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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia Apricena

Da cave di pietra a mega parco culturale, di sport e svago: ecco il progetto dell'architetto Alessio Scarale

Apricena, P.A.C.P.A. dell'architetto di Lucera è risultato vincitore del premio 'Eco_Luoghi 2017/2018' promosso dal Ministero dell’Ambiente-della Tutela del Territorio e del Mare, nella linea progettuale “rigenerazione”, categoria ‘senior’

Le cave di Apricena diventano un grande Parco culturale. Avviene nel progetto di Studioassaus dell’architetto lucerino Alessio Scarale che, con il suo "P.A.C.P.A - Rigenerazione dell'Area delle Cave di Pietra di Apricena”, è risultato vincitore del premio 'Eco_Luoghi 2017/2018' promosso dal Ministero dell’Ambiente-della Tutela del Territorio e del Mare, nella linea progettuale “rigenerazione”, categoria ‘senior’. Domani, 25 ottobre, la premiazione alla presenza del sottosegretario all'Ambiente, Salvatore Ficillo.

Cos'è Eco_Luoghi

È un premio destinato a ingegneri ed architetti, con cadenza biennale, e si inserisce in due campi: Case per Abitare sostenibile e Progetti di rigenerazione urbana e territoriale. Per ciò che riguarda il secondo, si chiedeva di “predisporre progetti nell'ambito della riqualificazione architettonica e funzionale di spazi urbani o di recupero di aree industriali e territoriali dismesse, abbandonate e comunque da riconvertire o riqualificare”, facendo “ricorso alle tecnologie della sostenibilità e del risparmio energetico” e “contribuendo alla riduzione del consumo di suolo”. I progetti, inoltre, avrebbero dovuto tenere conto delle “valenze e delle caratteristiche dell’ambiente territoriale e paesaggistico a cui sono riferiti”. Il bando di concorso è stato emanato a settembre 2017. La giuria, altamente qualificata, si è espressa il 31 gennaio 2018. A febbraio la proclamazione dei vincitori, lo scorso settembre, invece, la presentazione pubblica dei progetti, in mostra fino a domani, a Roma.

Il Parco culturare delle Cave di Apricena

Il P.A.C.P.A. punta alla riqualificazione e valorizzazione di una delle aree più straordinarie dal punto di vista paesaggistico, che si estende su una superficie di 800 ettari; è il terzo polo marmifero d’Italia e alcune testimonianze storiche risalenti all’età del Bronzo fino all’età romana ne fanno un importante sito archeologico (è lì allocato il sito Pirro Nord). E’ in questo scenario che si inserisce il Parco culturale che, a differenza dei progetti di semplice bonifica ambientale e riqualificazione paesaggistica di cave dismesse, tende a far convivere l'aspetto economico-produttivo dell'area, che per buona parte continuerà a funzionare per le attività di estrazione e lavorazione, con quello della valorizzazione e della fruizione ai fini culturali e turistici.

Cosa prevede il progetto

Nello specifico, prevede il recupero e la riqualificazione/rigenerazione di aree e edifici abbandonati o dismessi per la creazione di nuovi attrattori culturali e, in particolare, il riuso di alcune cave inattive o in corso di dismissione definitiva da adibire a nuove funzioni pubbliche, che vanno da quella artistica ed espositiva a quella sportiva, da quella didattica e esperenziale a quella scientifica, da quella ricreativa all'intrattenimento e allo spettacolo.

Situato in prossimità di uno snodo importante che costituisce uno degli ingressi principali all'area delle cave, il progetto riutilizza il vuoto di circa 10 m di profondità scaturito dai lavori di scopertura del terreno e dal saggio per l'apertura della cava, che si è poi rivelato infruttuoso e per tale ragione abbandonato. Con un'operazione simile a quella di rimarginazione di una ferita, il progetto s'inserisce in maniera non invasiva nell'ambiente circostante disponendosi “a ponte” tra due bordi paralleli della fossa, in direzione Nord-Sud, con il livello di copertura posto a filo terreno e il corpo dell'edificio ad un solo piano, contenente le varie funzioni di Centro Visitatori, ad una quota inferiore, come sospeso nel grande vuoto della cava.

Esso si articola in nove singoli progetti che ospitano le diverse funzioni, collegati e tenuti insieme mediante numerosi percorsi di visita differenziati (carrabili - ciclabili - pedonali),  che spesso ricalcano antichi tracciati e percorsi storici e che compongono uno specifico piano di mobilità sostenibile, lungo i quali sono previste numerose aree di sosta attrezzate; a questi si affianca, per la composizione dell'intera rete, il piano di recupero dell'architettura rurale storica e degli edifici di valenza culturale presenti all'interno della superficie del PACPApricena, con la costruzione di un museo/laboratorio paleontologico.

Infine, si prevede il riuso di una porzione di ferrovia dismessa della Linea Adriatica, con l'inserimento di una pista ciclabile e il recupero della ex stazione di Apricena, nonché la realizzazione di un tratto della Ciclovia Adriatica che secondo il tracciato ufficiale attraversa, in variante interna, proprio l'area delle cave di pietra.

Il responso della giuria

“Si è rivelato ancora una volta un confronto di grande utilità per misurare il grado di consapevolezza raggiunto nella ricerca progettuale sul ruolo strategico che i temi ambientali possono e debbono assumere per la costruzione di un abitare sostenibile nel delicato, prezioso e fragile territorio italiano” scrive la giuria nelle motivazioni del premio. “Al centro delle scelte appare determinante la capacità di alimentare i processi di coevoluzione tra natura ed artificio, da generare anche con la creazione di inedite componenti polimateriche dei territori, dove sia la produzione di nuovi manufatti sia l’intervento sull’esistente – come in diverse proposte presentate – si misura con l’obiettivo di concorrere, in una ibridazione di vuoti e pieni, di costruzione e suolo, a generare un nuovo paesaggio, riqualificato”. (…) “Così il territorio si offre, rispondendo all’invito implicito dell’articolo 9 nostra Costituzione, nella indicazione della necessità di una sua tutela attiva, in quanto principale bene comune, quale strumento principale per mobilitare con inediti valori estetici, le diverse componenti naturali ed artificiali, generando (nella mobile attribuzione di senso con cui i cittadini lo possono riconoscere), un nuovo paesaggio della sostenibilità e dell’energia”.

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