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Da ‘Foggia Occupator’ le festività natalizie degli alleati dopo le ferite dei bombardamenti

Gli alleati cercarono di alleviare, per quanto potevano, le sofferenze e i drammi di tanti foggiani. La messa di mezzanotte della vigilia nella Chiesa di Gesù e Maria. I “party” per i figli dei prigionieri di guerra

L’albero di Natale, il presepe, la messa di mezzanotte, Babbo Natale  in giro per la città e nei padiglioni dell’ospedale per portare doni ai piccoli ricoverati e ai bambini poveri; poi concerti, opere teatrali, musiche e danze veglione di fine anno e gare sportive.

Potrebbe sembrare l’elenco degli eventi che, comunemente, vengono organizzati durante il periodo delle festività natalizie e di fine anno, se non fosse per un dettaglio molto importante: stiamo parlando del Natale 1945  e del Capodanno 1946 a Foggia.

A raccontarcelo la famosa rivista:  ‘Foggia Occupator’, stampata in inglese e distribuita tra le forze di occupazione di stanza  nella nostra città. I numeri 5 e 6 della rivista, usciti, rispettivamente, domenica 23 e domenica 30 dicembre 1945, ci raccontano  dei tanti eventi organizzati  per l’occasione dai Comandi alleati e, in particolare dalla ‘American Red Cross’, una delle strutture più importanti e “potenti” presente in Capitanata.
 

Per quanti, sconoscendo la nostra storia, si limitassero a leggere quelle riviste, potrebbe apparire una Foggia festosa e senza problemi ed invece, è necessario ricordare, che alle tante iniziative benefiche in favore dei nostri poveri e dei piccoli, accanto alle manifestazioni sportive, alle rappresentazioni canore presso il teatro Flagella, ed  alle belle giornate  della vigilia, di Natale e del 31 dicembre trascorse tra cenoni nei Circoli Ufficiali e i tanti luoghi di ritrovo dei militari dell’esercito alleato (osterie, bar, trattorie) nei quali si esibivano, tra gli altri,  la celebre orchestra dei Parker Boys del Maestro Garofalo e l’orchestra del Maestro Renzulli, si contrapponeva una Foggia con le ferite dei bombardamenti dell’estate del 43 ancora aperte. 

Gli alleati erano giunti a Foggia sul finire di settembre del 43. L’opera di ricostruzione, morale e civile, era appena all’inizio. Moltissimi nuclei famigliari, rientrati dallo sfollamento nei comuni della provincia e oltre, si arrangiavano come potevano in veri e propri tuguri, spesso dividendoli con gli animali domestici. Eppure, sin dal primo Natale da “liberatori”, dicembre 43, gli alleati cercarono di alleviare, per quanto potevano, le sofferenze e i drammi di tanti foggiani.

Oltre alle tante iniziative in favore dei bambini poveri e dei malati, creavano eventi, quali quelli che si tenevano presso il Flagella o nel nostro stadio comunale, per far trascorrere in spensieratezza qualche ora ai nostri concittadini. Celebri le befane che i soldati alleati organizzavano per i piccoli foggiani; i cori e gli incontri musicali presso la scuola elementare Parisi. La messa di mezzanotte della vigilia nella Chiesa di Gesù e Maria. I “party” per i figli dei prigionieri di guerra.  

Molto più spesso, in occasione delle feste che si tenevano nei circoli militari, erano le ragazze foggiane ad essere invitate a partecipare. A volte nascevano veri e propri amori sfociati in matrimoni tra nostre concittadine e ufficiali alleati che venivano celebrate a Foggia. Ma non erano solo gli alleati ad occuparsi dei bambini e della povertà di molti di loro.

E’ del 1948 un bellissimo numero unico uscito il 23 dicembre 2013, sotto il titolo “Buon Natale: Salviamo l’Infanzia” completamente dedicato ai bambini poveri e disagiati di Foggia. Pensate che se ne contavano più di 40.000 in tutta la provincia!

Oltre al messaggio dell’allora indimenticato Vescovo Monsignor Farina e ai tanti messaggi da parte di autorità civili e militari, veniva dato conto della consegna di oltre tremila pacchi dono ai bambini della provincia e di numerose altre iniziative del “Comitato Provinciale per il Natale dei bimbi poveri” sotto il patrocinio della Croce Rossa Italiana.

C’è una frase, molto significativa, secondo me, nel discorso di Monsignor Farina, che vorrei qui riportare per chiudere questo “amarcord” sul Natale dell’immediato dopoguerra a Foggia. Una frase che sembra anticipare il pensiero di Papa Francesco: “…Prendere sul serio i poveri, fino a considerar propria l’altrui miseria, fino a sentirne dentro casa il peso e la vergogna: ecco il comandamento del Natale. Chi non lo intende, seppur battezzato e cresimato resta un pagano..”

Auguri di buon Natale e Felice anno nuovo a tutti

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