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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Arte del ‘900 e scarabocchi: un legame speciale spiegato dal foggiano Antonio Lo Mele

Il nuovo saggio dell’architetto e artista intitolato “Il disegno infantile nell’arte e nel pensiero visivo” analizza la grafica dei bambini dai due agli otto anni indagandone i rapporti con l’arte del XX secolo

L'arte dello scarabocchio, ovvero una rivalutazione completa del disegno infantile, nella sua struttura simbolica e formale. C'è questo al centro del nuovo saggio di Antonio Torquato Lo Mele pubblicato dalla Gangemi Editore. Architetto, artista, docente di arti applicate e studioso della comunicazione visiva, Lo Mele nel volume intitolato Il disegno infantile nell'arte e nel pensiero visivo analizza in maniera approfondita la grafica dei bambini dai due agli otto anni indagandone i rapporti con l'arte del XX secolo e il pensiero visivo.

In primis, il libro mette in discussione la prevalente interpretazione evolutiva per cui ciò che viene dopo è sempre migliore di quel che viene prima, configurando il disegno infantile come mondo ricco, assolutamente autonomo e congruente al proprio interno. «In altre parole - spiega l'autore - il tratto dei bambini non si giustifica in quanto destinato a trasformarsi in disegno 'corretto' dal punto di vista del realismo visivo, adulto. Esso semplicemente 'appare' in una certa età dell'uomo che siamo abituati a chiamare infanzia. Poi scompare per far posto ad altre stagioni».

Obiettivo del saggio, corredato da disegni di bambini e opere d'arte del secolo scorso, è un'indagine sull'origine della creatività e del pensiero visivo, nonché una riabilitazione di quest'ultimo. «”In un'epoca in cui la pratica della parola ha preso il sopravvento e ogni altro linguaggio è stato relegato in un mondo specializzato - come quello degli artisti -, tracce dell'originario pensiero visivo rimangono intatte quasi solo nell'universo dei bambini - scrive Lo Mele -, che riescono a mettere i loro segni al servizio del significato. Volendo ricorrere ad una metafora, oggi viviamo un po' tutti, purtroppo, in una forma di analfabetismo visivo dalle evidenti ricadute sociali e culturali. Siamo orfani della semplice matita...”. 

Il volume è stato pensato e scritto come testo divulgativo, ma anche, all'occorrenza, come materiale universitario per arricchire la riflessione scientifica sul carattere stesso del disegno infantile, fornendo chiavi di lettura capaci di entrare nel percorso sinergico tra produzione grafica dei bambini e strutture iconografiche degli artisti indagati: Mirò, Fontana, Picasso, Klee, Steiner, Beuys e tanti altri. 

Simboli e scarabocchi: i segreti dei disegni infantili nel saggio di Lo Mele

«Il disegno infantile costituisce, a nostro avviso, non solo un luogo privilegiato in cui la creatività e l'immaginazione si lasciano osservare, ma anche una fonte inesauribile di invenzioni grafiche da conoscere e da esplorare. Con tale indagine il saggio vuole dare un contributo a comprendere la genesi della creatività infantile, coglierne il nesso con testimonianze eventi artistici ed espressioni culturali del XX secolo nel convincimento che ciò possa condurre verso approfondimenti operativi. Non si propone di imitare i bambini ma di percorrere ed esplorare piste da loro intercettate, le quali per tante ragioni - non escluse le convenzioni del realismo visivo - sono state abbandonate. Questo saggio è rivolto non solo agli artisti ai teorici della forma e della figurazione ma anche a coloro che non hanno particolare talento artistico né pensano mai di seguire un'attività del genere, a 'l'homme du commun' direbbe Dubuffet, a coloro che hanno perso l'abitudine di tenere in mano una matita, ritenuta inutile per una presunta incapacità ad usarla. Infine agli educatori, a quanti pensano che il disegno non sia come nello sport agonistico il luogo dove si formano e si esercitano solo i talenti artistici, ma dove si forma il pensiero visivo».

L’autore: Antonio Torquato Lo Mele, architetto, artista, è nato e vive a Foggia. E' stato docente di arti applicate. Nella sua carriera artistica ha realizzato numerose opere di arte applicata, opere grafiche e installazioni. Come grafico e studioso della comunicazione visiva  ha pubblicato, per conto della Soprintendenza Archeologica della  Puglia, Giocare con le Stele (Claudio Grenzi Editore), quaderno pilota sulle problematiche didattiche e formative del patrimonio archeologico. Nella pubblicazione Il Diario di Neo, invece, ha proposto per la prima volta in modo compiuto la sua scrittura per immagini. Nel 1995, su invito del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, ha partecipato in qualità di esperto ad un seminario sulla didattica del museo e del territorio. La Meridiana editrice ha pubblicato il suo racconto per immagini Il Piccolo Audace Frrr (testo di Giuliano Parenti), un’ulteriore sperimentazione del linguaggio verbo-visivo. Come architetto e designer ha curato ed allestito, tra le altre cose, la mostra itinerante Elogio dello Spiare (suggestioni e tracce di comunicazione visiva tra le parole e le immagini) per conto della Biblioteca Provinciale di Foggia e del Comune di Lucca. Attualmente lavora sul rapporto tra design-arte-filosofia elaborando modelli di ricerca in legno. L’ultimo saggio, Il disegno infantile nell'arte e nel pensiero visivo, è stato pubblicato nel 2017 da Gangemi Editore.

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