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Il Marconi adotta il Kaki di Nagasaki, la piantina “sopravvissuta” all’atomica

Il Liceo Marconi di Foggia adotta il Kaki di Nagasaki come simbolo di pace e di fratellanza tra i popoli per rinnegare l'uso della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti

Il Kaki di Nagasaki, simbolo internazionale della pace, è una pianticella di seconda generazione che il dottor Masayuki Ebinuma, agronomo giapponese, vivente a Nagasaki, divenuto “medico di alberi” ha ricavato, curando una pianta miracolosamente sopravvissuta allo scoppio nucleare del 9 Agosto del 1945. Dal 1994, incoraggiato dai risultati delle cure praticate all’albero malato, ha dedicato se stesso alla nascita di queste pianticelle di seconda generazione, che donava, inizialmente, ai bambini giapponesi in visita alla città dell’orrendo massacro nucleare del 1945, perché curassero la crescita di tali piantine, come  testimoni viventi di pace e di vita che vince la morte. La diffusione dell’arboscello, nel mondo, varcando i confini nazionali, è stata resa possibile grazie al Progetto ”Revive Time”, “Rinascita del tempo” ideato dal professor Tatsuo Miyajima.

Il professor Miyajima, docente ed artista dell’Università di Tokyo, ha trovato nell’arte la sublimazione del dolore lancinante che lo aveva colpito dopo la visita, da bambino, del museo del bombardamento atomico di Hiroshima. La visione dei reperti e delle immagini che documentavano i dolorosi effetti delle radiazioni nucleari sugli esseri umani e sull’intera natura, avevano dato origine ad una sua opera artistica dedicata ad Hiroshima, denominata “La morte del tempo” perché, come scriveva il giornalista Johnathan Shell, “La bomba atomica non solo ruba la vita umana, ma distrugge anche la catena vitale di qualsiasi creatura che si alterna in un ciclo naturale  di vita e di morte. La bomba atomica è la “morte della morte, che pone fine al fenomeno della morte”. L’artista dice “…HIROSHIMA è quel punto di morte del tempo. Ho odiato quella bomba che ha fatto morire il tempo e ho odiato anche la malvagità umana che l’ha creata…”.

L’incontro, poi, nel 1995 a Nagasaki, con il dottor Ebinuma e le sue miracolose e splendide piantine di cachi, “le cui foglie brillavano di vita alla luce del sole“ fanno nascere il progetto “La rinascita del tempo” la vittoria della vita sulla morte, della pace come piantina da curare, coltivare, diffondere nel mondo, perché le nuove generazioni non conoscano mai e mai più gli orrori della guerra. Mercoledì 10 aprile, una di queste piantine proveniente direttamente dal vivaio del dottor Ebinuma, sarà messa a dimora nel cortile interno del Liceo Marconi di Foggia.

Tale evento, dato il suo alto valore simbolico, inserito nel più ampio  Progetto “ Uomo Mondo for Unity” cui la scuola aderisce già da qualche anno, grazie alla collaborazione con l’Associazione Culturale Soroptimist di Foggia, presieduta dalla dottoressa Gigliola Di Filippo, con il patrocinio del Comune di Foggia e dell’Ente Provincia, sarà officiato alla presenza delle autorità scolastiche, civili e religiose, con una cerimonia pubblica, a partire dalle ore 10. L’evento vuole rappresentare un tangibile segno di pace e di fratellanza tra popoli, confessioni e culture differenti, che rinnegano la guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti.

Per legare il lontano oriente con il nostro vicino vissuto storico sugli orrori della guerra, è previsto anche un intervento sui bombardamenti angloamericani del luglio 1943, per commemorare il settantesimo anniversario della strage civile di cui furono vittime la nostra città di Foggia e la sua ignara popolazione nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Sono previsti interventi dell’arcivescovo di Foggia, mons. Francesco Pio Tamburrino, del rappresentante della chiesa greco-ortodossa, del rappresentante della  comunità valdese, del rappresentante della comunità islamica, del presidente della Provincia, dottor Antonio Pepe, del sindaco di Foggia, dottor Gianni Mongelli, del dirigente dell’Ufficio Scolastico regionale, ambito territoriale di Foggia, dottor De Sabato e del professor Giuseppe La Porta che relazionerà sui bombardamenti a Foggia nel 1943. Gli alunni del Liceo presenteranno i loro lavori ed eseguiranno brani coreografici, mentre l’artista foggiano, Gianni Pellegrini, canterà “Cento giornate foggiane”, canzone dedicata all’esperienza della guerra. Sarà, infine, svelata la bandiera della pace, che rimarrà nell’istituto come memoria etica d’impegno formativo dell’intera comunità.

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