I versi di Vito Lorenzo Dioguardi conquistano 'Fiori di Puglia': "E' una poesia per la mia Foggia"
Vito Lorenzo Dioguardi vince il concorso Fiori di Puglia con la poesia "A voce di violino" dedicata alla Puglia e alla sua città natale
Vito Lorenzo Dioguardi vince il primo premio al concorso 'Fiori di Puglia' indetto dall'associazione Pugliavox di Conversano. Con "A voce di violino", omaggio poetico alla Puglia, alla Capitanata e alla sua città natale, il foggiano emigrato a Brescia conquista il parere favorevole della giuria.
"A Voce di Violino" di Vito Lorenzo Dioguardi
Spesso con qualche amico di te parlo,
dolce mio amore che mi sei lontana…
Scendendo la Via Appia
s'apre tra i monti una terra bruna
di Paradiso, tutta radiosa
e in festa di colori.
Lì, tra il pulviscolo dei tratturi
e le litanie della parrocchia antica,
un volo di rondini libere e gioconde
rarefà l'aria limpida.
Se stai su le sue spiagge a mezzaluna
o lungo il litorale verso Oriente
un incenso t'alita la mente
e olivi e vigne e pini e viole e gelsi
ascolti odorare tra le onde.
Per gli agri si spande il dolce cuocere
del sole, un agrore
che a voce di violino parla al cuore.
E la sua gente contadina
spezza il pane quotidiano con l'ospite
e nessuno mai si sente straniero
ma ognuno è uomo dentro le sue viscere.
Quindi risboccia il cielo notturno
e indora di fiori la piana,
il giovane sente l'aria
che a voce di violino parla al cuore.
Cielo santo del Gargano,
meta crociata verso Terra Santa,
vicoli in chiaroscuro dell'ortodossa
Bari vecchia o la pizzicata Lecce
dei tamburelli e delle chiese ricche
o la tabagista Taranto operaia, che strenua
s'abbraccia al golfo o il Castello d'Andria
che sorveglia l'Ofanto e da cui ognuno
può sentirsi Federico che ringrazia
Dio per quel suo regno d'aquile.
I trulli lillipuziani, i mastodontici duomi
in fronte alle maree, come a Trani,
la californiana Barletta.
Di grande varietà la Puglia è piena
creata da mani esperte per spianare
la strada al pellegrino in Terra Santa.
Io tante volte dal lago mariano
cui nacque Foggia, dalla stazione martire
degli euforici bombardamenti della guerra,
dalla villa in cui dormono gli eroi
della Resistenza, a quel chiaro cielo dissi
calde parole di pietà e dolcezza.
Adesso, nel mio destinato esilio
in altre terre, in altro tempo,
discuto con un amico sconosciuto
che viene da quei miei dolci confini.
E di dovunque sia siamo vicini,
per quella fraternanza della terra
santa che ci dette i natali.
Così che Puglia nostra è sempre viva
e a voce di violino parla al cuore.