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Ex cinema Ariston ridotto a una ‘piccionaia’: la Società Civile propone di trasformarlo in un coworking del terzo settore

Il comitato di cittadinanza attiva lancia l'idea di creare uno spazio civico condiviso tra le associazioni del territorio per strappare l'immobile al degrado

Trasformare l’ex cinema Ariston di Piazzale Vittorio Veneto a Foggia in un hub civico, un coworking del terzo settore al servizio dei cittadini: è l’idea lanciata dal comitato di cittadinanza attiva ‘La Società Civile’. Il progetto è già pronto e prevede uno sportello civico di supporto e di ascolto. La Società Civile parte da un presupposto: le associazioni di volontariato impegnate sul territorio sono tante, ognuna con le proprie finalità e competenze, e spesso il cittadino, pur potendo usufruire di una serie di servizi, non è a conoscenza di questa opportunità, perché manca un punto di riferimento che le aggreghi. Dal canto loro, le associazioni non hanno spazi adeguati dove confrontarsi e fare rete.

Cogliendo la palla al balzo dopo le dichiarazioni della commissaria straordinaria Marilisa Magno (“Le associazioni possono proporre attività, anche all’amministrazione comunale: proponete e fate delle azioni propositive”), il comitato di cittadinanza attiva si concentra su “uno dei simboli più importanti per la comunità foggiana”, oggi abbandonato al degrado, meglio, come la definisce, una “piccionaia”. Propone di creare uno spazio civico condiviso tra le associazioni del territorio. “La posizione strategica lo rende immediatamente fruibile anche per chi giunge dalla provincia – osserva La Società Civile – La rivalutazione della struttura porterebbe beneficio al quartiere e l’uso specifico alla comunità”.

L’attuale proprietario dell’immobile è Ferservizi Spa, gruppo Ferrovie dello Stato, che lo ha messo in vendita circa otto anni fa al prezzo base di 1 milione e 700mila euro. “Non sarebbe meglio – si domanda oggi la Società Civile - cederlo in locazione al Comune con canone agevolato? Non sarebbe utile restituirlo alla collettività per farne un hub civico per incontri pubblici e aperti alla collettività, lasciare che lo utilizzino le associazioni con un canone mensile accessibile a copertura delle spese gestionali? Non sarebbe utile proporre una collaborazione pubblico/privato per i primi interventi necessari al funzionamento, data l'alta visibilità della struttura?”.

Rfi, sempre Gruppo Ferrovie dello Stato, del resto, mette a disposizione delle comunità locali, in comodato d’uso gratuito, stazioni e immobili non più funzionali all’ordinaria attività ferroviaria per l’utilizzo a fini sociali, la riqualificazione del territorio e la creazione di valore condiviso. Toccherebbe al Comune, con il supporto della Provincia e della Regione, interloquire con Ferservizi, valutare i costi di rifunzionalizzazione del bene e catalizzare fondi, fino a indire una manifestazione di interesse per le associazioni. Le associazioni si impegnerebbero a predisporre un piano che comprenda l’elenco dei servizi offerti alla comunità, il calendario degli appuntamenti aperti alla cittadinanza, orari dello sportello unico, la disponibilità a erogare anche un forfait mensile per far fronte ai consumi e alle spese di gestione. Sarebbero disposte anche ad occuparsi di piccoli lavori edili, pulizia e sanificazione degli ambienti. “La comunità – scrive La Società Civile - otterrebbe il vantaggio maggiore: l'opportunità di fare rete e di farlo nel luogo simbolo della città”.

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