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San Giovanni Rotondo omaggia il suo poeta: l'auditorium porterà il nome di Giovanni Scarale

La decisione della giunta comunale per ricordare la figura del poeta e scrittore sangiovannese. Cascavilla: “I suoi scritti sono stati riferimento per la formazione culturale di tanti giovani”

A pochi giorni dall’anniversario della sua morte, la giunta comunale ha deliberato l’intitolazione dell’auditorium di piazza De Mattias alla figura del prof. Giovanni Scarale, scomparso il 2 aprile 2010.

“Si tratta di un riconoscimento a una delle figure più significative della cultura sangiovannese. Le sue battaglie, i suoi scritti, le sue opere hanno animato la vita culturale e politica della nostra città, indirizzandola verso un progresso sociale e civile che ha segnato la formazione di molti giovani. I suoi scritti, le sue parole, il suo essere sempre attento agli eventi che riguardavano la nostra comunità, facendosi cronista, anche attraverso la poesia, di situazioni che fotografavano la quotidianità di San Giovanni Rotondo, sono patrimonio culturale che supera ogni collocazione temporale. In questo senso Giovanni Scarale resta un riferimento a cui attingere se si vuole raccontare la storia e le vicende della comunità sangiovannese”, afferma il sindaco Costanzo Cascavilla.

Nato il 6 marzo 1933, Giovanni Scarale era amico di padre Pio. Dopo la laurea in filologia all’Università di Napoli si è dedicato all’insegnamento a San Giovanni Rotondo e in altre sedi in Italia. Pubblicista e scrittore era “appassionato di tutto ciò che riguardava il suo paese: storia, tradizioni, consuetudini, fatti, che narrava, faceva rivivere nei suoi scritti, in prosa e poesia. Per un triennio ha insegnato presso l’Institut auf dem Rosemberg di St. Gallen, esperienza che gli ha fatto conoscere la cultura ed il sistema di vita di giovani europei ed extraeuropei. Successivamente ha lavorato come redattore editoriale alla Mondadori di Milano, dove, dopo un triennio, ha ripreso ad insegnare. Attaccato alla sua terra natia, vi è sempre tornato per lunghi periodi. Nel 1968 insieme ad un gruppo di giovani ha fondato il Circolo Culturale “Lo Sperone”. Il giorno della morte di Padre Pio scrisse una poesia intitolata “Ora Padre Pio è in noi”, che i Cappuccini fecero incidere su un blocco di pietra, collocato nell’Emiciclo della Via Crucis monumentale, a destra del Padre Pio di Francesco Messina. All’indomani della morte di Padre Pio ha organizzato la mostra “Padre Pio contestatore”. Dal 1983 al 1988 è stato Presidente del Comitato di Gestione USL FG3. Con comizi pubblici e volantini ha partecipato ai principali avvenimenti della sua città. Nei primi anni settanta ha difeso con il grande concorso popolare l’autonomia del Convento e del Santuario di Santa Maria delle Grazie dei Padri Cappuccini. Ha fondato e diretto per diversi anni il periodico Le Clarisse Cappuccine di Padre Pio ed altri periodici, quali Gli Handicappati di padre Pio e Lo Sperone Nuovo. Numerose le sue raccolte di poesie, tra cui: La Tarra mia, Sciure de roccia, Sotta l’Ulme”, La Voria.

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