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Economia Isole Tremiti

Rup uno e trino alle Tremiti, scrive il progetto e se lo approva: l’Anac rileva violazioni nei lavori da 20 milioni

Dall’inchiesta avviata dall’Autorità a seguito di un esposto, sono emerse varie anomalie in merito all’utilizzo dei fondi

Il progetto definitivo di un intervento di riqualificazione reca la sua firma, proprio come il parere favorevole, in qualità di responsabile del Settore tecnico del Comune di Tremiti, ed è sempre lui il Rup, oltre a svolgere il ruolo di segretario verbalizzante delle operazioni di gara. È una delle violazioni riscontrate dall’Anac, l’Autorità nazionale Anticorruzione, che ha rilevato anche altre irregolarità e anomalie nella documentazione relativa agli interventi per il rilancio e recupero del complesso abbaziale di San Nicola incluso in un progetto di più ampio recupero dell’intera isola di San Nicola, finanziati nel 2016, quand’era sindaco Antonio Fentini, dal ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo con 20 milioni di euro a valere sulle risorse del Piano stralcio Cultura e Turismo del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020.

In un esposto presentato all’Anac si segnalava uno stato generale di incuria e abbandono, a pochi anni dall’inizio dei lavori finalizzati a valorizzare, in particolare, la marina di San Nicola, l’abbazia di Santa Maria e il torrione del cavaliere. Dall’inchiesta avviata dall’Autorità, sono emerse varie anomalie in merito all’utilizzo dei fondi, tra cui lo svolgimento da parte del Rup delle funzioni di progettista e presidente delle commissioni giudicatrici degli appalti, nell’ambito di diversi interventi.

Al termine dell’istruttoria sui lavori, il presidente dell’Anac, l’avvocato Giuseppe Busia, ha inviato una nota al Comune delle Isole Tremiti e alla Centrale Unica di Committenza. Sotto la lente d’ingrandimento sono finiti 18 interventi. L’Autorità aveva chiesto dettagliate informazioni ma ha ricevuto 18 schede “mancanti delle relazioni esplicative e soprattutto dello stato di avanzamento delle varie procedure”.

È emerso, però, che il responsabile del Servizio Tecnico ha svolto il ruolo di Rup in tutte le procedure di affidamento degli appalti dei lavori e dei servizi tecnici. Anche grazie a ulteriori ricerche sul sito della stazione appaltante, l’Anac ha rilevato che aveva svolto, inoltre, il ruolo di componente della commissione giudicatrice in quasi tutte le gare per l’affidamento dei servizi tecnici e di segretario verbalizzante in tutte quelle per l’affidamento dei lavori. Su 12 appalti di servizi tecnici, “in ben 7 occasioni”, si evidenzia, ha svolto le funzioni di presidente della commissione. Il Rup in questione ha provveduto alla nomina delle commissioni giudicatrici nelle diverse procedure e, in tal caso, un pronunciamento del Consiglio Stato rileva la sussistenza di una situazione di “incompatibilità sostanziale”.

E sempre lui, in qualità di Rup, ha svolto l’incarico di commissario monocratico nell’ambito di tutti gli affidamenti diretti e delle procedure negoziate. A tal proposito, l’Anac ricorda come il progettista di un’opera comunale non possa essere al tempo stesso responsabile del procedimento (Rup), commissario di gara e responsabile del servizio tecnico comunale. Pur non essendoci in base alla normativa un’incompatibilità automatica, “nel caso di specie appare chiaro che lo svolgimento ripetuto e continuo di tali incarichi in un numero rilevante di procedure abbia comportato un’indebita commistione di funzioni, in spregio ai principi di trasparenza e imparzialità che devono guidare l’azione amministrativa”, scrive il presidente.

In merito al progetto redatto dall’architetto che poi ha firmato il parere favorevole l’Anac esprime “particolare perplessità” visto il “paradosso per cui uno stesso soggetto accentra su di sé tutte le funzioni di una procedura pubblica”. Trattandosi di un intervento di importo superiore a 1,5 milioni di euro, il Rup “non avrebbe dovuto provvedere alla redazione dei progetti definitivi ed esecutivi, a nulla rilevando le motivazioni addotte nella determina, ovvero il ‘fine di garantire efficacia ed economicità e celerità all’azione amministrativa in merito alla necessità del rispetto dei tempi di attuazione del programma di investimento’, in quanto una programmazione efficiente avrebbe consentito il rispetto delle tempistiche stabilite”.

Ma non finisce qui, perché è stata rilevata anche una violazione del principio di rotazione dei commissari. In 15 gare per l’affidamento di lavori su 16, le commissioni giudicatrici erano composte sempre dagli stessi tre dipendenti dei comuni di Monte Sant’Angelo, Rodi Garganico e Apricena., e sempre con lo stesso presidente, ad eccezione di una procedura in cui è invece il solito Rup a svolgere le funzioni di commissario presidente. Nelle varie determine di nomina delle commissioni giudicatrici non si fa alcun riferimento alle ragioni che giustificano la ripetuta nomina degli stessi soggetti.

“Dalla ricostruzione svolta – conclude il presidente dell’Anac - emerge quindi un sistematico accentramento di varie funzioni in capo ai medesimi soggetti, in particolar modo del Rup che ha svolto in una pluralità di casi il ruolo di commissario e progettista, nonché dei dipendenti comunali sopra richiamati, nominati commissari in tutte le procedure di lavori, in contrasto con i principi di imparzialità e trasparenza dell’azione amministrativa”.

Nel Comune delle Isole Tremiti, l’architetto che predispone il progetto, ottiene l’approvazione da sé medesimo in quanto responsabile del settore tecnico comunale, affidando poi a se stesso la valutazione delle offerte delle gare, accentrando quindi su di sé tutte le funzioni della procedura pubblica. "Il tutto causando anche possibili danni contabili, a cui potrebbe essere interessato l’esame della Corte dei Conti", scrivono dall'Anac sintentizzando il caso. Da qui il forte richiamo dell’Autorità Anticorruzione al Comune delle Tremiti, con richiesta di comunicazione in tempi rapidi (entro 30 giorni) sui provvedimenti che l’amministrazione comunale intenda assumere per sanare la vicenda.

Anche a seguito di una petizione online dei cittadini che chiedevano alle autorità un’attenta verifica dello stato dei luoghi, erano state presentate ben due interrogazioni al ministro della Cultura, una della Lega e una della Cinquestelle Gisella Naturale. La senatrice M5S oggi non nasconde una grande soddisfazione “perché si trattava di una situazione surreale e davvero triste per un patrimonio unico, luogo dell’anima e Riserva Naturale Protetta.

Per me – afferma Naturale - è stato un profondo dovere denunciare quanto si stava compiendo in evidente conflitto di interessi e con affidamento a professionalità totalmente inadeguate che puntualmente causavano qualche danno”.

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