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Giovedì, 28 Marzo 2024
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L'orrore dei bombardamenti del 1943 raccontato da Gastone Mazzanti

Lo scrittore pesarese ha incontrato gli studenti del Liceo Scientifico "Gugliemo Marconi" di Foggia dando vita ad una inedita "lezione" di storia

Gastone Mazzanti incontra gli studenti del Liceo Marconi di Foggia e “racconta” loro gli orrori dei bombardamenti angloamericani del 1943. Una lezione di storia fuori dal comune quella vissuta lo scorso 7 ottobre per gli studenti del liceo di via Danimarca, a Foggia, nella giornata organizzata nell’ambito del progetto Uomo-Mondo For Unity, che ha visto come ospite e protagonista lo scrittore pesarese Gastone Mazzanti, che ha presentato il suo libro “Foggia sotto Attacco”.

Gastone Mazzanti si è recato personalmente presso l’Archivio di Stato americano per rintracciare foto e documenti storici che narrassero quella pagina oscura del secondo conflitto mondiale. L’attenzione alle vicende dei bombardamenti alleati sulla città di Foggia, sfata il pregiudizio che tutto il male sia venuto dai Tedeschi, responsabili dell’Olocausto del popolo ebraico, e vuole significare quanto sia crudele la guerra, da qualunque parte la si osservi.

Il Liceo Marconi intende con forza respingere la violenza di matrice bellica, adoperata come mezzo di risoluzione dei conflitti, e vuole invece rimarcare il valore civico e politico dell’articolo 11 della Costituzione Italiana che cita espressamente “l’Italia ripudia la guerra”. Così apre il suo intervento di saluto la dirigente del liceo, professoressa Michelina Boccia, la quale ricorda il ruolo attivo del liceo Marconi nella diffusione della Cultura della Pace, simbolicamente assunto attraverso una cerimonia ufficiale dal 10 aprile del 2013, alla presenza di autorità civili e religiose della nostra provincia, mettendo a dimora ed adottando il Kaki di Nagasaki, emblema internazionale della pace.

Il liceo ha scelto di piantare nel proprio cortile interno alla scuola  questo alberello, venuto da così lontano, per non dimenticare l’orrore della guerra, designando tutti gli alunni del liceo presenti e futuri, genitori adottivi dell’albero, con l’impegno di curarlo e farlo crescere forte e vigoroso. L’arboscello innestato, in pochi mesi, è cresciuto in altezza ed è già pieno di foglie, ed è, con la sua silenziosa presenza, una forte testimonianza della vita che continua, nonostante la barbarie disumana e distruttiva della guerra, e dell’impegno “a non dimenticare”.

Il professor Michele Quintana, referente del progetto “Uomo mondo for Unity”, ha poi ringraziato il Dipartimento di Storia e Filosofia per aver organizzato l’incontro con l’autore Mazzanti, perché ogni atto di ricostruzione della memoria storica è anche inevitabilmente un seme di pace che viene piantato nelle coscienze, e che prolifererà per dare frutto. Il professor Giuseppe La Porta ha ricordato, invece, che ogni giorno la cronaca ci riporta a vivere l’orrore della dimenticanza e della violenza. La strage degli immigrati africani di qualche giorno fa è un esempio eclatante in tal senso. Ricostruire la memoria storica delle vicende vissute dal nostro popolo è doveroso impegno di cittadinanza, a non dimenticare che anche gli italiani sono stati emigranti, in cerca di speranza, in paesi stranieri.

“La storia di Foggia e dei suoi bombardamenti è stata spesso obliata anche dai foggiani che ignorano la crudeltà degli efferati attacchi angloamericani sulla città”, ha esordito Mazzanti. Gli stessi documenti storiografici tacciono dei numerosi attacchi dei B17, i cacciabombardieri che distrussero la città, radendo al suolo Foggia dal 28 maggio e il 22 luglio, dimenticando spesso di citare la data del 19 agosto del ’43, in cui perse la vita la maggior parte dei concittadini bombardati nei pressi della zona stazione e dell’attuale centro città, tra viale XXIV Maggio, Piazza Cavour e la Villa comunale. Fu distrutto anche il cimitero, dove pareva si nascondessero i tedeschi. Ma non fu risparmiato nemmeno il sottopassaggio della stazione, ove ci fu una vera e propria carneficina che tutti i sopravvissuti ricordano come un inferno inenarrabile.

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