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'Questioni Meridionali' accoglie Erri De Luca: "Perchè la parola non va processata"

Anteprima del festival promosso e organizzato da SpazioBaol. Lo scrittore ospite a Foggia, a pochi mesi dal processo che lo vede imputato per istigazione a delinquere per "La parola contraria"

Grande anticipo di ‘Questioni Meridionali’ il festival promosso e organizzato dall’associazione SpazioBaol. A pochi mesi dal processo che lo vede imputato per istigazione a delinquere, Erri De Luca torna a Foggia con la sua parola contraria. Tutto ciò, in attesa di capire quale sarà la sorte di questo piccolo festival messo su con molti sforzi e pochissimi aiuti, e che anche per questo anticipo ha chiamato a raccolta importanti realtà culturali come la Fondazione Apulia Felix, la libreria Ubik, la Biblioteca Provinciale e sociali come Emergency, FrontieraTv, Avvocati di Strada, Amnesty.

Un festival che già nel nome porta i germi di una scelta di campo precisa, netta, secca. Affrontare e parlare di storie di frontiera. Frontiere, confini e linee geografiche che oggi più che mai, come lo erano già ieri e il 3 ottobre 2013, sono fuori luogo, e che devono per forza essere superate per affrontare tematiche evidenti, che di umanità si sfamano che vedono popoli in fuga alimentare flussi migratori a cui finora si è stati incapaci di rispondere in maniera semplicemente umana. Ospite lunedì a Piazza Pulita su La7, la sua preghiera laica “Mare nostro che non sei nei cieli” ha commosso e disarmato tutti come quando ha definito il Paradiso il giardino irrigato che si chiama accoglienza.

Questioni Meridionali ha sostenuto da questo ‘avamposto di resistenza culturale e sociale’, privilegiato certo, la sua parola contraria, per una assurda vicenda giudiziaria, che vuole imbavagliare i poeti e ammutolire le coscienze. Erri De Luca, sarà a Foggia il prossimo 6 maggio, alle 19.30, nell’Auditorium Santa Chiara, per parlare di quella vicenda, raccontata ne “La parola contraria” (Feltrinelli) che lo vede imputato in un processo a Torino per istigazione a delinquere, per aver usato e osato una parola, un verbo che evidentemente non si può: penso che sia giusto sabotare la Tav. Dando per scontato l’assunto che “le parole non si processano, le parole si liberano”, in realtà c’è molto altro in gioco.

Prendendo posizione sulla Tav, De Luca si è schierato. Dalla parte sbagliata, secondo la procura torinese. Ma non è necessario essere anti Tav per provare disagio nei confronti di un processo alle parole, e ‘si può essere in disaccordo con Erri De Luca su tutto e trovare spaventoso che, in una società libera, un giudice stabilisca se quelle parole potevano o no essere pronunciate’, come se il diritto e la libertà di parola, di opinione e di espressione, che sono i cardini di qualsiasi stato democratico, non fossero neanche tutelati nell’articolo 21 della Costituzione.

A questo primo evento, ne seguirà un altro il 9 maggio alle 21 nella stessa location con la proiezione de ‘Leviteaccanto’, il film di Luciano Toriello, regista lucerino, che racconta in un pezzo di puglia, Capitanata, provincia di Foggia, quella di Borgo Mezzanone le storie di quattro migranti richiedenti asilo politico in Italia, ospiti del CARA, invisibili abitanti di casolari di campagna abbandonati. E di queste storie ne mette in evidenza il rapporto con la famiglia. Prodotto da Alessandro Piva con il contributo di Apulia Film Commission, Leviteaccanto ha recentemente partecipato alla 16a edizione del Festival del Cinema Europeo di Lecce.

Questioni Meridionali in questi anni ha declinato tematiche di forte incidenza sociale, ne è venuta fuori una narrazione forte, lacerata a volte, orgogliosa però, uno spazio globale di tematiche, dal lavoro all’integrazione, all’identità, scegliendo linguaggi e alfabeti diversi, dalla letteratura, alla musica, al cinema al teatro, diventando un ‘luogo’ che supera steccati generazionali e argini corporativi. Da qui, da questo avamposto di resistenza culturale e sociale Questioni Meridionali continua a fare il tifo per la parola contraria, ovunque essa s'annidi. 

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