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Sbattuti fuori anche dai container: tre famiglie non avranno una casa

Esclusi dalla graduatoria per l'assegnazione di un alloggio alternativo. Secondo il Comune, non hanno i requisiti. Loro rivendicano il loro status di residenti, regolarmente censiti

“Verremo sfrattati, non avremo più nulla”: sono le voci che arrivano dagli ultimi container rimasti in piedi in via San Severo, alla periferia di Foggia. Dieci in tutto, ma sette famiglie risultano nella graduatoria degli aventi diritto a un alloggio alternativo, altre tre sono state escluse. Sbattute fuori anche dalle baracche di lamiere: “Finiremo in mezzo a una strada”.

Sono nuclei di tre persone al massimo. Ultimi degli ultimi. Rivendicano il loro status di residenti, regolarmente censiti. E come sempre in questi casi, si innesca una guerra tra poveri che si nutre di sospetti. “È impossibile spiegare le condizioni in cui viviamo”, ormai arcinote. Blatte, topi, macerie, ma era pur sempre la loro casa. Oggi si sono presentati all’Arca Capitanata in via Caggese. Con loro c’era anche Giulia Frascolla, che pur avendo lasciato per prima quel campo ha continuato a battersi per il diritto alla casa dei suoi ex vicini.

Una delegazione di due persone è stata ricevuta dall’amministratore unico, Denny Pascarella. Sono state invitate a inviare una pec o una raccomandata per metterlo a conoscenza formalmente del caso. L’ex Iacp, però, si occupa di reperire gli alloggi e li mette a disposizione del Comune che provvede alle assegnazioni, previa verifica dei requisiti. La delegazione si è spostata, allora, in via Gramsci, negli uffici delle Politiche Abitative. Lì si sarebbero sentiti ripetere che non hanno nessun diritto ad avere una casa.

Le sette famiglie destinate agli alloggi di vico della Pietà attendono la fine dei lavori di ristrutturazione che vanno per le lunghe. Erano convinte che avrebbero lasciato il campo entro metà marzo, ma oggi non hanno ricevuto rassicurazioni in tal senso e, anzi, i tempi sembrano dilatarsi ancora. Quando saranno assegnate le abitazioni, torneranno le ruspe per smantellare quello che resta della baraccopoli simbolo dell’emergenza abitativa della città, ma non l’unica. I legittimi assegnatari promettono di non lasciare indietro nessuno: “Firmiamo solo quando entrano anche gli esclusi, non è giusto”.

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