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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Pci brilla all'estero: con 'I don't care' vince il 7° Kuwait International Festival for Academic Theatre

Incetta di premi - tra cui quello come miglior spettacolo - per "I don't care", performance incentrata sulla dipendenza da social network, tema internazionalmente riconosciuto come estremamente attuale

Con lo spettacolo 'I don't care' la Piccola compagnia impertinente di Foggia si è aggiudicata il premio più importante del 7° Kuwait International Festival for Academic Theatre: quello come 'Miglior Spettacolo'.

Oltre alle quattro nomination per miglior attrice non protagonista, miglior attore, miglior regia e miglior testo, il premio come miglior spettacolo rende omaggio allo spettacolo “I don’t care”, performance incentrata sulla dipendenza dai social network, tema internazionalmente riconosciuto come estremamente attuale.

Cinque gli attori sul palco, capaci di dare corpo, voce ed immagine ad un susseguirsi di quadri che raccontano la frammentarietà del vissuto social, e che lungi dal voler retoricamente condannare a priori questa enorme rivoluzione culturale, cerca, attraverso il teatro, di rendere la visione più ampia, visione di una realtà capace di mettere in connessione l’intero pianeta, ma che al suo interno, nasconde zone d’ombra estremamente preoccupanti.

"L’esperienza in Kuwait è stata per noi un motivo in più per constatare l'eventuale forza della nostra poetica in un contesto molto diverso. Nel festival erano in gara 5 nazioni, per un totale di 7 spettacoli", spiega il direttore artistico della compagnia, Pierluigi Bevilacqua. "Il pubblico ha riconosciuto la capacità creativa di comunicare un tema così attuale attraverso un linguaggio che superava le barriere testuali".

"Uno spettacolo che entra duramente negli occhi degli spettatori costretti a riflettere su ciò che spesso viene ignorato o dimenticato. Avere lavorato così a lungo durante questi anni per formare un gruppo di attori giovani capaci di affrontare contesti internazionali ci riempie di orgoglio e ci dà la misura della nostra crescita", conclude Bevilacqua. "Il nostro auspicio è che si possa sempre migliorare per portare in giro una voce fuori dal coro, intensa e spregiudicata".

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