"E invece io", Davide Grittani presenta il suo romanzo
Anche il cantautore Riccardo Sinigallia, autore del brano da cui è tratto il titolo del romanzo, prenderà parte alla presentazione di E invece io di Davide Grittani. La prima delle oltre trenta presentazioni organizzate in Italia, in programma mercoledì 26 ottobre p.v. alle 17,00 presso la Sala Fedora del Teatro comunale Umberto Giordano di Foggia. Con l'autore converseranno i giornalistiMicky de Finis (direttore del Centro studi Confindustria Foggia) e Filippo Santigliano (capo redattore della Gazzetta del Mezzogiorno - Edizione Capitanata). Dopo la presentazione al Giordano, E invece io verrà proposto anche agli studenti dei licei foggiani Lanza (14 novembre) e Marconi (15 dicembre), quindi presentato a Cerignola (15 novembre), Torino (24 novembre), Manfredonia (2 dicembre), Gallipoli (3 e 4 dicembre), Bologna (13 gennaio), Milano (14 gennaio), Cagliari (24 febbraio) mentre stanno per essere ufficializzate anche le presentazioni di Trani, Potenza, Cosenza, Catanzaro, Ascoli Piceno, Fano, Napoli, Empoli e Roma (il resto del calendario è in corso di definizione).
Ambientato in larga parte a Foggia, il romanzo E invece io racconta la storia del cronista Alberto Arioli che decide di trasferirsi da Nord a Sud. La sua è una storia ilare e riflessiva, raffinata e al tempo stesso feroce. Storia avvincente, dislocata in tre pianure del mondo (Tavoliere, Padania e Pampa) come se l'autore volesse somministrare al lettore – a partire dalle location – il dubbio che le cose si vedano meglio dal basso. Dalla pianura, appunto. Tutto il libro gioca su questa chiave interpretativa, disinnescando luoghi comuni e aggredendo opinioni cristallizzate soprattutto a causa della superficialità che caratterizza i media. La parodia del PD (che da Democratico diventa Partito dei Demiurghi) e la radiografia di una Forza Italia eternamente in maturazione (che nel romanzo si fa Federazione Illuminata), fanno da ironico sfondo alla narrazione. Caricatura dei tempi, oltre che della povertà degli argomenti offerta dalla classe politica italiana.
Einvece io (Robin Edizioni, Torino 2016; pagg. 216; prezzo di copertina 12,00) in realtà contiene diverse parodie, sottili e dissacratorie, riflessioni che in alcuni casi diventano j'accuse: nei confronti dell'inutilità di talk e talent show; nei confronti di una Sinistra sfigurata da un imborghesimento che ne ha cambiato i connotati; nei confronti di un razzismo taciuto e che, invece, attraversa tutto il Paese; nei confronti dell'informazione che scendendo sul terreno di dialogo dei social media ha smarrito senso e funzione. E il pianeta attorno a cui orbitano queste osservazioni è in realtà un uomo, l'enigmatico Alberto Arioli: giornalista, separato, moderatamente annoiato e imborghesito, emigrato da Pavia a Foggia in un percorso al contrario che come i salmoni Arioli compie opponendosi alle correnti della sua vita: «Vengo dalla campagna senza confini, dall'alta Padania o bassa Lombardia. Dipende dal punto di osservazione e dalle sfumature razziste. Dove vivono genti buie che spediscono le nuove generazioni alla Bocconi mentre quelle vecchie si ammazzano tra loro se disturbate nel sonno dal pianto di un bambino».
Spartiacque della storia il compleanno del protagonista, 50 anni che Alberto intende celebrare con un lungo viaggio in America Latina. Ma poco alla volta, come un cappio intorno al collo, questo viaggio si modella sempre di più attorno ad esigenze ed episodi che paiono naturali ma che invece fanno parte di un'architettura complessa, maestosa e soprattutto pericolosa: la calunnia. Il viaggio si ridimensiona, Alberto visita la più grande pianura del Sud America: la Pampa. «Anzi, devo essere un uomo tagliato per la pianura, se mi sono lasciato alle spalle Padania e Tavoliere e mi trovo in una delle più grandi distese pianeggianti dell'America Latina, qualcosa vorrà dire. Ad esempio che non amo gli scossoni, che mi piace riconoscermi nella dolcezza della terra, attraversarla senza strappi e ammirarla rinunciando all'invadenza delle cime». Ma prima che arrivi a partire, viene tirato in mezzo a un linciaggio: contro di lui si rivolta (paradossalmente) la sua fede nelle parole. La sua stessa vita.