Il Jazz in chiave Latina alle Cantine D'Araprì, con il duo Girotto-Biondino
Corrientes tres - cuatro - ocho segundo piso, ascensor… è il verso più famoso di A media luz, uno dei grandi tanghi argentini. Certo, l’Argentina di oggi non può esprimersi in tango, desaparecidos, Maradona, come risuona continuamente in un romanzo di Montalbàn: oggi l’Argentina è un Paese
moderno che si dibatte tra croce e delizie dell’essere un Paese “occidentale” e, come il resto dei Paesi d’occidente, sempre in equilibrio instabile, ha espresso un Papa fortemente innovativo, ha attraversato problemi politici enormi dai quali si è faticosamente affrancato ma… chi può cancellare la nostalgia?
Oggi gli italiani d’Argentina, coloro che, cioè hanno una qualche discendenza italiana sono circa 25 milioni. Come non provare nostalgia per loro? Di questa nostalgia, in una chiave moderna, come l’Argentina di oggi, ci suoneranno Javier Girotto, saxofonista e Luciano Biondini, fisarmonicista, l’11 gennaio nella sala AR.CA. delle cantine d’Araprì.
Chiunque volesse ridurre il jazz del XXI secolo alla sola musica afroamericana statunitense commette un madornale errore musicologico: così come tutti i Paesi del mondo sono divenuti multietnici altrettanto il jazz è divenuto musica multiculturale perché nasce come musica interculturale ed è cresciuta attraverso le contaminazioni, no, meglio, attraverso il contributo di ciascun musicista, nessuno escluso: può un processo culturale essere più democratico?
Javier Girotto, argentino di Cordoba , conosce il Jazz a Buenos Aires, lo studia al prestigioso Berklee College of Music di Boston e lo esporta in tutto il mondo. La sua musica, perciò, non può non avere un forte accento italo-argentino, il ritmo del tango e il linguaggio jazz.
Luciano Biondini nasce a Spoleto, in Umbria: come dire al centro geometrico esatto del jazz in Italia. Come non suonare tutte le musiche del mondo che ti passano davanti anno dopo anno?
Da ricordare che la rassegna Bulle Notes incontra la partnership di Casa Sollievo della Sofferenza, l’ospedale di San Giovanni Rotondo cui la rassegna stessa è dedicata per favorire la raccolta fondi per la ricerca sulle cellule staminali ed ha come sponsor fondanti Michele Sabatino con la sua immancabile degustazione gastronomica e Fornosammarco di Antonio Cera con i suoi premiatissimi prodotti da forno. Aspettatevi una generosa dose di spumanti e vini made in d’Araprì, non foss’altro che per festeggiare l’ennesimo premio ai suoi Riserva Nobile e Dama Forestiera .