"Sistema paese": la singolare mostra di Michele Munno a Rignano
Un'esperienza performativa, complessa e piena di poesia, un'occasione per conoscere anche il centro storico di Rignano Garganico.
Si intitola "Sistema paese" la singolare mostra di Michele Munno che sarà inaugurata nella giornata di domani (e sarà visitabile fino a martedì 18 agosto dalle 20 alle 23) presso l'Ex Chiesa del Purgatorio. La caratteristica di questa mostra è che tutti i visitatori potranno partecipare disegnando o scrivendo su una dima di cartoncino che poi, piegata e montata sulle linguette predisposte, diventerà una casina. Tutte le casine (che sono l'idea di casa che ognuno di noi porta dentro) verranno inserite nella mostra, firmate dai loro autori e ne faranno parte a pieno titolo.
La casina è il modulo con cui si costruisce il paese; casa è quella che si costruisce, casina invece è l’idea che ognuno di noi ha nel cuore. La mostra presenta nei grandi quadri di Michele Munno alcuni esempi di “sistemi paese”: con gli animali, con gli oggetti di uso quotidiano, con gli uomini che fanno ponti, che intrecciano relazioni fra i diversi concetti di casine. Al centro della mostra una serie di casine di tondino di ferro disegnano il progetto ideale di un paese. Sono trasparenti, attraversabili, mobili, collegabili....come i nostri pensieri. Per coinvolgere i visitatori l’artista ha pensato di mettere a loro disposizione una dima con cui ognuno costruirà la sua casina. Istruzioni per l’uso della dima: Michele chiede ai visitatori di esprimersi con i tre strumenti tradizionali dell’arte: il segno, il colore, la forma. La forma è l’incarnazione della cosa che non c’è, come il vaso modellato attorno ad un vuoto. La forma è ciò che resiste alla rappresentazione della casa, è un dentro di forza, pieno di simboli, storie, esperienze, progetti, che danno un senso irrepetibile ad ogni casina. Il segno è un gesto che rende visibile ciò che non c’è, è la linea che racconta i segreti del mondo, è il simbolo, è il linguaggio, è il corpo, è il pensiero visivo. Il colore: appare sempre diverso da com’è, è prodotto dall’occhio che lo guarda (da come e quando lo guarda), dalla pelle che lo sente caldo o freddo, duro o morbido, dal gusto che lo giudica dolce o acido. Il colore è un prelievo dal mondo, dalle sue immagini stampate, dai suoi pennarelli, dall’acqua o dalla terra, dalla strada. Ragioniamo sul risultato: la casina aperta diventa un campo di forza libero, dove ognuno sperimenterà la propria posizione soggettiva e antropologica, senza vincoli, con qualsiasi tecnica ritenga opportuno. L’unica condizione irrinunciabile è che venga rispettata la sagoma della casina progettata, perchè sia montabile e coordinabile a tutte le altre all’interno della mostra.