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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Salta di nuovo il festival che ha dato lustro a Troia: "Ormai è tardi"

Le precisazioni di Francesco De Santis, direttore artistico del Festival Troia Teatro. Salta per il terzo anno consecutivo

Per il terzo anno consecutivo il Festival Troia Teatro non si terrà. Una delle rassegne culturali più prestigiose non solo della provincia di Foggia, ma di tutta la Puglia, resterà ferma. E se a bloccare la kermesse nel 2020 e nel 2021 ci aveva pensato la pandemia, quest'anno le motivazioni sono ben diverse. Per la verità, già l'ultima edizione - quella del 2019 - si svolse in forma ridotta. Una versione "pirata", come l'ha definita Francesco De Santis, direttore artistico del Festival: "Nel 2019 rifiutammo il finanziamento triennale garantito dal bando pubblico della Regione Puglia". 

Diverse furono le problematiche che spinsero gli organizzatori a rifiutare la quota del finanziamento: "Anche quello del Comune fu inferiore rispetto a quello che ci aspettavamo. Per questo, non potendo organizzare la manifestazione canonica, decidemmo di realizzare un festival della durata di tre giorni, invitando una serie di artisti che lavorarono gratuitamente", spiega Francesco De Santis. 

Con la pandemia che sembra in fase di regressione e l'eliminazione di tutte le restrizioni, tanti eventi culturali rimasti fermi, ora possono riprendere. Non il festival di Troia: "Una pregevole manifestazione che ha riscosso successo anche a livello nazionale con decine di copioni arrivati da tutta Italia nell’ultima edizione andata in scena. Un festival che, al di là della valenza culturale, era anche una opportunità per il territorio sotto il piano dell’impegno profuso da tanti giovani per lavorarvi edizione dopo edizione", ha commentato il consigliere regionale di Fratelli d'Italia Giannicola De Leonardis, in una nota nella quale ha sollecitato il governo regionale a dare il suo contributo per la rinascita della kermesse. 

"In questi mesi non abbiamo discusso con nessuno. C'è stato un contatto con il Comune di Troia una settimana fa. Ci fa piacere il fatto che la politica se ne interessi. Per quest'anno mancano i tempi, perché per una rassegna come questa, generalmente, ci si organizza da dicembre fino a luglio, per poi andare in scena ad agosto. L'anno prossimo, se ci sarà la volontà, saremo contenti di organizzarla", puntualizza De Santis. 

Tuttavia, la semplice volontà non basta, senza il supporto delle amministrazioni: "Dovremo capire se ci sarà un reale interesse della politica non solo nell'accogliere questa manifestazione, ma anche nel consentirle di crescere. Parliamo di una rassegna nata nel 2005, con una spinta giovanile che adesso non c'è più, vuoi perché non abbiamo più l'età di allora, ma soprattutto perché sono cambiate le volontà e la visione di fare cultura. Parleremo, in primis, con il Comune di Troia". 

Ad alimentare l'incertezza è soprattutto la questione legata ai finanziamenti, uno dei tre motivi per i quali anche nell'estate 2022 il Festival Troia Teatro non avrà luogo. Nel 2017 il Festival si candidò al bando regionale che prevedeva un finanziamento triennale per le attività di spettacolo dal vivo e attività culturali: "Fu approvato solamente nel 2018, ma il finanziamento faceva riferimento al periodo dal 2017 al 2019. Per un festival come il nostro diventa poi problematico partecipare a un bando nel quale si chiede di fare comunque il Festival a prescindere dal fatto che venga o meno finanziato. Inoltre, riteniamo che una kermesse come la nostra non possa essere finanziata nella stessa modalità della Notte della Taranta in Salento, per una serie di ragioni. Sono festival con affluenze differenti. Il nostro è un appuntamento che mette al centro la comunità. Senza contare il fatto relativo ai numeri che ci chiedono e che non intendiamo fare, da quello degli spettatori a quello degli spettacoli a pagamento, mentre dall'altra parte c'è il Comune che ha sempre spinto perché facessimo spettacoli gratuiti. Il bando si scontrava con quella che è l'ossatura del festival. La nostra idea è che non si sia giusto realizzare un unico bando per tutti gli eventi".

"Pesantezze che non ci permettono di pensare a un festival in un determinato modo che non fosse quello di chi ha proposto il bando. Ecco perché - aggiunge De Santis - a lungo andare ci siamo trovati male e abbiamo dovuto rifiutare il finanziamento, subendo una decurtazione da 40mila a circa 13mila euro, una parte dei quali siamo ancora in attesa di ricevere". Epperò, trattasi di una critica che si ferma lì, senza ulteriori strascichi o chiusure definitive: "Se si dovesse ripartire e riprendere il dialogo, vedremo se ci saranno le possibilità di accedere a nuovi finanziamenti regionali". 

C'è poi la questione relativa al Comune: "Noi non ci siamo proposti, ma fino a una settimana fa neppure l'Amministrazione ci ha dato dei segnali. Con l'assessore Aquilino ci siamo dati appuntamento per il prossimo autunno, quando inizieremo a comprendere se ci sono le condizioni. Un festival come il nostro ha bisogno di finanziamenti, soprattutto se si vuole mantenere la gratuità degli spettacoli. Viceversa, bisognerà studiare nuove modalità".

Infine, la pandemia. I tempi piuttosto lunghi che si richiedono alla organizzazione della kermesse, mal si conciliavano con le incertezze legate alle restrizioni, ancora in essere fino a pochi mesi fa: "Non ce la siamo sentita. Lo scorso dicembre non avevamo alcuna certezza di ciò che sarebbe accaduto nei mesi successivi". 

Il Festival Troia Teatro, negli anni, non ha semplicemente dato lustro al centro dei Monti Dauni, ma ha fatto molto di più: "Siamo partiti sempre dall'obiettivo di coinvolgere giovani, anziani, bambini. Fare in modo che quell'appuntamento diventasse non un semplice contenitore di spettacoli, ma una occasione nella quale le persone si trovassero a ragionare e stare insieme. Tutti si sentono parte diretta del Festival e, quando questo accade, si corrobora il sentimento di accoglienza da parte della comunità verso chi viene da fuori. Il nostro slogan "Tutta un'altra Troia", parte proprio da questo principio, dal desiderio della comunità di percepire la propria città - nei giorni in cui si svolge il festival - in una maniera differente da come la si vive nel quotidiano. Questo favorisce una forma attiva del turismo, perché non riguarda solo chi opera direttamente nel settore. L'accoglienza parte dalle persone. Sono loro che possono ricacciare indietro quella forma di turismo passivo, nel quale l'accoglienza si trasforma in invasione".

Ecco perché, per il ruolo sociale che riveste il Festival sin dalla sua prima edizione, gli organizzatori si aspettano dei segnali concreti dalla politica: "Negli ultimi 10 anni abbiamo sempre lanciato una proposta alle varie Amministrazioni comunali che si sono susseguite e che non è mai stata accolta, ovvero, quella di prevedere un finanziamento ad hoc solo per il Festival. Invece, ogni anno la manifestazione rientrava nel contenitore dell'estate troiana, percependo una quota rispetto all'investimento previsto. Riteniamo non sia giusto, se si vuole garantire a questo appuntamento una crescita costante. Ma questo non lo dico perché siamo gli organizzatori, ma perché abbiamo dimostrato concretamente i benefici che la comunità può trarre da un evento del genere". 

Un ruolo sociale che non può prescindere dal coinvolgimento dei più giovani: "È quello che bisognerà fare nel futuro. Nelle ultime problematiche edizioni non siamo riusciti a realizzare questo passaggio generazionale, a far sì che i giovani prendessero in mano l'organizzazione. Creare un gancio tra le varie generazioni è fondamentale, non solo per il valore culturale della rassegna, ma soprattutto per i risvolti sociali. Ne ha bisogno la Capitanata, come la Puglia e, forse, l'Italia intera. C'è un forte scollamento tra generazioni che va sanato. Per questo ci aspettiamo che il Comune sia il nostro primo partner, che non attenda sempre che siamo noi a proporci e a imbastire annualmente una trattativa. Tutto ciò, dopo un po' stanca. Il Festival Troia Teatro è una risorsa. Per questo, ci saremmo aspettati che il Comune si facesse avanti non una settimana fa, ma qualche mese prima. Tuttavia, la volontà di riprendere è stata palesata anche da parte loro. L'abbiamo colta. Vedremo in futuro".

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