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Foggia penultima? Gatta: "Capitanata è ferma al palo, Regione ci aiuti". Miglio: "Illegalità la consuma"

Cosa pensano i presidenti della Provincia, ex e attuale, della classifica del Sole 24 ore? Per Nicola Gatta il risultato è deludente e punta il dito anche contro il suo predecessore. Miglio: "Classifica non è Bibbia"

“Purtroppo abbiamo tante risorse che non siamo ancora riusciti a mettere a sistema. Mare, monti, l’intera piana che ha quel valore aggiunto dal punto di vista agricolo e che non si riesce a mettere a reddito”. Quando lo raggiungiamo telefonicamente per una dichiarazione sul penultimo posto “conquistato” dalla provincia di Foggia nella classifica Qualità della Vita della Vita, il neopresidente Nicola Gatta è in viaggio per Roma. Praticamente lo notiziamo noi, dando la stura ad un chaier de doléances robusto e sconfortante. “Altro tema urgente è quello delle infrastrutture”, dichiara Gatta, per il quale “si parla tanto ma la verità è che non si riesce a far fermare un treno a Foggia né a far decollare un aereo da Foggia”. Per non parlare del “sistema viario, assolutamente inadeguato”. Né schiarite si scorgono all’orizzonte, se non in piccola parte. Il Contratto istituzionale con la Presidenza del Consiglio dei Ministri “dubito che la Capitanata riuscirà a siglarlo per la fine dell’anno” e il Patto per la Puglia, col suo portafoglio pesante di risorse,  ancora fermo al palo. Gatta, da poco insediatosi, sta sperimentando evidentemente tutta la lentezza della macchina politico-istituzionale: “Eccetto il consorzio di bonifica, che ha progetti immediatamente cantierabili, e gli interventi per le strade dei Monti Dauni, che sbloccheremo nei primi giorni dell’anno nuovo (30milioni di euro, ndr), il resto è in stallo” fa sapere il presidente. E di tempo ne è passato. Perchè?

“Le responsabilità sono nella politica”, dice senza mezzi termini il sindaco di Candela, ma anche in quel segmento economico che non è riuscito ad andare oltre la cementificazione. “Fino a quando a Foggia funzionava il mercato immobiliare, avevamo imprenditori interessati solo al mattone” affonda. E poi in quella “burocrazia farraginosa che non ci consente di giocare sulla competitività”. A proposito di competitività, “ho partecipato alla prima riunione dell’Asi di Foggia” ci spiega, “ebbene, in quella sede ho posto la questione Zes perché è impensabile che un intervento del genere tenga fuori realtà come quella di Lucera, di Cerignola, della zona industriale Ascoli – Candela”. Le Zes (Zone economiche speciali) sono aree individuate per legge nelle quali la crescita economica viene aiutata da una serie di misure speciali, appunto, quali la defiscalizzazione e la semplificazione burocratica. “Interi territori sono stati tenuti fuori” secondo Gatta, “territori importanti, che hanno necessità di sviluppare una capacità attrattiva maggiore”. Motivo per cui “ho chiesto in quella sede di rivedere i perimetri delle Zes pugliesi”. Il sindaco ha visione. E’ l’unico ad oggi a parlare di Matera 2019 come di una realtà che andava sfruttata diversamente. “Per la Regione Puglia esiste solo Bari. La Murgia è l’unica area messa in connessione con questo grande evento del sud, sia dal punto di vista economico che di iniziative. Esistono le delibere – tuona- noi siamo tagliati fuori”. Eppure Gatta li vede i pullman che partono da varie parti d’Italia per andare a Matera e al ritorno si fermano a Candela, tanto più in questo periodo natalizio, in cui il paese dauno pullula di iniziative. “La politica regionale ci deve dare una mano” dichiara, “noi siamo una provincia-regione, non è possibile essere trattati alla stregua di altre province (se va bene, ndr)”. Per non parlare dell’ultimo incontro con Michele Emiliano e i suoi assessori foggiani sul dissesto idrogeologico: “I Comuni non hanno capacità di indebitamento, prendersela con i dirigenti è assurdo, è la Regione a gestire tutto e serve un fondo che finanzi per intero i progetti”.

“Anche noi ovviamente dobbiamo fare la nostra parte – continua Gatta-. Al primo consiglio, ad esempio, ho messo mano alla questione COSAP, è una cosa che può cambiare le sorti del sistema infrastrutturale viario, dandoci la possibilità di incassare soldi, 4 -5 milioni di euro sono tanti rispetto al nulla! Mi chiedo: quanti anni abbiamo perso? Nessuno se ne era accorto? Io francamente non lo so”. L’ex presidente Miglio? “Ha fatto molto dal punto di vista della legalità e della programmazione però, diciamocelo, dal punto di vista politico era fortissimo, aveva Regione e Governo dalla sua parte, purtroppo però non è stato presente nel Palazzo, ha delegato agli altri ed è chiaro che un conto è il presidente, un altro sono i consiglieri”.

Dichiarazioni che tengono dentro responsabilità diffuse, che partono dalla politica regionale (e dai suoi referenti foggiani) e finiscono a San Severo, città di cui Miglio è sindaco. “Al sindaco di Candela, che è un paesino e non un centro di 50mila abitanti, auguro di riuscire ad essere molto più presente, se questo ritiene essere il problema di fondo. Io penso di aver fatto molto, in un periodo difficile per le Province: ho salvato un ente dal dissesto, mettendo in sicurezza i conti; ho salvaguardo il personale, aprendo oggi anche alla possibilità di assunzioni, ho programmato interventi a cui oggi lui può dare inizio e per i quali ci sono moltissimi soldi. Non deve che lavorare e mettere a valore ciò che gli abbiamo lasciato” replica l’ex presidente di Palazzo Dogana, per il quale la valutazione di Gatta è ingenerosa. “Detto questo, la Capitanata è certamente una provincia difficile ma le classifiche lasciano il tempo che trovano, non sono la Bibbia: realtà diversissime non possono essere messe a confronto utilizzando una griglia prestampata e che non tiene conto di numerose variabili. Su molti fronti abbiamo lavorato pancia a terra e abbiamo imboccato la strada giusta. Ci sono variabili culturali che hanno bisogno di più tempo, gap datati di cui è stata responsabile una politica miope e indifferente non si possono recuperare in pochi anni. Così come vanno eliminati meccanismi burocratici farraginosi, snellire e semplificare, defiscalizzare, aiutare le imprese, aprire le finestre, si soffoca per certi versi”. Il sindaco di San Severo ha un pallino fisso: “E’ la legalità la chiave di tutto. E’ l’illegalità quella che consuma questa terra, depauperandola. E questo non lo risolvi in quattro anni. Ma puoi iniziare. Lo Stato c’è, ma dobbiamo esserci anche noi. E questa è la sfida più grande e più difficile” conclude Miglio.  

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