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Giobbe Covatta al Teatro Giordano racconta la favola di 'Polimero, un burattino di plastica'

In scena, al Teatro Giordano, 'Polimero, un burattino di plastica', una favola scritta da Giobbe Covatta insieme al violinista Danilo Rossi

La XIII edizione di Musica Civica è cominciata il 25 settembre con Giobbe Covatta, impegnato nella conversazione 'L'importanza delle favole nella storia dell'umanità' e poi nello spettacolo in prima esecuzione regionale 'Polimero, un burattino di plastica' in veste di voce recitante. Sul palco con lui l’Orchestra Bruno Maderna di Forlì diretta da Stefano Nanni, che ha scritto anche le musiche originali dello spettacolo, e Danilo Rossi prestigiosa e blasonata viola solista.

A cosa servono le favole? Sono davvero solo racconti per bambini, di cui possiamo fare a meno quando diventiamo adulti? A queste ed altre  domande risponderà Giobbe Covatta, disvelando l’antico valore delle fiabe, la loro potenza immaginifica, la loro capacità di trasmettere valori, storie e una visione del creato che potrebbe essere utile, forse, ad avere un mondo migliore.

A seguire lo stesso Giobbe Covatta propone, per la prima volta in Puglia e la seconda in Italia, la favola in musica “ Polimero, un burattino di plastica”. Scritta a più mani, Polimero è il frutto di una collaborazione nata tra Giobbe Covatta, il grande violista italiano Danilo Rossi, il compositore e direttore d’orchestra Stefano Nanni e l’Orchestra Bruno Maderna di Forlì. Dal lavoro di gruppo nasce quindi questa favola ecologista che rivisita in chiave attuale la storia di Pinocchio: il burattino diventa un bambolotto di plastica, dentro alla pancia della balena ci finisce un sacco di plastica, Mangiafuoco è un grande inceneritore, mentre il bambolotto Polimero chiede alla fata di diventare biodegradabile.

L’idea di una favola che raccontasse il problema della plastica e dell’inquinamento del nostro pianeta è nata, come racconta Danilo Rossi, tra un bicchiere di Sangiovese e una piadina romagnola, unendo la dissacrante ironia di Giobbe Covatta al genio compositivo del Maestro Stefano Nanni, complice il suono unico della viola dello stesso Rossi.

Racconta Giobbe Covatta: “Una favola è una tortura che si applica nei confronti dei bambini e che tendenzialmente racconta il periodo storico in cui è stata scritta. Polimero è un bambolotto burattino, come lo era Pinocchio, però è di plastica. Nato in una fabbrica di giocattoli di plastica, cresciuto in mezzo alla plastica, racconta un mondo di plastica. Se il più famoso Pinocchio tentava di migliorare le proprie condizioni di vita e le condizioni di vita di chi gli stava accanto, al punto di chiedere alla fatina di diventare un bambino vero in modo da poter stare vicino a Geppetto, il nostro Polimero invece chiederà alla fatina di diventare un bambolotto biodegradabile, per cercare di evitare di contribuire all’inquinamento e alla distruzione del nostro pianeta”.

Dal punto di vista compositivo, l’opera è pensata quasi come una suite di momenti musicali articolati e compiuti, diversi tra loro, ma che a volte presentano citazioni tematiche già udite, nascoste nella trama contrappuntistica, rievocando i personaggi.

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