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Giovedì, 25 Aprile 2024

Pnrr allo sbaraglio, i Comuni rincorrono i bandi e manca una cabina di regia

Si procede in ordine sparso secondo la Cgil: “Non c’è una visione d’insieme dello sviluppo della Capitanata”. E se si costruiscono nuove strutture senza i fondi per il personale il rischio cattedrali nel deserto è dietro l’angolo

“Oggi stiamo assistendo all’annuncio pressoché quotidiano di progettualità che riguardano il nostro territorio senza il coinvolgimento delle comunità e degli attori sociali”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil di Foggia Maurizio Carmeno, in apertura dei lavori del convegno dal titolo ‘Pnrr, Fesr, Fsc: Quali prospettive per la Capitanata?’, ospitato il 5 aprile nell’auditorium della biblioteca provinciale ‘La Magna Capitana’ di Foggia e dedicato ai fondi strutturali europei e al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Le opportunità si leggono distintamente nelle cifre astronomiche, le criticità emergono gradualmente quando si passa dalla teoria alla pratica.

Manca una cabina di regia a livello provinciale per favorire un confronto e un raccordo tra le diverse progettualità del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza e stabilire le priorità. A livello regionale è stata appena istituita. “Dobbiamo cercare di mettere al centro le progettualità complessive e non le singole istanze – è il monito del leader della Cgil provinciale - Non c’è una visione d’insieme dello sviluppo della Capitanata”. Toccherebbe alla Provincia, secondo il sindacato, istituire la cabina di regia, ma “fino ad oggi rinunciato a questo ruolo”. Solleciterà l’ente di Palazzo Dogana, “se non lo farà metteremo noi assieme i diversi portatori di interessi e cercheremo di interloquire noi con i decisori”.

“Rischiamo di costruire cattedrali nel deserto”

È il segretario generale Maurizio Carmeno ad introdurre un altro tema cruciale: il Pnrr è “utilizzabile per la realizzazione di edifici, per le ristrutturazioni di immobili, per l’acquisto di tecnologie, ma non per l’assunzione di personale. Il rischio è che si realizzino contenitori vuoti”. Espliciterà ulteriormente il concetto Simona Venditti, assessore alle Politiche Sociali di San Severo, Comune capofila dell’Ambito Territoriale Alto Tavoliere: “Il problema non sono le risorse, ma quanto il Meridione è pronto alla spesa, quanto l’Italia è pronta ad intervenire in termini di riforme. Mancano le professionalità capaci di mettere a capitale l’investimento”. Il timore è che non si riescano ad attivare i servizi. Si rischiano “cattedrali nel deserto” e conviene con la Cgil: “Manca una governance”. Vale anche per la scuola, come evidenziato ai microfoni di FoggiaToday da Angelo Basta, segretario generale della Flc Cgil Foggia: “Possiamo intervenire solo sulle strutture”.

Sono emersi una serie di spunti interessanti, mescolati ad una pioggia di risorse da spendere velocemente. I relatori si rifanno anche all’articolata disamina del coordinatore dell’Area Interna Monti Dauni Raimondo Giallella che, in linea con lo spirito dell’iniziativa del sindacato, ha passato in rassegna criticità e potenzialità: “Siamo convinti che se Foggia riparte, la Capitanata può volare”, ha detto sentendo di interpretare anche il sentimento dei 29 sindaci che rappresenta. “Solo insieme si può uscire dalla situazione di marginalità in cui si trova la provincia di Foggia. Se le grosse città non ripartono noi continueremo a stentare”.

La burocrazia è tanta e senza personale si riducono i margini d’iniziativa: “Su 100 domande per gli asili nido – evidenzia – solo sei sono state presentate nel Mezzogiorno”, tanto per farsi un’idea. I numeri dell’ultima programmazione per quanto riguarda le aree interne parlano di 77 milioni investiti, di cui 45 sulla viabilità che “è migliorata molto”. I sindaci hanno messo giù un programma di dieci punti che hanno sottoposto al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e al vice presidente, Raffaele Piemontese, in cui hanno elencato alcune opere che considerano necessarie: invasi collinari, strade rurali, sicurezza ed elettrificazione nelle campagne, altri investimenti sulla viabilità, le scuole, le infrastrutture, un piano casa. “Vogliamo investire anche sulla cosiddetta transizione energetica - ha affermato Giallella - potremmo dire che già abbiamo dato, ma non ci tiriamo indietro. Però, non possiamo più consentire che i cittadini non ricavino nulla”. E se Pnrr sembra la sigla di un treno, come disse il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, a lui “sembra che stia per deragliare, noi invece lo vogliamo portare carico di investimenti”.  

“Siamo costretti a correre dietro al Pnrr”

Per quanto manchi ancora una visione sistemica, più marcata sui Monti Dauni, “si respira un’aria diversa, che va nella direzione di una convergenza tra i sindaci” anche sul Garano, e a constatarlo è il sindaco di San Nicandro Garganico, Matteo Vocale, che porta l’esperienza del Programma d’Area Integrato denominato Laghi Garganici. Il suo comune si colloca proprio in mezzo ai due laghi di Lesina e Varano. “Crediamo che attorno ai laghi si possa creare un sistema in grado di tenere botta”, dice a nome degli otto comuni. Hanno raccolto schede progettuali per 126 milioni di euro, tradotte in alcune misure del Pnrr. Mancano le figure professionali negli enti, le unità in pianta organica, e la coperta è sempre troppo corta. “Siamo costretti a correre dietro al Pnrr”, racconta Vocale. I tecnici non arrivano e sperano nel secondo concorso ministeriale, ma le indicazioni sono talvolta contrastanti come quella di prevederli nel quadro economico dei progetti.

La lista della spesa della dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Foggia, Marida Episcopo, è piuttosto lunga, e va dai beni immateriali come l’ascolto, le risposte, il coinvolgimento, a quelli materiali. Ci sono attività da implementare: la legalità, l’educazione digitale, le nuove educazioni, le life skills, le competenze di cittadinanza attiva. “Inutile dirlo, l’edilizia scolastica va implementata nonostante i miracoli degli amministratori locali. Perché, purtroppo, soprattutto nel Mezzogiorno, risentiamo di edifici poco attrattivi ma anche poco salutari”. E bisogna “sbattere i pugni sui tavoli”. Chiede maggiori servizi anche al territorio: “Abbiamo bisogno di molta assistenza per la disabilità”, solo per dirne uno. 

Il segretario generale Cgil Puglia richiama ciascuno alle proprie responsabilità, politica compresa senza escludere i presenti, perché “le scelte si fanno in via Gentile”. Le conclusioni saranno, invece, affidate a Riccardo Sanna, capo area del Dipartimento Politiche di Sviluppo della Cgil nazionale.

“Le imprese rischiano di non farcela”

Tranchant il presidente dell’Ance di Foggia, Ivano Chierici: “Io ho paura che il Pnrr non si faccia affatto, perché le imprese non ce la faranno con i prezzi se non adeguiamo i prezziari. Abbiamo serie difficoltà ad eseguire i lavori e nel caso una ditta fallisca è anche peggio”. Agli edili arrivano le telefonate dei Comuni per tutti i bandi andati deserti e senza un nuovo prezziario sarà difficile andare avanti. Il Consorzio di Bonifica della Capitanata, presieduto da Giuseppe De Filippo, porta in dote un altro sostanzioso pacchetto di progetti, per oltre 200 milioni di euro.

Il vice presidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, racconta di ricevere sindaci che non riescono a espletare le gare, perché i capitolati sono impostati su determinati prezzi e, considerati gli aumenti dovuti soprattutto ai costi dell’energia, se la gara perché non riesce a coprire i costi non partecipa nessuno. E così “il Comune ha i fondi ma non realizza l’opera”. Indugia sui 100 milioni di euro destinati alla provincia di Foggia per smantellare i ghetti, la metà dei fondi stanziati a livello nazionale per “trasformare quelle vergogne in luoghi in cui ci può essere manodopera legale”.

Tutti d’accordo sulla mancanza di una governance, compreso il consigliere regionale Paolo Campo: “L’assenza di una cabina di regia territoriale capace di fare sintesi delle progettualità puntuali rischia di impedirci l’elaborazione di un programma su cui sfidarci. Il Pnrr è certamente foriero di opportunità che sarà possibile cogliere solo se saremo capaci di essere tempestivi nella definizione degli obiettivi, altrimenti i fondi saranno destinati alle grandi centrali di spesa, come Anas o Rfi”.

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