof. Francesco Ferrini dell’Università di Firenze: “Importante è parlare di questi argomenti perché acquistano spessore. Più si parla di un argomento maggiore rilievo sociale acquisisce”. È necessario, però, dare il giusto riscontro tecnico a quanto affermato al fine di evitare inutili strumentalizzazioni. Cerchiamo di fare quindi un pò di chiarezza.

Preliminarmente si precisa che l’art. 2 del citato Regolamento prevede che in merito all’applicazione dello stesso “sono fatte salve le gestioni regolamentate da accordi particolari con altri soggetti individuati dall'Amministrazione Comunale”. Gestioni regolamentate, appunto, da una gara d’appalto che la ns Società si è aggiudicata e che indica come organo di controllo non l’Ufficio Gestione del Verde, bensì il Direttore dell’Esecuzione del Contratto unitamente al Responsabile Unico del Procedimento individuati tra le figure professionali del Servizio Ambiente.

Tale precisazione si è resa necessaria non per esonerare la ns Società da responsabilità dirette, allorquando se ne ravvedano, ma solo per specificare che non interveniamo mai in modo arbitrario ma esclusivamente su preventiva disposizione dell’ufficio preposto e gli interenti sono svolti in conformità a quanto contenuto nel C.S.A. (Capitolato Speciale d’Appalto), che ingloba e integra il Regolamento comunale. Nella fattispecie gli interventi in oggetto si sono resi necessari a seguito delle molteplici lamentele di alcuni cittadini ivi residenti che, nei mesi scorsi, hanno tempestato di segnalazioni sia il nostro Call Center che i competenti uffici dell’Assessorato all’Ambiente del Comune. Per tale motivo sono stati inseriti nel Programma trimestrale delle potature (redatto ai sensi dell’art. 54 e seguenti del C.S.A.), concordato e validato ad inizi del mese di ottobre dal Direttore dell’Esecuzione.

Robinie e la “denuncia” del WWF.

La Robinia (Robinia pseudoacacia), pianta originaria dell’America del nord, molto utilizzata come alberatura stradale per i suoi pregi (estrema adattabilità, resistenza all’inquinamento atmosferico, al freddo, alle alte temperature e a prolungati periodi di siccità) di contro essendo una pianta eliofila, gradisce essere messa a dimora in luoghi soleggiati e necessita di spazio sufficiente per sviluppare un apparato radicale robusto e profondo, che, in condizioni come quelle delle piante in questione (piazzole 3 volte più piccole dal minimo necessario ad un corretto sviluppo della specie oltre che molto ravvicinate ai fabbricati, in completo contrasto con quanto previsto nella tabella di cui all’All.4

al Regolamento), a causa della formazione di neoplasie nel punto di innesto e al contestuale insediamento della carie del legno la rendono molto più vulnerabile oltre che soggetta a possibili schianti. Essendo, inoltre, una specie caducifoglia nonché fornita di grosse spine non è certamente il rifugio ideale dell’avifauna cittadina (benché meno nel contesto urbano nel quale sono allocate le piante oggetto di denuncia). Per tali ragioni molti esperti ritengono che l’unica soluzione che possa scongiurare problematiche alla pubblica incolumità è quella dell’abbattimento e della graduale sostituzione con specie meno problematiche. Ma questa è un’altra storia.

Non si può parlare, quindi, di interventi “selvaggi” senza inquadrare il contesto urbanistico di riferimento: suscita stupore, a tal proposito, il giudizio “tecnico”, nonché le gratuite accuse di “incompetenza” (che chiaramente rispediamo al mittente) rilasciate da parte di “illustri” professori che hanno, come da loro stessi dichiarato, espresso il loro parere esclusivamente sull’esame di fotografie della situazione post, senza considerare quella ante intervento, ben evidenziate nelle due foto e nelle relative descrizioni in figura riportate.

Quella tipologia di potatura, pertanto, si è resa necessaria per gli evidenti “problemi di interferenza” con fabbricati e manufatti a causa dei quali le piante sono cresciute inclinate verso la strada per sfuggire al cono d’ombra dell’edificio. Ciò s’è verificato per regressi errori di progettazione per sanare i quali, sarebbe auspicabile la loro graduale sostituzione con specie più idonee.

Nell’augurarci che tali riflessioni possano aprire un serio dibattito che possa condurre alla redazione condivisa di un Piano organico del Verde Pubblico, come Società siamo impegnati a mitigare fin quanto possibile i problemi del passato cercando di non commetterne di nuovi per il futuro.

Foto 1: Via Matteotti _ esemplari di Robinia (Robinia pseudoacacia) oggetto di interventi cesori: notare la l’invasività delle chiome degli alberi per le abitazioni retrostanti, che di fatto creano “grave disturbo sia ai fabbricati che ai cittadini ivi residenti”. Notare, inoltre, l’evidente sbilanciamento delle chiome delle piante verso la strada, alla ricerca di luce (trattasi infatti di piante eliofile) e la completa assenza della originaria “forma naturale” da tenere in considerazioni in ogni intervento di potatura (di “naturale” in tale contesto c’è ben poco!).

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Foto 2: Via Matteotti _ esemplari di Robinia (Robinia pseudoacacia) oggetto di interventi cesori: notare la dimensione della piazzola (0,36 mq contro 1 mq di cui all’All.4 del vigente Regolamento Comunale del Verde Pubblico e Privato) e la distanza del bordo della stessa dall’edificio retrostante e dal palo della pubblica illuminazione (meno di 1,5 m contro i 3,5 m di distanza minima previsti dal Regolamento), che di fatto creano una condizione di “conflitto” tra alberi, abitazioni e manufatti di servizio.

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