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Martedì, 16 Aprile 2024

L'ultima beffa ai ristoratori foggiani: per i risarcimenti serve il Durc. La Regione Puglia ha le mani legate: "È la legge"

Un gruppo di operatori ha bloccato oggi la Camera di Commercio per protestare contro una condizione prevista dal bando ristori che giudicano capestro: dopo 11 mesi di chiusura, infatti, è difficile attestare la regolarità contributiva

L’erogazione dei ristori per la chiusura forzata durante la settimana dell’Immacolata in 20 comuni pugliesi è subordinata alla presentazione del Durc, il Documento Unico di Regolarità Contributiva, anche in forma di autocertificazione. Lo impone la legge nazionale e non dipende dalla Regione Puglia che, però, nel bando non ha previsto l'esclusione: in caso di Durc irregolare, infatti, il rimborso avviene in forma di compensazione del debito con l'erario. 

La clausola ha scatenato la protesta dei ristoratori che oggi, dalle 8.30, hanno bloccato la Camera di Commercio di Foggia, l’ente a cui la Regione Puglia ha affidato la gestione del bando destinato alle imprese costrette ad abbassare la saracinesca dall'8 al 14 dicembre, quando 20 comuni delle province di Foggia, Bat e Bari - 14 solo in Capitanata - sono tornati in zona arancione mentre gli altri erano in zona gialla. Una trentina di operatori, perlopiù aderenti all’Arb Foggia - Associazione Ristoratori Baristi presieduta da Rino Buonpensiero, ha inscenato la protesta pacifica per un paio d’ore. Hanno chiesto un incontro con l'assessore regionale al Bilancio Raffaele Piemontese, o chi per lui, altrimenti non si sarebbero mossi da lì. 

Dopo 11 mesi di chiusura o aperture a intermittenza è difficile avere il Durc in regola. Logica e buonsenso devono fare i conti, però, con la burocrazia e le leggi. Secondo le informazioni in loro possesso, all'indomani dell'apertura del bando, su 246 domande presentate solo otto sarebbero risultate in regola. Proprio questa mattina gli uffici avrebbero accelerato l’erogazione dei ristori per le imprese che hanno presentato richiesta regolarmente corredata dal Durc o autocertificazione, che sarebbero arrivate oltre quota 400. 

A ciascun imprenditore spetterebbero dai 500 ai 700 euro, più o meno queste sono le cifre. Se scattasse il meccanismo della compensazione, però, non potrebbero fare affidamento su quel ristoro come iniezione di liquidità, per quanto esigua. “È un risarcimento danni”, hanno ripetuto gli operatori che considerano assurda la richiesta del Durc e si appellano alle rassicurazioni ricevute lo scorso 9 dicembre in prefettura in un tavolo tecnico con la partecipazione del vicepresidente della Regione Puglia Raffaele Piemontese. 

Sul posto sono arrivati Polizia, Digos e Carabinieri. La Prefettura era stata informata. I manifestanti erano disposti, però, anche a prendersi una multa.

“Per arrivare a questo - ha detto uno di loro - potete capire che ormai siamo alla canna del gas”. Comprensibile l’esasperazione dei ristoratori agli occhi dei cittadini: “Ci hanno fatto entrare uno alla volta per sbrigare le pratiche. Siamo solidali con loro”, ha tenuto a precisare un utente, scagionandoli con la prova di un'operazione avvenuta dall'eventuale accusa di interruzione di pubblico servizio. 

La protesta è rientrata alle 10.45 con un applauso liberatorio alla segretaria generale della Camera di Commercio Lorella Palladino che ha mediato per fissare un appuntamento in prefettura alle 17. Obiettivo raggiunto. “A me dispiace che non ci vediate dalla vostra parte, perché noi ce la stiamo mettendo tutta”, ha detto agli operatori.

L'assessore regionale al Bilancio Raffaele Piemontese, a sua volta informato dal prefetto, si è reso disponibile a fornire chiarimenti. Trattenuto a Bari da impegni istituzionali, si collegherà in videoconferenza pur di partecipare all'incontro. "Il Durc è un obbligo di legge nazionale per tutte le amministrazioni che devono erogare fondi", è quello che chiarirà anche nel pomeriggio e che anticipa a FoggiaToday. "Abbiamo previsto che non ci sia una esclusione a monte, non bisogna presentare il Durc ma un'autocertificazione e, in caso di Durc irregolare, si può partecipare lo stesso e ottenere il ristoro in forma di compensazione. Non escludiamo nessuno". La somma, in pratica, viene stornata, ad esempio, dal debito contribuitivo con l'Inps. Solo il Governo centrale potrebbe concedere la deroga. Ma in assenza di un intervento da Roma e un'eventuale nota attraverso le prefetture, la Regione avrebbe le mani legate. "Non vi è discrezionalità politica - chiarisce l'assessore - è la legge".

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