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Saldi invernali 2023, in Puglia e in Capitanata si parte il 5 gennaio: le regole per evitare possibili truffe

Secondo Confcommercio, saranno 15,4 milioni le famiglie italiane che faranno acquisti durante il periodo dei saldi: il giro d’affari previsto si aggira sui 4,7 miliardi di euro, con 304 euro di spesa media a famiglia e 133 di spesa media pro capite. Il dato è quasi in linea con le stime prodotte all’inizio del 2020

Sicilia e Basilicata sono le prime due regioni italiane ad avviare il periodo dei saldi invernali. Nella giornata di domani si aggiungerà la Valle d’Aosta. In tutte le altre regioni, compresa la Puglia, la caccia alle offerte comincerà, come di consueto, il 5 gennaio (ovvero il primo giorno feriale che precede l’Epifania). La durata varierà da regione a regione. In molte zone i saldi si concluderanno a inizio marzo. Faranno eccezione il Lazio (15 febbraio), Liguria (18 febbraio), Puglia e Veneto (28 febbraio). Secondo Confcommercio, saranno 15,4 milioni le famiglie italiane che faranno acquisti durante il periodo dei saldi: il giro d’affari previsto si aggira sui 4,7 miliardi di euro, con 304 euro di spesa media a famiglia e 133 di spesa media pro capite. Il dato è quasi in linea con le stime prodotte all’inizio del 2020 (pochi mesi prima che scoppiasse l’emergenza Covid) – quando Confcommercio previde una spesa di 140 euro pro capite e di 324 a famiglia – e in netto aumento rispetto ai 254 euro del 2021 e ai 275 del 2022.

Meno ottimistiche, invece, le previsioni dell'Osservatorio Nazionale Federconsumatori (Onf), che stima una stagione all'insegna del risparmio e con solo il 24% delle famiglie italiane impegnate ad approfittare di sconti e offerte (-13% rispetto all'anno scorso). A incidere sul calo, secondo l'Osservatorio, oltre alla crisi e ai rincari, anche il prolungato periodo di offerte legato al Black Friday di fine novembre.

I consigli per evitare le truffe

• Prezzi: c’è l’obbligo per il negoziante di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale

• Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo

• Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante

• Modifiche o adattamenti sartoriali: sono a carico del cliente, salvo diversa pattuizione

• Cambi: il cambio dei capi acquistati è generalmente lasciato alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme, nel qual caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso in cui questo non sia possibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro 2 mesi dalla data della scoperta del difetto

• Prova dei cambi: non c’è obbligo, è rimesso alla discrezionalità del negoziante.

Saranno saldi molto apprezzati dai consumatori per l’ampia scelta di prodotti di moda, tendenza e qualità. E saranno veramente tanti ed ottimi gli affari che si potranno fare negli esercizi commerciali e nelle boutique delle nostre città. Maglieria, pantaloni, giacconi, scarpe, accessori saranno ora più che mai oggetto dei desideri per via dei prezzi che non hanno subito aumenti come, invece, in altri settori che hanno risentito dell’inflazione”, ha dichiarato Giulio Felloni, presidente nazionale di Federazione Moda Italia-Confcommercio. “Con queste premesse, stimiamo una crescita dei saldi di oltre il 10%, che sarà più utile alla liquidità piuttosto che ai guadagni che confidiamo possano arrivare dalla rinnovata fiducia che i consumatori ripongono con sempre maggiore frequenza nei nostri negozi, orientati verso future strategie legate alla sostenibilità e all’innovazione”.

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