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I Faberi cantano De Andrè nel carcere di Lucera: "Era l'artista degli ultimi, non dava giudizi"

Far rivivere la poesia di uno dei più grandi poeti del ‘900. Con questo obiettivo la band garganica si è esibita nella casa circondariale. Entusiasmo sulle note di "Don Raffaè"

“Far rivivere la poesia di uno dei più grandi poeti del ‘900”. Questo l’obiettivo dei Faberi, band garganica di talento, che questa mattina ha tenuto un concerto nella Casa Circondariale di Lucera.

Dopo i saluti della responsabile dall’Area Trattamentale, Cinzia Conte, che ha portato i saluti del Direttore del Carcere, Giuseppe Altomare, è intervenuto il rappresentante della Camera Penale di Capitanata, l’avvocato Giovanni Quarticelli. “Vi siamo sempre vicini – ha detto, rivolgendosi ai detenuti presenti – uno dei nostri obiettivi è proprio quello del riconoscimento dei diritti dei ristretti. Quando il direttore Altomare mi ha proposto di organizzare questo momento musicale dedicato a Fabrizio De Andrè ho accettato a scatola chiusa. Mi avevano già parlato della bravura di questa band nel carcere di Andria e sono felice che oggi siano qui a suonare per noi”.

Il concerto si è aperto con “La città vecchia” ed è proseguito con “Signora libertà, signorina fantasia”, “La guerra di Piero” ed altri grandi successi del cantautore genovese. “De Andrè è stato un grande artista – ha raccontato Nicola Fini, cantante del gruppo – il cantante degli ultimi, che non amava dare giudizi morali. I suoi testi invitano ad accettare tutte le condizioni umane”.

L’idea di proporre la rappresentazione musicale in contesti particolari come gli istituti penitenziari nasce dalla poetica di Faber, sempre molto attenta e impegnata verso gli ultimi, verso i diseredati, verso le persone fragili. Per De Andrè il punto sociale più lontano possibile dalla famiglia e dalla classe dominante non era un partito rivoluzionario ma una bettola, una cella o la camera di una prostituta.

Il concerto per i detenuti della Casa Circondariale di Lucera, che hanno applaudito con entusiasmo la band, in particolare quando ha suonato “Don Raffaè”, è stato possibile grazie al prezioso sostegno del corpo della Polizia penitenziaria, diretto dal Commissario Daniela Occhionero. All’evento hanno preso parte rappresentanti dell’UEPE Foggia, del CPIA1 e i volontari del Carcere.

Il CSV, che da alcuni anni sostiene le attività delle associazioni di volontariato all’interno del Carcere, ha partecipato all’iniziativa con Annalisa Graziano, responsabile della promozione del volontariato in ambito penitenziario.

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