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Sabato, 20 Aprile 2024

I 'volti' di Stefania Piccirilli, storie di verità e vita su tela: "Reclamano la necessità di verità”

L’esposizione è stata inaugurata ieri pomeriggio, nei locali del Palazzetto dell’Arte di Foggia e sarà visitabile per tutta la settimana

Trenta opere, altrettanti volti di persone, sconosciute e non, che reclamano il bisogno, intimo e profondo, di ricostruire sé stessi. E’ questo, in estrema sintesi, l’incontro con le 30 tele che compongono la personale pittorica ‘Di Volto in Volto’ dell’artista foggiana Stefania Piccirilli.

L’esposizione è stata inaugurata ieri pomeriggio, nei locali del Palazzetto dell’Arte di Foggia e sarà visitabile per tutta la settimana: “Questa raccolta di facce e di vita vuole raccontare l’identità e l’individualità che appartiene ad ognuno di noi. Sono 30 opere, volti di persone sconosciute e non che reclamano la loro necessità di verità e di autenticità”, spiega l’artista a margine dell’inaugurazione.

La personale, realizzata con il patrocinio del Comune di Foggia e del Lions Club (Monti Dauni Meridionali) e con la collaborazione dell'associazione artistico-culturale ‘I per-corsi dell'arte’, curata da Rocco Marino e Michelangelo Pietradura, raccoglie un corpus di circa trenta opere dell’artista foggiana, che ha lo scopo di raccontare storie di uomini e donne comuni, attraversati da emozioni e sguardi che si annodano silenziosamente per dar vita ad un mondo interiore particolareggiato e sensibile.

La mostra è frutto di un percorso artistico molto introspettivo: “Un lavoro che ho fatto su me stessa ma che ha lo scopo di accomunare i sentimenti degli altri, i sentimenti collettivi”, spiega. Tutte le tele, sono state concepite nello spazio di pochi mesi, da marzo in poi: “E’ stato un periodo artistico molto produttivo”, ammette.

Pensando a quanti visiteranno la personale, Piccirilli è certa: “Cercherò di consegnare ad ognuno delle emozioni e delle riflessioni, positive o negative che siano. Ovviamente mi auguro che questi volti restituiscano messaggi di positività ma soprattutto che possano avviare una riflessione sulla verità che ognuno di noi possiede e che ha bisogno di esternare”, conclude.

IL PROGETTO | Volti di gente sconosciuta e occasionalmente celebre si alternano in cornici senza tempo, irrompono nello spazio finito del supporto pittorico per reclamare la propria autenticità, quella verità che oggi appare trasgressione e pregiudizio, attrazione e repulsione. In ogni opera vi sono sognatori, pensatori, portatori di coraggio e fierezza senza inganno, immersi in una composta ribellione. Frida, Marzia, Marco e tanti altri nomi popolano i lavori di Stefania Piccirilli, tutti accomunati dalla necessità di riflettere sul valore del sentire, dell’essere, dell’esistere come antidoto alla disgregazione, alla dispersione dell’io.

Dopo gli ultimi anni di isolamento, di solitudine forzata, di insicurezze e preoccupazioni per il futuro, le sue figure sembrano rivendicare quello spazio interiore assai prezioso in cui ritrovarsi e perdersi, in cui ri-costruire la propria personalità e dialogare con il mondo esterno. Le pennellate abbozzate, la scelta del non finito, gli elementi orizzontali e verticali che si inseguono sulla superficie grafico-pittorica, le pagine di giornali strappate, il legno consunto, sono la rappresentazione di una costante ricerca interiore, un conflitto che ci vede accomunati in una battaglia silente e necessaria per non sentirsi diversi, sconfitti.

L’ARTISTA | Nata a Foggia 42 anni fa, Stefania Piccirilli si dedica costantemente all’arte: “Sin da bambina sognavo di fare la pittrice, armeggiare con i colori, dare sfogo alle emozioni taciute, alle insicurezze che appartenevano alla mia infanzia e attraverso esse aiutare gli altri a prendersi cura di sé, ad accogliersi con cura…”. I suoi soggetti, sebbene influenzati da una formazione classica in ambito artistico, si arricchiscono di contaminazioni legate allo studio del colore, all’uso della sintesi compositiva e formale finalizzati a svincolare i soggetti ritratti da ogni forma di eccesso. Negli anni, la sua vocazione per il volto si accentua grazie ai suoi studi nell’ambito delle Arti Terapie e del Microcounseling, da cui consolida l’idea dell’importanza dell’arte come cura e ascolto e come strumento di comunicazione efficace. Spesso nelle sue opere compaiono silenzi fragorosi, labbra serrate che urlano passioni, recuperati da esperienze formative pregresse come gli studi presso l’Ens (Ente Nazionali Sordi), da cui ha appreso il valore inestimabile del tempo e la forza prorompente del linguaggio non verbale. “Gli occhi, le mani, un sorriso lontano e appena accennato per me dicono tutto, racchiudono intenti, paure, volontà che spesso la parola distorce senza possibilità di redenzione. Dal mondo Lis ho appreso la leggerezza di uno sguardo, la purezza di un segno, l’urgenza espressiva di un’emozione e ne ho raccolto la bellezza per elaborare un linguaggio creativo intimo in cui sentirmi libera…”

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