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Suoni e radici al "Terravecchia in Festival", da Pietra Montecorvino parte la sfida: costruire corridoi culturali col Gargano

Il Sud, i corridoi culturali e la capacità di fare rete al centro della manifestazione. Il 21 e il 22 settembre appuntamento con "Suoni, Sapori e Colori di Terravecchia".

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

Tradizioni, territorio e cultura, insieme possono generare valore economico e produttivo. È quanto emerso dal “Terravecchia Festival”, svoltosi dal 30 agosto al 1° settembre a Pietramontecorvino, sfidando il clima ballerino di fine estate. La 10^ edizione della manifestazione - organizzata dall’associazione Terravecchia in Folk, in collaborazione con la Pro Loco e con il patrocinio del Comune di Pietramontecorvino - ha creato occasioni di riflessione, confronto e condivisione intorno al tema “Il Sud che Parla” affrontato dagli ospiti durante gli incontri, i concerti e i dj set.

Dal salotto di paglia, allestito nella piazza antistante l’arco gotico di Port’Alta, sono partiti messaggi, appelli e progetti, accolti da un pubblico attento e numeroso. Al centro di tutto la suggestiva idea di costruire “corridoi culturali dal Gargano ai Monti Dauni” perché, ha spiegato Andrea Lamarucciola - direttore artistico del “Terravecchia Festival”- il Gargano ha saputo conservare e raccontare le sue tradizioni. Lo testimoniano eventi importanti che animano il territorio da molti anni, come il Carpino Folk Festival, Festambiente Sud e il Raduno dei Suonatori di Tarantella.

Manifestazioni che vanno avanti, nonostante le difficoltà soprattutto economiche. Si pensi che quest’anno è saltata l’edizione del Carpino Folk Festival, il più antico della provincia di Foggia. Ma gli operatori culturali non si arrendono e continuano ad essere presenti per combattere il deserto culturale, economico e demografico che rischia di impoverire il Sud.

Un “Sud di Pietra”, per usare l’espressione di Raffaele Vescera, che serba una grande civiltà e radici profonde. Come, ad esempio, gli “sciamboli” - ossia i canti in rima con cui le donne, facendosi dondolare sulle altalene, potevano raccontare i loro sentimenti, narrare speranze, amori e difficoltà della vita quotidiana - veri e propri spaccati di un’identità culturale comune dei Monti Dauni.

«Con “Terravecchia Festival” abbiamo tirato fuori le nostre tradizioni, non solo con l’installazione nel salotto di paglia di altalene con sotto scritti gli “sciamboli” , ma anche attraverso la contaminazione - grazie a progetti come Pasta Nera Jazz Project e Metano’s - tra musica, odori e sapori della nostra terra», dichiara Andrea Lamarucciola. A confermare l’importanza dei Festival sul territorio è stato anche Pino Aprile che ha dichiarato: «questi ragazzi stanno facendo qualcosa di immenso, stanno salvando le radici. Hanno il potere nelle loro mani perché sanno chi sono. E più le organizzazioni culturali e le comunità si collegheranno tra loro, più diventeranno forti». Questo sta già accadendo sul territorio, grazie alla collaborazione tra le associazioni e i Festival. E quest’anno è accaduto anche a Pietramontecorvino dove gli organizzatori di “Terravecchia Festival” e “Suoni, sapori e colori di Terravecchia” hanno deciso di unire le forze e fare squadra.

Il 21 e 22 settembre andrà in scena la 32^ edizione di “Suoni, Sapori e Colori di Terravecchia”, evento all’insegna della rievocazione storica e dell’enogastronomia tipica. Durante la due giorni ci saranno conferenze, incontri con archeologi e storici, concerti di musica medievale, artisti di strada e molto altro.

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