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Economia San Severo

Nella terra della 'Quarta Mafia' c'è chi 'semina(menti)' e produce lavoro. Coletta: "I ragazzi hanno voglia di cambiare vita o di mettersi in gioco"

È nato alla fine del 2019, in seguito all'aggiudicazione di un bando pubblico dedicato proprio all'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, appartenenti a quella categoria che gli inglesi identificano con l'acronimo Neet (Neither in Employment or in Education or Training), ovvero giovani che non lavorano né studiano: "La cosa più importante era dare un lavoro a quei ragazzi che, altrimenti, avrebbero fatto tutt'altro nella vita"

Un prestigioso endorsement lo ha rilasciato Carlo Cottarelli, elogiando il progetto, al quale il Corriere della Sera ha dedicato uno spazio poco meno di un mese fa. Perché il progetto 'Seminamenti - l'orto dei principi', promosso dalla cooperativa sociale Attivamente di San Severo persegue un obiettivo ambizioso e socialmente edificante: il riscatto di persone problematiche attraverso il lavoro. Agricoltura sociale, nel vero senso della parola. 

È nato alla fine del 2019, in seguito all'aggiudicazione di un bando pubblico dedicato proprio all'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, appartenenti a quella categoria che gli inglesi identificano con l'acronimo Neet (Neither in Employment or in Education or Training), ovvero giovani che non lavorano né studiano: "La cosa più importante era dare un lavoro a quei ragazzi che, altrimenti, avrebbero fatto tutt'altro nella vita", spiega Matteo Coletta, coordinatore del progetto. Sì, perché il rischio che si corre in una realtà problematica come la Capitanata è proprio questo. I giovani senza obiettivi da perseguire sono quelli che più facilmente possono percorrere le strade sbagliate. 

"Siamo partiti alternando corsi di formazione e pratica sul campo - spiega Coletta -. Il bando consisteva nell'assegnazione di quindici orti sociali dell'Ente Morale 'Michele di Sangro' in contrada Santa Giusta. E i risultati si sono subito visti: "Abbiamo notato che la quantità di prodotti fosse notevole, il che ci ha spinti ad aprire una bottega nella quale oltre a vendere il nostro prodotto fresco, abbiamo pensato di coinvolgere anche altre realtà simili alla nostra che realizzassero prodotti biologici del territorio, come il miele e l'olio della cooperativa Ortovolante (che coinvolge i ragazzi con disabilità), o gli ortaggi dei ragazzi di Altereco (che gestiscono beni confiscati alla mafia), o ancora i cosmetici di Roberto Regina, prodotti dalla bava di lumaca". 

Insomma, il contesto giusto per fare squadra tra realtà che abbinano la coltivazione di prodotti genuini a fini nobili: "La bottega è diventata un aggregatore sociale. Con questi produttori abbiamo anche pensato di cimentarci nell'organizzazione del Mercato della terra Slow Food a San Severo. Domenica prossima ci sarà la quinta edizione", ci dice Coletta. 

A distanza di due anni, il progetto va avanti, anche se i ragazzi rimasti nella cooperativa sono soltanto tre, tutti contrattualizzati. Epperò, per gli altri c'è stata comunque la possibilità di continuare altrove. E anche in questo modo l'obiettivo di 'Seminamenti' è stato raggiunto: "Purtroppo non avevamo la possibilità di contrattualizzarli tutti al termine dei 12 mesi del progetto, ma gli altri sono riusciti a inserirsi in altre aziende agricole. Poi c'è il caso di due ragazzi, con problemi con la giustizia ancora da risolvere, che hanno dovuto rinunciare. Ma siamo in costante contatto con loro, perché durante l'anno di formazione e lavoro sui campi si è creato un rapporto umano solido. Appena avranno risolto i problemi cercheremo di trovare una soluzione anche per loro". 

Ed è proprio attraverso la ricerca di offrire nuove opportunità che la Cooperativa Attivamente prova a dare le risposte più incisive in un territorio nel quale la criminalità continua a proliferare: "La situazione non è delle migliori, ma l'esperienza di questi ragazzi ci dice molto. C'è tanta voglia di mettersi in gioco, di provare a cambiare vita. Prenda quei due ragazzi che hanno dovuto interrompere l'attività. Non erano dispiaciuti per l'attuale situazione, quanto per il fatto di non poter continuare a lavorare con noi. Continuano a cercare il nostro supporto e la rassicurazione che, una volta risolti i rispettivi problemi, un posto per loro ci sarà sempre. C'è ancora speranza di cambiare e loro ne sono la più plastica delle dimostrazioni". 

Ecco perché 'Seminamenti' non resterà un caso isolato: "Abbiamo appena vinto un bando con la Regione, che ci consentirà di consegnare a domicilio i nostri prodotti con le bici elettriche. Attualmente le consegne le facciamo con i nostri mezzi, ma i nostri sono prodotti non trattati, consegnarli con auto alimentate a benzina è un po' un controsenso. La bici elettrica meglio si sposa con i nostri intenti. Grazie a questo nuovo progetto potremmo coinvolgere dai 3 ai 5 ragazzi. Ma ci sono altre idee, come quella di realizzare sempre per l'Ente 'Di Sangro' una piccola fabbrica di quarta gamma di verdure e pane. E il target di ragazzi che vorremmo coinvolgere è lo stesso". 

Perché la speranza e la voglia di cambiare sono i due antidoti più efficaci per continuare a operare in un territorio nel quale la criminalità continua a fare la voce grossa. E se c'è chi, vede nella fuga la via più agevole per realizzarsi, ci sono ancora persone che hanno intenzione di investire sul territorio: "Io ho vissuto sette anni in Germania, partii da solo e poi fui raggiunto dalla mia famiglia. Lavoravo in fabbrica, guadagnavo bene, avevo imparato la lingua. Mi ero costruito una vita. Poi ho capito che quello non era il mio posto, che un buono stipendio senza ambizioni non mi bastasse per andare avanti", racconta Coletta. "Quando mi è stata proposta questa idea da alcuni miei amici che poi sono diventati i soci della cooperativa, mi sono detto 'perché no?' e ho deciso di tornare, per provare, nel mio piccolo, a migliorare la realtà in cui vivo. C'è la possibilità di farlo". 

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