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Anziani ricordano la guerra “Quando a Foggia c’erano gli Americani”

I ricordi della guerra all'Università del Crocese durante la presentazione del nuovo libro di Lucio Masullo

Non è vero, come sento dire da più parti, che i nostri anziani, quelli che hanno vissuto in prima persona gli orrori della guerra e dei bombardamenti su Foggia, vogliono dimenticare e  hanno “rimosso” dalla loro mente la tragedia di cui furono anch’essi vittime.

Loro hanno voglia di ricordare, di rendere partecipi i giovani della loro memoria, ma per far questo occorre qualcuno che sia disposto a spendere un poco del proprio tempo in loro compagnia; qualcuno con i quali queste persone possano parlare e raccontare, che chieda loro di riaprire quel cassetto che per anni, troppi, hanno dovuto tenere chiuso.  

La conferma di questo l’ho avuta ieri pomeriggio, all’Università del Crocese, durante la presentazione, fatta dal comitato per la realizzazione di un monumento alle vittime dei bombardamenti, del nuovo libro di Lucio Masullo : “Quando a Foggia c’erano gli Americani”, il ricavato della cui vendita andrà a beneficio della causa del comitato stesso.

Ebbene, le tante persone intervenute, tra di loro molti anziani, si sono  appassionati agli interventi dei vari relatori, tra i quali: Pino Donataci, moderatore; Alberto Mangano, Presidente del Comitato, Antonio Tannoia, Presidente della prima Circoscrizione, Arpi/Croci, che ospita l’Università; il consigliere e membro del comitato, Salvatore De Martino; Alfonso de Santis, sempre battagliero in prima persona quando si parla di iniziative per ricordare la tragica estate e anch’egli membro del comitato, così come Salvatore Valerio, per finire all’intervento di Tommaso Palermo e Salvatore Aiezza, rispettivamente: segretario e tesoriere del sodalizio.

Al termine, hanno posto loro  tante domande su alcuni aspetti particolare degli eventi raccontati e si sono emozionati nel vedere i cimeli (già esposti con grande successo nel corso dell’incontro precedente) che Tommaso Palermo ha messo in mostra nella sala dell’Università. Agli anziani,  quei cimeli ( elmetti, documenti, un pezzo di bomba, bottoni di una divisa americana  e tanto altro) hanno riportato alla memoria giorni tragicamente trascorsi quando erano ancora ragazzini.

Qualche anziano ha fatto di più: ha portato egli stesso qualche documento o del materiale relativo al periodo dei bombardamenti e della successiva occupazione; materiale che mai nessuno gli aveva richiesto e che forse, era destinato all’oblio come tante altre cose nella nostra Foggia. Poi è stato un susseguirsi di racconti, testimonianze; un moltiplicarsi  di voci, ciascuna delle quali raccontava qualcosa di diverso dagli altri, a dimostrazione che nella comune tragedia ognuno ha avuto un destino diverso dagli altri. Così  è bastato accennare al fenomeno dello sfollamento per sentire altre storie, tutte vere.

Fonti insostituibili, i nostri anziani, che devono, sostengo da sempre, viaggiare  di pari passo  con le fonti scritte: quelle che con pazienza e abnegazione tanti studiosi ricercano negli archivi e tra faldoni e fascicoli ricolmi di carte. La storia è fatta di entrambe le cose. Questa sera, ripeto, ne ho avuta la conferma.

L’Università del Crocese insieme a tutti coloro che lo  vorranno, continuerà ad impegnarsi in questo compito di ridare voce a chi ha vissuto in prima persona la tragedia dei bombardamenti e del successivo sfollamento, per ricostruire quel sottile filo che, mi piace dire, lega la memoria del passato a quella del nostro futuro. Diversamente siamo condannati ad essere dimenticati.

 

 

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