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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

L'idea per dare una seconda vita all'area dell'Istituto Poligrafico: ecco 'Parco Paglia', il progetto che celebra l'identità del territorio

Il progetto è stato messo a punto dagli architetti di Studio Ideam (i pugliesi Francesco Marzulli e Davide De Leo) con i paesaggisti di Bengala Landascape (Enrico Turini, Elena Varini e Francesca Cosmai), risultato 2° classificato al concorso internazionale di idee indetto dalla Zecca dello Stato

Il progetto su ‘Parco Paglia’ è una sfida. Quella lanciata da un pool di architetti e progettisti per ‘celebrare’ l’identità e l’essenza del territorio foggiano, creando allo stesso tempo occasioni di produzione, attrattività e socialità.

Insomma, dare una seconda chance alla vasta area situata alle porte di Foggia e annessa all'Istituto Poligrafico dello Stato e dell’ex centro chimico militare ‘Saronio’. L’idea è stata messa a punto dagli architetti di Studio Ideam (i pugliesi Francesco Marzulli e Davide De Leo) con i paesaggisti di Bengala Landascape (Enrico Turini, Elena Varini e Francesca Cosmai) che, insieme, hanno firmato il progetto risultato 2° classificato al concorso internazionale di idee indetto dalla Zecca dello Stato.

Il concorso valutava proposte in grado di rinnovare l'area attraverso idee innovative e soluzioni progettuali che riuscissero ad integrarsi con il territorio e con il contesto locale, valorizzando allo stesso tempo le risorse ambientali, storiche e industriali presenti, migliorando la qualità della vita e il benessere della cittadinanza. “E’ stata una sfida molto interessante”, spiega a FoggiaToday Francesco Marzulli. “Questo progetto ci ha permesso di lavorare su un tema, quello della restituzione di aree urbane alla natura, che abbiamo potuto sperimentare largamente all’estero, ma che non trova adeguato spazio nella pianificazione territoriale. In questa occasione, ci siamo confrontati con la realizzazione di un parco urbano, a servizio della città di Foggia ma anche delle comunità limitrofe, che fosse ‘sostenibile’ dal punto di vista naturalistico, economico ed energetico”, spiega.

IL PROGETTO | Il parco ha una valenza multipla: naturalistica, ecologica, ricreativa e produttiva. “Intorno agli edifici già esistenti, abbiamo realizzato un grande segno, una ‘matrice’ impressa nel territorio che collega e fa dialogare i vari elementi, quelli già esistenti e quelli di nuova introduzione, che faranno parte del parco”, spiega. Lo spazio viene, quindi, ri-strutturato attraverso questo segno riconoscibile e identitario, ispirato alla trama agricola del paesaggio circonstante, ma reinterpretato e razionalizzato, fino a diventarne la matrice organica. “Un’impronta identitaria, come una filigrana impressa sul territorio per rivelarne l’unicità, il valore, fondendo il tema del paesaggio agricolo e la memoria del luogo, da sempre collegata alla storia del Poligrafico”, si legge nel progetto. “Uno spazio funzionale e versatile, adatto ad ospitare una compresenza di interessi diversificati e diventare un polo multifunzionale che non perde in unitarietà e riconoscibilità”.

I PERCORSI | “Altrettanto importante - spiegano i progettisti - è stata l'individuazione di nuove funzioni per ‘riattivare’ il parco, di strategie per riavvicinare la città e l'uomo e per sfruttare energeticamente i fattori climatici e ambientali”. Quattro i differenti percorsi individuati: quello principale, lineare, che collega gli accessi alle preesistenze storico-culturali del parco; il percorso naturalistico, curvilineo, ispirato al segno dei tratturi, che attraversa tutte le aree e collega i principali nodi fruitivi; le aree boscate, ispirate ai boschi residuali del paesaggio del tavoliere, preziose per la biodiversità e per il comfort ambientale dei fruitori; l’area umida naturalistica, ricavata dalla modellazione delle esistenti depressioni del suolo per ricreare una zona acquitrinosa che rivitalizzi la zona dal punto di vista faunistico. “Sarà - assicurano i progettisti - il cuore dello sviluppo della biodiversità”.

L’INVESTIMENTO | “Dietro al progetto su ‘Parco Paglia’ c’è un percorso a step, affinché i primi investimenti diventino produttivi per sostenere i successivi”, continua Marzulli. “Si tratta di un’opera per complessivi 5milioni di euro, ma distinta in più fasi: 825mila euro per il passo iniziale (il parco naturalistico), 1.200mila euro per il parco produttivo, che genera economia veloce. A seguire sono previsti gli interventi per il parco ricreativo, con attrezzature per attività sportive, tempo libero e spazi aggregativi, e infine il parco culturale, con annesso museo del territorio. Un percorso così strutturato permette di rendere l’area progressivamente viva e frequentata (senza rischi di ‘cattedrali nel deserto’), permettendo il ripristino graduale della natura dei luoghi”.

L’IDENTITA’ RITROVATA | Parco Paglia racconta e valorizza l’identità del territorio: “ll progetto ha inizio con un semplice quanto arcaico e simbolico gesto: la semina”. Ed è stata questa la sua carta vincente. “Il nostro progetto può essere realizzato solo in quell’area, perché solo lì può avere una realizzazione coerente”. Per quanto riguarda gli arredi, si è optato per una soluzione a ‘Km zero’, riutilizzando parte degli scarti quotidiani di produzione del Poligrafico (legno, cellulosa, carte e alluminio); gli altri sono riutilizzati in combinazione con le fonti rinnovabili (da quelle consolidate a quelle sperimentali), in un’ottica di innovazione e gradualità cronologica dell'intervento. “Spero che la nostra visione possa ispirare amministrazioni e associazioni: ci sono tante potenzialità nel nostro territorio. Foggia, il territorio della daunia e il Tavoliere hanno una bellezza e unicità che va riscoperta e valorizzata, non stravolta. E’ il nostro modo di affrontare la progettazione”.

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