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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Strutture ricettive in via Gramsci, pronto investimento da 2 milioni. Ritirata la delibera: troppi dubbi sull'interesse pubblico e assessorato vacante

La ditta vuole convertire parte di un immobile in disuso da 15 anni per realizzare residenze turistico-alberghiere. La proposta è pronta da mesi ma la commissione Ambiente e Territorio ha più di una perplessità e il sindaco l'ha momentaneamente ritirata

Residenze turistico-alberghiere ricavate da locali abbandonati da 15 anni e la riqualificazione di via Gramsci a Foggia, con altro verde, illuminazione a led, torrette di ricarica, isola ecologica, panchine e un sistema che rende più visibili le strisce pedonali. Per grandi linee, è il progetto della Grim Srl di Michele Grieco. Si tratta di un investimento da 2 milioni di euro.

Prima, però, bisogna cambiare la destinazione d'uso, richiesta partita ad agosto del 2020. A dicembre è stata stilata la proposta di deliberazione per il Consiglio comunale. Ma il progetto di ristrutturazione con cambio della destinazione d’uso da servizi generali - uffici - a residenze turistico-alberghiere del fabbricato va e viene dall'ufficio della presidenza. Già iscritto all'ordine del giorno e slittato nelle successive sedute tra gli argomenti di seconda convocazione, doveva tornare in aula il 15 aprile.

"Alla luce delle perplessità emerse in sede della terza commissione e delle richieste integrative avanzate dalla stessa, nella considerazione che l'assessorato all'Urbanistica è vacante si ritiene che la proposta di deliberazione n. 217 del 9 dicembre 2020 è da intendersi ritirata per le successive determinazioni", ha comunicato in una nota alla commissione Ambiente e Territorio il sindaco Franco Landella.

I consiglieri ci stanno andando con i piedi di piombo. Il 9 marzo scorso, l'architetto Augusto Marasco, in rappresentanza della ditta proponente, aveva partecipato a un'audizione proprio in terza commissione. La proposta prevede il riuso di una porzione di un fabbricato, lo stesso in cui ha sede il rettorato dell'Università degli Studi, che era stato inizialmente locato a sede degli uffici Telecom e che da 15 anni, dopo la riorganizzazione della società di telecomunicazioni, è in completo stato di disuso.

"La proposta avanzata viene a sostanziarsi in un quadrante urbanistico dove tra l'altro era già prevista la destinazione a residenze turistico alberghiere - ha spiegato - quindi ci sarebbe un riequilibrio della zonizzazione dal punto di vista urbanistico. Il cambio di destinazione d'uso - ha ripetuto - non equivale ad una variante urbanistica". Il progetto rispetterà l'applicazione del protocollo Itaca in tema di sostenibilità.

Ai fini dell'interesse pubblico, la proposta si sostanzia nella realizzazione ex novo di marciapiedi lungo via Gramsci, nel rifacimento dell'impianto di illuminazione, in una serie di interventi di verde pubblico, nella messa in opera di panchine, dell'isola ecologica di fronte al Comune, oltre all'installazione di due colonnine per le ricariche delle automobili elettriche. Inoltre, "in considerazione di eventi luttuosi che ci sono stati in passato proprio su via Gramsci - ha spiegato Marasco - è stato previsto un sistema di tutela del pedone, detto pedone smart, che attraverso sensori dà una serie di segnali luminosi sia all'automobilista che al pedone che in quel momento intende attraversare". Le opere di urbanizzazione primaria sono quantificate in circa 154 mila euro.

L'esterno dell'immobile resterà identico. All'interno saranno realizzati monolocali dotati di angolo cottura e servizi igienici, senza servizi comuni, una tipologia assimilata ai B&B, che non deve intendersi come quella più generale di albergo.

"Mi permetto di aggiungere - ha detto in audizione Marasco - che in un momento di congiuntura economica, qual è quello che sta vivendo il nostro Paese e soprattutto la nostra città, riuscire a trovare un imprenditore che vuole fare un investimento di questo tipo significa non soltanto una boccata d'ossigeno per l'economia locale, sapendo che il settore dell'edilizia oggi, e da qualche anno, sta patendo una serie di problemi, ma anche dal punto di vista occupazionale".

La commissione permanente non è convinta. Per primo, aveva espresso alcune perplessità il consigliere Francesco D'Emilio. Per quanto "tecnicamente fattibile", non riesce a vedere l'interesse pubblico. Sulla proposta così com'è, senza modifiche istruttorie da parte dalla ditta proponente, avrebbe espresso parere contrario. La zona della città interessata dall'intervento, secondo il consigliere, non risponde ai criteri di degrado descritti dalla ditta proponente. L'interesse pubblico per lui non sussiste e il cambio di destinazione d'uso per convertire la destinazione iniziale si può fare ma a titolo oneroso. Ulteriori dubbi sono stati espressi sul contributo straordinario. Il paradosso evidenziato dal consigliere D'Emilio è che l'immobile perde valore anziché acquisirlo con la ristrutturazione.

Solo il consiglio comunale può valutare l'interesse pubblico, come aveva chiarito in una precedente audizione il dirigente Paolo Affatato.

Il giorno dopo avrebbero dovuto proseguire la trattazione ma la riunione è andata deserta. Il parere della commissione non è vincolante. Peraltro, decorsi i termini previsti dal regolamento senza alcun pronunciamento della commissione permanente si procede prescindendo dal parere. Anche perché, nel caso, il Comune potrebbe essere esposto a richieste di risarcimento danni.

Per la commissione, il mancato consumo di suolo, la riconversione funzionale e le opere di compensazione non sono sufficienti a giustificare l'interesse pubblico. Da qui la richiesta di elementi integrativi a supporto del concetto di pubblica utilità e di chiarimenti sulla valutazione del contributo straordinario. Per il momento la delibera salta, in attesa di ulteriori approfondimenti.

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