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Foggia ricorda i connazionali trucidati e gettati nelle foibe: 'Quando essere italiani era una colpa'

Manifestazione ieri, 11 febbraio, "Giorno del ricordo" a Palazzo Dogana. Una iniziativa promossa dall'amministrazione comunale e aperta alle scuole della città per ricordare e riflettere

Ieri, nella "Sala del Tribunale" di Palazzo Dogana, l'Amministrazione comunale di Foggia ha celebrato il “Giorno del Ricordo” con un evento intitolato “Quando essere Italiani era una colpa”, organizzato dall’Amministrazione comunale, tramite l’Assessorato alla Pubblica Istruzione, in collaborazione con la compagnia teatrale “Luce in Scena” e con l’I.I.S.S. “Lanza-Perugini” di Foggia.

L'iniziativa era dedicata in particolare alle scuole secondarie superiori della città, che hanno partecipato in massa rappresentate da numerose classi.

Il saluto iniziale è stato affidato al sindaco di Foggia Franco Landella che ha sottolineato l’importanza di questa solennità civile, che ha voluto rendere giustizia alla memoria delle vittime degli eccidi dei soldati titini perpetrati ai danni degli Italiani che vivevano nei territori passati in mano jugoslava ma anche alla dignità violata dei tanti Italiani che furono costretti a lasciare le proprie terre natali di Istria, Dalmazia e di Fiume per trasferirsi come esuli al di là dei nuovi confini italiani.

«Come ha detto il nostro Presidente Mattarella –ha ricordato Landella- non si possono ammettere negazionismi antistorici. Abbiamo organizzato questo evento per ribadire che non esistono eccidi giustificabili e che occorre ricordare quelle terribili vicende per impedire che si ripetano e per promuovere i valori della pacificazione nazionale, della democrazia, della libertà e, ancor prima, della verità che deve essere alla base della storia raccontata nei libri.

La manifestazione è proseguita con il saluto dell’Assessore comunale alla Pubblica Istruzione Claudia Lioia e quindi con una suggestiva esibizione del coro del “Lanza-Perugini”, diretto dal Maestro Giulia Panettieri, che ha eseguito l’inno nazionale italiano, il coro del “Va’ pensiero” dal “Nabucco” di Verdi e “Imagine” di John Lennon.

È toccato, poi, ad alcune performance sceniche degli attori della Compagnia teatrale foggiana “Luce in Scena”, su testi e con la regia di Emanuele Pacca e con il coordinamento di Giuseppe Infante. Giuseppe Marzio, Simona Ianigro, Davide Ventola, Alessandro Renella, Giorgia Pacca, Rosangela Onorato hanno raccontato con efficaci drammatizzazioni le vicende che caratterizzarono le stragi delle foibe e l’esodo istriano e giuliano-dalmata.

Nella successiva relazione storica, l'Onorevole Paolo Agostinacchio, già parlamentare e sindaco di Foggia, ha tratteggiato le vicende storiche che portarono agli eccidi commessi sul finire del secondo conflitto mondiale e negli anni immediatamente seguenti, a seguito migliaia di italiani furono uccisi o feriti e gettati ancora vivi nelle cavitò carsiche che sono note come foibe. Ha poi ricostruito le sottrazioni di ampie aree subite dall’Italia nel dopoguerra a seguito delle strategie delle grandi potenze occidentali che tentavano di attirare, con concessioni territoriali, nella propria sfera di influenza la Jugoslavia del Maresciallo Tito che era chiaramente orientata verso il blocco comunista sovietico. Da quella situazione, nacquero i moti irredentisti, condotti dai tanti cittadini che volevano che quelle terre fossero rese all’Italia. In quei noti persero la vita diversi Italiani, tra i quali il foggiano Leonardo Manzi, allora appena 17enne.

Un momento di ricordo e di riflessione per vicende a lungo ignorate dalla storiografia ufficiale e che solo da pochi anni hanno trovato la giusta attenzione e l’opportuna celebrazione nella solennità civile del “Giorno del Ricordo”.

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