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Venti milioni di euro per le imprese sociali, pubblicato l'avviso pubblico: c'è tempo fino al 30 aprile per candidarsi

L’Avviso Pubblico a sportello è stato adottato nell’ambito di PugliaSocialeIN e si rivolge alle imprese sociali e alle cooperative sociali e ai loro consorzi, con una dotazione finanziaria pari a 20 milioni di Euro, a valere sull’Azione 3.2 del POR Puglia 2014-2020, sotto forma di aiuti de minimis

“Tra le azioni più importanti dell’assessorato al Welfare ritengo ci siano la promozione dell’innovazione sociale e lo sviluppo dell’economia sociale. Per questo voglio ricordare che fino al 30 aprile si possono presentare le candidature per l’Avviso Pubblico per il finanziamento di interventi di sostegno all’avvio e al rafforzamento delle imprese sociali, ovvero quelle in cui il valore economico si integra con il valore sociale prodotto per le comunità di riferimento,  intervenendo in settori che privilegino la valorizzazione del territorio, l’integrazione tra generazioni e l’inclusione sociale”, così l’assessora al Welfare della Regione Puglia Rosa Barone.

L’Avviso Pubblico a sportello è stato adottato dalla Regione Puglia, nell’ambito di PugliaSocialeIN e si rivolge alle imprese sociali e alle cooperative sociali e ai loro consorzi, con una dotazione  finanziaria pari a 20 milioni di Euro, a valere sull’Azione 3.2 del POR Puglia 2014-2020, sotto forma di  aiuti de minimis. Le proposte progettuali dovranno svilupparsi nell’arco temporale massimo di 18 mesi dall’avvio, e  dovranno necessariamente concludersi entro il 31/12/2023. Gli obiettivi sono il sostegno alle sperimentazioni di servizi, iniziative, attività, prodotti o soggetti di  innovazione sociale, che valorizzino il contributo degli utenti nella progettazione e nella  realizzazione dei servizi, la valorizzazione di risorse latenti e/o sottoutilizzate della società, le  connessioni territoriali e la valorizzazione delle identità locali; la creazione di processi di innovazione che consentano di generare un cambiamento nelle relazioni sociali e rispondano a nuovi bisogni ancora non soddisfatti dal mercato e dallo Stato, o crei risposte più soddisfacenti a bisogni esistenti;  l’integrazione socio lavorativa di comunità marginali e soggetti  svantaggiati e della tutela e rigenerazione delle risorse naturali. 

“Le aree prioritarie di intervento - conclude Barone - spaziano dall’attrattività del territorio con modelli innovativi e diffusi all’agricoltura sociale; dal sostegno alle attività di accompagnamento al lavoro per le fasce più deboli al recupero dei mestieri tradizionali, fino alla promozione della cittadinanza attiva per il contrasto all’illegalità”.

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