Luigi Lo Cascio, scrittore raffinato: alla Ubik il Peppino Impastato de "I cento passi" presenta il suo primo romanzo
“L’eloquenza in Sicilia è dei morti. Oppure di chi si reputa immortale. Ma in ogni caso stravince il segreto”. Attore e regista di fama internazionale, vincitore del David di Donatello con il film I Cento passi di Marco Tullio Giordana, dove ha interpretato il giovane eroe antimafia Peppino Impastato, amatissimo dal pubblico per le sue prove teatrali e per l’impegno civile che da sempre lo contraddistingue e, adesso, anche come scrittore. Luigi Lo Cascio apre il treno di incontri di cartello della libreria Ubik di Foggia, incontrando i lettori di Capitanata in occasione della sua prima prova narrativa, mercoledì 27 marzo, alle ore 18, nello spazio live di Piazza U. Giordano. A seguire, dopo la presentazione del romanzo dell’artista siciliano, dal titolo Ogni ricordo un fiore (Feltrinelli, 2018), altri quattro importanti autori: lo scrittore e critico letterario Fabio Stassi (28 marzo), l’indiziato numero uno alla vittoria del Premio Strega 2019, Marco Missiroli (29 marzo), e l’eterno outsider della narrativa italiana, Cristiano Cavina (31 marzo). Una carrellata di ospiti di alto profilo – peraltro anticipata dall’ormai popolare e pluripremiato Peppe Millanta, venerdì 22 marzo, e dall’incontro con Chiara Ingrao del 25 marzo, a cura del Comitato Provinciale Arci – che altrove sarebbe un vero e proprio festival, con al centro uno degli attori protagonisti de La meglio gioventù, altro film amato dal pubblico, intercettato dalla libreria Ubik in occasione della sua doppia performance al Teatro U. Giordano (martedì 26 e mercoledì 27 marzo), dove Lo Cascio interpreta Dracula insieme con il collega Sergio Rubini.
Ogni ricordo un fiore (Feltrinelli, 2018). È un viaggiare lento, quello dell’Intercity che da Palermo conduce a Roma, un viaggiare d’altri tempi, interrotto dalle frequenti fermate alle stazioni, dai passeggeri che salgono e scendono, chiacchierano e bisticciano, si addormentano o, nella traversata dello Stretto, lanciano gli oggetti vecchi in mare.
È per questa lentezza che Paride Bruno ha scelto di tornare con il treno che prendeva vent’anni prima, da ragazzo, per godersi la vita che turbina intorno a quei viaggi lunghi – la coppia siciliana che litiga per le parole crociate, la ragazza spaventata e sola che cerca compagnia, il ragazzino dallo sguardo intelligente –, e soprattutto per prendersi il tempo di rileggere la pesante cartellina che porta con sé. Contiene i suoi molti tentativi di romanzo, tutti interrotti al primo punto fermo, perché Paride Bruno ha cercato di cimentarsi in ogni genere e stile, senza però mai riuscire a sceglierne uno, a portare a termine l’opera e potersi così dire scrittore. “Sono un tipico esempio di come agisca in maniera diffusa lo spirito incerto e schizoide dei tempi, per cui, mentre sto appena vivendo un’esperienza, mi sento accerchiato da tutte le cose che in quello stesso istante sto perdendo. E migro. Trasmigro.” Ma proprio questi tanti cominciamenti finiscono per disegnare con precisione la figura del protagonista: in ognuno degli incipit è contenuta una scheggia della sua vita, delle sue ossessioni, delle sue paure e dei suoi desideri. Ogni ricordo un fiore. Tappa dopo tappa, fra una chiacchierata e un sogno, incipit dopo incipit, Paride Bruno sembra riconciliarsi con la sua incompiutezza, con quello “svolazzo di pagine sparse” che è, in fondo, la vita stessa. Luigi Lo Cascio, celebre e premiato attore e regista siciliano, in questa sua opera prima dà prova di essere un autore raffinato, dalla cui scrittura si affacciano modelli illustri, da Manganelli a Gadda, da Bufalino a Consolo, autori classici del nostro Novecento.
Luigi Lo Cascio. Nato a Palermo nel 1967. Diplomatosi all’Accademia di Arte Drammatica Silvio D’Amico nel 1992, comincia subito una prolifica carriera teatrale, arrivando a vincere due volte il premio UBU come miglior attore protagonista con Nella tana di Kafka (da lui anche riscritto e diretto) e Il silenzio dei comunisti, diretto da Luca Ronconi. Nel 2000 Marco Tullio Giordana lo chiama per il ruolo di Peppino Impastato nel film I cento passi, con cui ottiene un David di Donatello. La sua carriera cinematografica prosegue con Luce dei miei occhi di Giuseppe Piccioni (Coppa Volpi alla 58° Mostra del Cinema di Venezia), La meglio gioventù, Buongiorno, notte e molti altri. Nel 2012 esordisce come regista con La città ideale alla 69° Mostra del Cinema di Venezia. Ogni ricordo un fiore (Feltrinelli, 2018) è la sua prima prova narrativa.