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Economia

Tra 48 ore la sentenza su Amica: Il Comune a rischio dissesto

Si tratta di stabilire se la società, vessata da una debitoria di 50 milioni di euro, rientra ed opera come società di diritto pubblico oppure di diritto privato. Intanto Dauniambiente si costituisce in giudizio

Ancora 48 ore di passione per l’azienda Amica. Acquisiti ulteriori carteggi ed elementi, il Tribunale di Foggia si è riservato infatti la decisione, che arriverà solo tra due giorni, quando i giudici della sezione fallimentare si esprimeranno sulla richiesta di amministrazione straordinaria inoltrata dall’amministrazione comunale per salvare l’azienda di igiene urbana dal fallimento, decretando lo stato di insolvenza o meno della ex municipalizzata.

E’ questo l’esito dell’udienza tenutasi questa mattina, a Foggia. Si tratta di stabilire, in buona sostanza, se Amica (vessata da una debitoria di 50 milioni di euro) rientra ed opera come società di diritto pubblico o di diritto privato. Solo quest’ultima fattispecie, infatti (il riconoscimento, cioè, ad Amica della definizione giuridica di impresa) ne decreterebbe la “fallibilità” e dunque l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria prevista per le grandi imprese dalla “Prodi-bis”, salvandola dal crack finanziario, dal momento che la massa debitoria se l‘accollerebbe il Ministero con la sospensione immediata di tutti i decreti ingiuntivi ed i pignoramenti.

Ed e’ questo il tentativo esperito in queste ore dal Comune di Foggia, le cui sorti sono legate a doppio filo a quelle di Amica. Un eventuale responso contrario, infatti, (se la sentenza, cioè, dovesse decretare la natura pubblica di Amica e dunque la sua “infallibilità”) comporterebbe il dissesto finanziario anche del Comune di Foggia, che sarebbe chiamato a ripianare l’intera debitoria dell’azienda di Corso del Mezzogiorno. Sulla questione il Ministero dello Sviluppo economico si è già espresso lo scorso 5 agosto con parere favorevole: per Roma, cioè, ci sono i presupposti per concedere l’amministrazione controllata all’azienda di igiene urbana foggiana.

Ma il parere - ribadito anche oggi in aula - non è vincolante. Tuttavia basta a far ben sperare Palazzo di Città. Anche se esiste un precedente poco confortante e risale al maggio scorso: Asia, Cerignola, identica situazione, per i giudici l’azienda cerignolana era infallibile. La debitoria è in capo tutt’oggi all’amministrazione Giannatempo. Certo, le cifre sono diverse. E dunque nel capoluogo si spera. Ma, come narrativa vuole, c’è il classico colpo di scena: la costituzione in giudizio oggi contro la richiesta dell’azienda di Corso del Mezzogiorno di Dauniambiente, società “figlia” di Amica, già fallita, e creditrice nei confronti dell’azienda “madre” di qualcosa come 800mila euro di euro.

Un atto teso a tutelare i creditori di Dauniambiente” spiega Vincenzo Anselmi, presidente dell’omonimo comitato dei creditori nonché ex sindaco della società. “Una eventuale sentenza favorevole all’amministrazione straordinaria per la società controllante (Amica) riguarderebbe anche le controllate (Dauniambiente), con il risultato che la procedura di fallimento di Dauniambiente si chiuderebbe con un nulla di fatto per i creditori, che invece oggi possono rivalersi sul patrimonio della società nonché su Amica”. “Amica - continua Anselmi - ha sempre agito come società di diritto pubblico. Oggi scopre che le conviene ‘essere di diritto privato’ evitare il fallimento e lasciare con un palmo di naso tutti i suoi creditori”.

Ma quanti sono? L’udienza per quantificarli non si è ancora celebrata. Si attende prima il responso sull’amministrazione controllata. Altre 48 ore di tempo, dunque, e saranno chiare le sorti di 270 dipendenti di Corso del Mezzogiorno e, con loro, dell’intera città.

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