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Un torneo di calcio a 5 con i detenuti del carcere di San Severo

Grazie alla disponibilità del magistrato di sorveglianza e della direttrice della Casa Circondariale di San Severo, cinque detenuti potranno partecipare all’evento sportivo organizzato da 'Movimento Uniti per San Severo' e abbracciare i propri figli

Umanità. È questo il sentimento che ha spinto il Movimento Uniti per San Severo Aps ad organizzare mercoledì 22 marzo, dalle 15 alle 17, il primo quadrangolare di calcio a 5 'Superpapà' presso il campo di calcio della Asd Apocalisse a San Severo.

L’iniziativa è stata organizzata dal direttivo del Movimento, che ha voluto creare un’occasione di incontro tra i papà detenuti e i loro figli fuori dalle mura dell’istituto penitenziario, in occasione della 'Festa del Papà'. A sfidarsi tra loro per la conquista della prima edizione del quadrangolare di calcio a 5 'Superpapà' saranno le rappresentative di Movimento Uniti per San Severo, detenuti della casa circondariale di San Severo, Ordine degli Avvocati di Foggia e Polizia Locale di San Severo.

Sarà presente anche una rappresentativa della Polizia Penitenziaria in servizio presso la casa circondariale cittadina. “L’idea nasce dopo aver letto il libro 'Al di là delle sbarre' di Luigi Talienti, dirigente scolastico dell’alberghiero di San Giovanni Rotondo, con venti anni di volontariato alle spalle nel carcere di Foggia, come insegnante e avvocato – racconta Giorgio Ventricelli, portavoce del Movimento Uniti per San Severo, che spiega – L’autore racconta alcune iniziative da lui realizzate per i detenuti, tra queste un torneo di calcio in cui, alla fine, riesce con uno strappo alla regola a far incontrare i reclusi con i propri figli. Ho pensato che sarebbe stato bello proporre una cosa simile anche a San Severo, ma cercando di fare qualcosa in più: far uscire dal carcere alcuni detenuti”.

Continua Ventricelli: “Dopo aver ottenuto dal Direttivo del Movimento Uniti per San Severo il benestare per organizzare l’evento, ho subito proposto l’iniziativa alla direttrice della Casa Circondariale, Patrizia Adrianello, che subito si è impegnata per ottenere dal magistrato di sorveglianza il permesso per far uscire dal carcere alcuni detenuti”.

L’articolo 27 della Costituzione Italiana parla di senso di umanità e rieducazione del condannato. “Sui principi della Carta Costituzionale abbiamo pensato che una iniziativa sportiva potesse essere una buona soluzione per avvicinare le famiglie dei detenuti, anche se per poche ore – afferma frate Andrea Tirelli, presidente del Movimento Uniti per San Severo, che continua – i figli di chi è in carcere per scontare una condanna penale non hanno colpe: sono vittime di un gioco più grande di loro. Il mio pensiero va inoltre anche alle mamme e mogli che devono portare avanti, con sacrificio, la crescita della prole. Dietro le sbarre ci sono persone con sentimenti. Non sta a noi giudicare, dobbiamo invece far capire loro che al di fuori dell’istituto di detenzione c’è una società pronta ad accoglierli e a dare loro una opportunità”.

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