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Economia

Amiu risponde al PD e mette in chiaro le cose. E la Differenziata? “Va fatta, ma…”

L'ing. Antonio Di Biase e l'avv. Gianfranco Grandaliano rispondono alle dichiarazioni fatte dagli esponenti del Partito Democratico e dal capogruppo de 'Il Pane e le Rose'

In merito a quanto dichiarato nel corso della conferenza stampa tenutasi il 27 gennaio scorso da parte degli esponenti del PD foggiano, Mariano Rauseo, Alfonso De Pellegrino e Pasquale Russo, e dal capogruppo de ‘Il Pane e le Rose’, Augusto Marasco, chiamati in causa sul servizio della raccolta differenziata, i vertici di Amiu Puglia precisano quanto segue: “Amiu Puglia, partecipata dal Comune di Foggia dal Maggio 2014, ha assunto l’impegno, sia con l’Amministrazione precedente - che ha sottoscritto la partecipazione - che con quella attuale, di assicurare l’espletamento del servizio mantenendo i livelli occupazionali senza aumentare il corrispettivo rispetto a quanto riconosciuto in precedenza dall’amministrazione alla curatela fallimentare. Nel contempo si è impegnata a migliorare gli standard qualitativi del servizio incrementando la raccolta differenziata e potenziando la dotazione impiantistica, carente sul territorio, sempre nell’ambito del corrispettivo riconosciuto. Un impegno che la società ha mantenuto con uno sforzo considerevole pur trovandosi di fronte, nelle prime fasi, ad una situazione ereditata nel 2013 a dir poco imbarazzante e straordinariamente complessa per qualsiasi operatore economico subentrante: per lo stato dei mezzi e delle attrezzature trasferite (un ammasso di rottami e di attrezzature inidonee o inadeguate al servizio da svolgere); per i profili di inquadramento contrattuale del personale aziendale consolidatasi negli anni precedenti - che nel trasferimento hanno imposto la conservazione della parte economica – non corrispondente alla organizzazione effettivamente necessaria per il corretto espletamento del servizio”

I vertici aziendali precisano: “Ciononostante, grazie anche alla partecipazione e collaborazione delle maestranze e delle organizzazioni sindacali che hanno compreso lo sforzo che Amiu e la sua proprietà stavano mettendo in campo, il management dell’azienda è riuscito a superare gli scompensi e le problematiche richiamate, ricostruendo un servizio dignitoso e decoroso per la città pure nelle fasi in cui si è operato in condizioni di ordinanza contingibile ed urgente. Si è ricreato un clima di collaborazione e di partecipazione all’interno della struttura assicurando la continuità e la certezza del servizio e a far crescere il senso di sicurezza dei lavoratori che piano piano hanno fatto crescere il loro senso di appartenenza”.

Il direttore Antonio Di Biase e il presidente Antonio Grandaliano proseguono: “Per gli anni 2013, 2014 e 2015 l’unità Operativa Foggia di Amiu Puglia, pure a fronte di un corrispettivo annuale immutato – si rammenta  inferiore  di circa 800mila euro (il 160%  del  possibile incremento dell’ecotassa per la città di Foggia) - ha chiuso il bilancio di esercizio in attivo assicurando per lo stesso periodo il funzionamento senza soluzioni di continuità del servizio di raccolta, di quello di spazzamento e soprattutto il funzionamento dell’impianto di biostabilizzazione. Quest’ultimo, in particolare trovato abbandonato e in parte vandalizzato nonché privo della relativa AIA (lasciata  incredibilmente scadere) unitamente a tutti gli altri adempimenti come quelli relativi alla Certificazione di Prevenzione Incendi”.

E poi ancora, sottolineano l’ingegnere e l’avvocato: “Il management - con caparbietà e competenza - è riuscito a risanare in parte tali incredibili mancanze aprendo una collaborazione con la regione Puglia e la provincia di Foggia, riottenendo l’AIA e ottemperando alle prescrizioni dei vigili del fuoco, rendendo possibile il recupero di un patrimonio importante per la città di Foggia come l’impianto di biostabilizzazione che oggi mette anche al servizio di altre città che ne sono sprovviste (come Andria, Barletta, Trani, Bisceglie, Canosa ecc.) e che pagano tale servizio che vale multipli del valore dell’ecotassa cui si aggiungono spese di trasporto stratosferiche che invece Foggia evita avendo in casa il servizio, risparmiando ed anzi incamerandone importanti ricavi”.

L’Amiu ricorda che nel 2014 “ha staccato un assegno di oltre 200mila euro per gli utili di bilancio al socio Comune di Foggia oltre a trasferire compensi, per la gestione dell’impianto, per diverse centinaia di migliaia di euro. Nel 2015 tali trasferimenti saranno amplificati in seguito al servizio svolto all’impianto per le città della BAT che si aggiungeranno - le prime valutazioni del consuntivo fanno lo fanno già intravedere – ad un’altra cospicua suddivisione degli utili di bilancio. Tutti provenienti per gran parte dalla gestione di un impianto prima lasciato abbandonato a se stesso da qualcuno che oggi accusa altri di cattiva gestione o meglio incapacità e fallimento della gestione societaria”

Purtroppo, “non senza rammarico”, non è potuta intervenire su un altro increscioso abbandono impiantistico che ha riguardato la discarica di soccorso, abbandonata a se stessa ormai da quasi tre anni, che avrebbe dovuto essere oggetto di un importante intervento di risanamento e ripristino, a tutela dell’ambiente circostante, nonché delle finanze dell’amministrazione visto che il mancato completamento dell’opera finanziata con fondi regionali (contestualmente all’impianto BIO), potrebbe dar corso anche a richieste di rimborso dell’intero finanziamento pari a oltre  14 M €. Ma su questo si sta muovendo la nuova amministrazione all’uopo sensibilizzata. Anche il ripristino di tale impianto, oltre a scongiurare possibili danni ambientali e finanziari, potrà ripristinare la piena funzionalità di un impianto produttivo che è un patrimonio del territorio e potrebbe contribuire in maniera considerevole alla riduzione delle spese del servizio con un abbattimento della TARI”.

Fatta questa premessa, Amiu Puglia si sofferma sulla  raccolta differenziata: “Senza volersi soffermare sul fatto che sia pure in maniera non soddisfacente, il valore di RD registrato a Foggia nello scorso dicembre era il quintuplo di quello del 2012, quando si spendeva di più sul servizio, si deve precisare che il servizio di raccolta differenziata segue delle dinamiche molto legate alle esigenze del territorio che devono essere valutate ed applicate con molta accuratezza ed equilibrio onde evitare pericolose impennate del costo di esercizio e scompensi sulla qualità dello stesso. Il progetto che il Comune di Foggia ha presentato nel 2013 alla Regione Puglia e che è stato finanziato per circa 2 M € contiene, al suo interno, alcuni criteri e valutazioni che, si ritiene, si basino su presupposti non rispondenti alle condizioni attuali sia in termini di organizzazione ma, soprattutto, in termini di sostenibilità economica come si leggerà nei punti seguenti”.

L’Amiu intende dare ai foggiani ulteriori elementi a riscontro di quanto affermato nella conferenza stampa dell’opposizione di centrosinistra a Palazzo di Città:

1. AMIU PUGLIA SpA non è stata destinataria di neanche un euro del finanziamento regionale come qualcuno ha fatto intendere. Il finanziamento è stato versato al Comune di Foggia che ha svolto direttamente le gare di appalto per l’acquisizione dei mezzi e delle attrezzature indicate nel progetto. La fornitura dei mezzi, in particolare, è stata completata nei primi mesi del 2014 ed è rimasta, non si è compreso bene perché, inutilizzata per molti mesi prima di essere affidata, con noleggio oneroso, ad Amiu Puglia Spa. nel secondo semestre del 2015.  

2. La società non ha modificato in alcuna parte le modalità di raccolta previste dal progetto approvato e parzialmente finanziato dalla Regione Puglia  che è stato attuato pedissequamente nell’articolazione prevista  per un terzo del territorio previsto dal progetto e denominato comparto A + B.

3. La parte del progetto attuata è stata preceduta, da una attività di formazione e informazione per i singoli nuclei familiari ai quali sono stati consegnati documenti e depliant informativi oltre ad attrezzature e materiali di consumo per il servizio; si deve osservare, per la migliore comprensione di questo aspetto, che il progetto finanziato prevedeva una campagna informativa e di comunicazione con un impegno di oltre 200.000 € nel primo anno, di 100.000 € nei 2 successivi e 50.000 nel 4° e 5° anno. Risorse che l’amministrazione diligentemente avrebbe dovuto prevedere e mettere a disposizione con l’approvazione del finanziamento, per il buon fine del progetto, dopo aver ricevuto la sua approvazione. Invece le risorse disponibili per la campagna di comunicazione nel primo anno sono state pari a un decimo (20.000 €) di quelle ipotizzate a progetto.

4. Il progetto è stato attuato solo per un terzo del territorio, sia al fine di verificare l’attendibilità dei criteri progettuali, sia perché l’’attuazione sull’intero comparto A+B (65000 abitanti) prevede un aumento del personale addetto alla raccolta di circa il 20% (105 contro gli 88 precedenti). Personale non disponibile attualmente il cui impiego aumenterebbe di circa  700.000 € il costo annuale del personale.

5. Le valutazioni di sostenibilità economica/finanziaria contenute nel progetto, inoltre, si basano su presupposti non rispondenti a quelli attuali in misura tale da modificarne nella sostanza il bilancio. La produzione totale annua di rifiuti indifferenziati indicati, ad esempio, è stata ipotizzata in circa 92.000 ton/ anno superiore di oltre il 40% (!!)  rispetto al valore medio registrato negli ultimi 3 anni (65.000 ton) con evidenti riflessi sull’attendibilità di tutte le determinazioni a valle. Inoltre i valori assunti per i costi di recupero della frazione umida sono assolutamente incoerenti rispetto alla realtà attuale. Per l’umido, ad esempio, è stato assunto pari a 70 €/ton rispetto a quello attuale di 100 €/ton (quindi sottostimato di circa il 43%). Per quanto riguarda la frazione plastica, inoltre, viene considerato soltanto il ricavo netto da corrispettivo (276 €/ton) cui viene aggiunto il contributo per la pressatura (35 €/ton) facendo ipotizzare che per ogni ton di plastica raccolta si otterrebbe un ricavo di € 276 + 35 =  € 311 per ton !!!. Ma viene omesso di dire che occorre sostenere un costo di selezione del materiale raccolto pari a circa 100 €/ton e che la media di materiale utile dalla selezione non arriva al 60% del raccolto mentre il resto è scarto che va in discarica. Invece il costo di pressatura è una partita di giro perché per la pressatura tale spesa viene sostenuta e il COREPLA semplicemente rimborsa tale somma. In definitiva per una tonnellata di plastica raccolta il corrispettivo incassato sarebbe in realtà (nella migliore delle ipotesi) = 0,6 x 276 = 165 €/ton (è stata ipotizzata  una maggiorazione dell’89%!). Occorre rammentare, inoltre, a tutti i neo esperti del settore rifiuti, che raccogliere una tonnellata di plastica costa circa 3,5/4 volte in più rispetto all’indifferenziato (300 €/ton contro 80 €/ton) la cui differenza compensa ampiamente il corrispettivo ed in parte anche il mancato smaltimento. Sempre nelle valutazioni economiche è riportato un compenso uguale per carta e cartone ( indicati 90 €/ton) quando la realtà dice la solo la selettiva (cartone imballaggi pari a circa il 50% del raccolto) viene pagata a valori analoghi mentre la congiunta (carta da uffici e cassonetti) viene pagata circa la metà.  In definitiva il costo medio riconosciuto si può determinare in circa 70 €/ton cui bisogna sottrarre un costo di selezione che si può stimare in almeno 40 €/ton. In definitiva il corrispettivo netto sulla carta e cartone si può stimare in poco più di 30 €/ton (è stata riportata una maggiorazione del 200%) senza considerare poi i maggiori costi di raccolta. E’ evidente a tutti, anche a chi non vuole vedere, che l’assunzione di valori base per i calcoli così distanti dalla realtà  per il bilancio economico della operazione ha determinato  una analisi economica che fa apparire poco onerosa l’attuazione del progetto.

Cosa non attendibile perché in effetti l’attuazione di un sistema di raccolta differenziata porta a porta per una città di media grandezza fa lievitare considerevolmente i costi delservizio i cui aumenti superano, nelle condizioni attualmente vigenti nel nostro territorio, largamente gli eventuali maggiori oneri per l’aumento dell’ecotassa. Per fare un esempio il solo aumento del personale per le maggiori unità in più occorrenti nel solo comparto A+B (700.000 € supererebbe l’aumento di ecotassa da 15 a 25,82 €/ton = 10,82x 50.000 ton di biostabilizzato = 541.000 €…). Tanto risulta più evidente se si vanno a leggere i dati, per esempio, di una città virtuosa per la RD, come Salerno, in cui a fronte di 133.000 abitanti viene pagata dai cittadini una TARI (2014) di oltre M€ 41. L’incidenza procapite è, quindi di 308 €/ab contro i 180 €/ab di Foggia allo stato attuale. Che anche con la massima ecotassa possibile (25,82) diventerebbero 184 €/ab…

Allora la differenziata non va fatta? “Assolutamente no. La differenziata deve essere fatta per limitare l’uso delle discariche nel territorio, per minimizzare gli impatti dei rifiuti sull’ambiente, per risparmiare le materie prime, per produrre energia da fonti rinnovabili, per ridurre l’emissione dei gas serra, per ridurre lo sfruttamento del territorio e per tanti altri motivi. Ma può e deve essere eseguita con ponderazione e attenzione senza caricare a dismisura le spese per i cittadini, adottando le modalità più efficaci ed economiche che consentono di massimizzare i risultati al minimo costo.  E questo si fa anche strutturando la rete impiantistica nel territorio ed effettuando in proprio le operazioni di trattamento e recupero avviando, nel contempo, servizi compatibili con il territorio e con le disponibilità della cittadinanza.

Evidenziano i vertici dell’azienda barese: “Ci stiamo muovendo in questo solco inserendo, di concerto con l’amministrazione, il potenziamento degli impianti di selezione e recupero nel proprio piano industriale mentre, in questi giorni, sta approntando con il proprio management importanti interventi mirati sul territorio che partiranno con una zona di RD di prossimità nell’area rossa e in particolare nella porzione di territorio compresa tra viale Ofanto, Viale Michelangelo, Via Bari e C.so Roma. Per questo si adopereranno anche i finanziamenti per le attrezzature che il COMIECO ha deciso di  riconoscere ad AMIU per la città di Foggia grazie all’affidabilità dei risultati raggiunti su Bari”.

E lanciano il progetto ‘Villaggio Artigiani’: “E’ pronto, sarà effettuato un domiciliare con contenitori dedicati per tutte le utenze artigianali e quelle promiscue. Per la modifica del servizio sul comparto A+B stiamo aspettando anche il contributo di studio del CONAI che sta collaborando con noi e con l’Amministrazione Comunale per la determinazione di un progetto complessivo sulla città. Si sta lavorando tanto e, questo i cittadini devono saperlo, con competenza e dedizione e soprattutto con l’obiettivo di non far decollare le tasse per i cittadini”.

L’azienda conclude: “Raggiungere i migliori risultati possibili in termini di qualità di servizio, dell’ambiente urbano e dell’utilizzo delle risorse utilizzando quelle già a disposizione e migliorando gli standard delle prestazioni magari restituendo ai soci (i Comuni e quindi ai cittadini) risorse impiegabili in altri settori o altri servizi. Ai foggiani chiediamo di partecipare con convincimento e un minimo di pazienza a questo processo valutando l’operato dell’azienda, di cui sono comproprietari, a 360 gradi e nel tempo. Il passato, il presente ed il futuro. Ma soprattutto i fatti e i numeri".

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