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‘Colpevoli’ in scena nel carcere: emozioni e applausi per lo spettacolo ispirato al libro di Annalisa Graziano

Reading, danza, opere d’arte e video hanno commosso i ristretti e tutti i presenti. Uno studente: “Ci siamo messi nel vostri panni, indossando queste t-shirt, da noi realizzate. Non dimenticheremo più voi e questa esperienza”

“Ci siamo messi nel vostri panni, gentili detenuti, indossando questa maglietta. Abbiamo ipotizzato che l'errore da voi commesso, che vi ha portato fin qui, vogliate metterlo alle spalle, fa parte del vostro passato. Un passato buio, nero. Ma crediamo che lo scopo della detenzione a cui siete sottoposti, faccia sbiadire in voi, fino a scomparire, quella aggressività che vi ha reso “colpevoli”, un ricordo da cui ricominciare a vivere una vita nuova. Noi non dimenticheremo più voi e questa esperienza. Vogliamo lasciarvi questa maglietta in modo che anche voi non ci dimentichiate”.

Nelle parole lette da uno studente del liceo artistico “Perugini” di Foggia, al termine dello spettacolo messo in scena nel teatro della Casa Circondariale, uno dei messaggi del progetto “Il carcere tra immaginario e realtà, per superare gli stereotipi legati a ‘chi sta dentro’ e ‘chi sta fuori’”.

Le magliette sono state realizzate a mano dagli studenti della IV B nei giorni scorsi e donate, il 27 febbraio, ai detenuti presenti in platea. Gli studenti del “Perugini” hanno messo in scena un reading toccante, con brani estrapolati dal libro “Colpevoli. Vita dietro (e oltre) le sbarre” di Annalisa Graziano.  “Colpevoli”, edito da la Meridiana con prefazione di don Luigi Ciotti, è un viaggio nelle sezioni dell’Istituto Penitenziario foggiano, tra le celle, le aule scolastiche, i passeggi, nella cucina e in tutti i luoghi accessibili. È, soprattutto, la rivelazione delle storie che ci sono dietro i nomi e le foto segnaletiche cui ci hanno abituati la cronaca nera e giudiziaria. Non solo rapinatori, omicidi, ladri e spacciatori, ma anche uomini, padri, figli e mariti con storie che nessuno aveva ancora raccolto.

Nel corso del pomeriggio sono stati proiettati video realizzati dagli studenti del liceo di Via Imperiale, che hanno associato opere artistiche a frasi contenute nel libro. “Per me la scrittura ha un effetto catartico. Può anche essere un modo per trovare la capacità di gestire quello che si ha dentro. Oggi sento di avere diverse armi pacifiche, per andare avanti dopo anni di introspezione”, le parole di Donato, scritte da due mani candide su sfondo nero. “I migliori anni li ho vissuti qui dentro. Tra mura grigie e sbarre. Un bambino cresciuto in fretta, che ora ha voglia di riprendersi la sua vita”, il desiderio di Matteo su un disegno a colori, con un pezzo di cielo azzurro oltre il muro.

‘Colpevoli’ in scena nel carcere di Foggia con gli studenti del ‘Perugini’: le foto

Una studentessa ha poi danzato per restituire, con i suoi movimenti leggiadri e un sorriso pulito, la speranza a coloro che assistevano allo spettacolo in un innaturale silenzio. Ai lati delle poltrone, altri alunni dipingevano opere ispirate al libro, sul tema della detenzione, ma anche della speranza, del rapporto con le vittime.

Grande l’emozione dei presenti, in primis dei detenuti, che al termine dello spettacolo si sono alzati in piedi per applaudire gli studenti. Commosse anche le autorità, Claudia Lioia, Assessore all’Istruzione del Comune di Foggia, Roberta Jarussi, bibliotecaria della Biblioteca Provinciale, Aldo Ligustro, Presidente della Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, Roberto Lavanna, Membro del CdA della Fondazione dei Monti Uniti e Direttore del CSV Foggia, Sasy Spinelli, referente del Coordinamento Provinciale di Libera, Giuseppe Trecca, Dirigente Scolastico dell’I.I.S.S. “Lanza-Perugini” e Annalisa Graziano, scrittrice e giornalista.

“‘Colpevoli’ ha visto la luce solo 10 mesi fa, anche se a me sembra un’eternità – racconta l’autrice - Mentre scrivevo quelle pagine dolorose pensavo agli studenti che le avrebbero lette, al messaggio di legalità che persone detenute possono trasmettere attraverso le proprie storie di vita. Il piccolo libro giallo è stato una sfida: temevo non sarebbe stato compreso, ma ero convinta che fosse una pagina della nostra città da raccontare. Devo ringraziare la Fondazione dei Monti Uniti e il CSV Foggia, che mi hanno sostenuta fin dall’inizio e molte persone, anche se l’elenco è lungo. Naturalmente, la Direzione, l’Area Trattamentale e il Corpo di polizia penitenziaria, sempre a disposizione, con grande generosità.  Le istituzioni presenti e gli studenti del “Perugini” che, con il loro talento, ci hanno regalato un pomeriggio di emozioni, insieme con i docenti Angela Favia, Maria Grifoni e Michele Sisbarra, che hanno pensato – con alcuni colleghi - a un progetto complesso ma efficace.  Il 27 febbraio il ‘dentro’ e il ‘fuori’, nel teatro della Casa Circondariale, si sono toccati grazie al talento di studenti, alcuni ancora minorenni, che hanno scelto di andare oltre il pregiudizio e di rispettare il dettato costituzionale, nel segno dell’arte. Il ponte, nonostante le (numerose) difficoltà, diventa ogni giorno un po’ più solido, grazie al lavoro e all’energia di tutti. E oggi, come dieci mesi fa, la convinzione è forte: non esiste cemento migliore”.

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