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"Sarà durissima!" Ristoratori foggiani contrari al plexiglass: "Meglio non riaprire". Russo: "La tempesta deve ancora arrivare"

Il peggio deve ancora venire secondo lo chef Nicola Russo, presidente di categoria della Fipe Confcommercio."È la quiete prima della tempesta". E per ora tutto tace, solo tanta confusione

"Noi proponiamo all'avventore un'esperienza gastronomica sensoriale. Siamo contrari ai separatori di plexiglass, addirittura c'è chi pensa proprio di non riaprire a queste condizioni, perché già dobbiamo capire quanti posti si perderanno con le regole restrittive e con il distanziamento". 

Nicola Russo, presidente Fipe (Pubblici Esercizi) Confcommercio settore ristoranti della provincia di Foggia, parla a nome di tanti suoi colleghi che hanno la stessa concezione della ristorazione.

È una filosofia che non può prescindere nemmeno dal concetto di convivialità. È infastidito dalle insistenti proposte commerciali delle aziende che stanno inondando le caselle di posta elettronica di cataloghi di barriere da installare sui tavoli. I pannelli anti-contagio sarebbero consigliati anche dagli esperti che hanno redatto 'Il manuale della sicurezza', documento scientifico stilato da docenti delle università pugliesi, base di partenza per compilare un protocollo operativo, sulla scorta di quello sottoscritto per il comparto benessere. "C'è molta confusione e poca chiarezza. E assistiamo a una classica anomalia all'italiana: non c'è ancora nulla di certo sulle distanze e sulle separazioni ma ci sono già una miriade di aziende pronte a fornire questi separatori".

Ma se fosse addirittura obbligatorio, i ristoratori non sarebbero disposti a fare questo investimento e "bisognerebbe ripensare tutto".

In attesa delle linee guida, il bailamme delle cifre disorienta i ristoratori. "Per quanto possa essere concepibile una distanza tra i tavoli all'interno della sala che attualmente esiste, c'è chi dice che dovrà essere di un metro, chi di 1,80, chi addirittura 2 metri, le ultime notizie parlavano di quattro metri quadrati per cliente. Quando arriva una coppia, non possiamo sapere se costituisce un nucleo familiare, se è un pranzo o una cena di lavoro, non possiamo fare gli interrogatori ai clienti".

Chef rinomato, ambasciatore della cucina terrazzana, Nicola Russo è titolare del ristorante 'Al primo piano' di Foggia, anche bar bistrot, e lui stesso si è attivato per il take away e la consegna a domicilio, e per la ripresa finora si è limitato a una sanificazione certificata e ad intensificare i regolamenti Haccp (gli standard igienico-sanitari per la sicurezza alimentare) già vigenti, oltre a munirsi di mascherine, e igienizzanti sul banco. "È ancora tutto aleatorio. Per non parlare del fatto che stiamo attendendo ardentemente i regolamenti per quanto riguarda la banchettistica, non intesa come feste a buffet ma come party familiari, matrimoni, cerimonie".

"Sapevamo benissimo che la ripartenza non sarebbe stata facile - prosegue - però allo stato attuale non si sta facendo nulla per agevolarci. I comuni propongono di dare spazio in più ai ristoratori all'esterno però non si concretizza, lo stesso dicasi per la tassa di occupazione del suolo pubblico. Tutto tace".

All'orizzonte vede "una ripartenza in salita" che riassume in una parola: reset. "Il problema è che nel momento in cui si deve ripartire da zero si dovrebbe pensare a una pace fiscale reale, a una rinegoziazione degli stipendi dei lavoratori, a una diminuzione dei prezzi per invogliare la clientela che purtroppo non avrà soldi in abbondanza da spendere. Qui c'è stato uno scombussolamento generale, noi ancora non ce ne stiamo rendendo conto. Siamo ancora tutti anestetizzati dal passaggio all'estate e alle temperature che stanno salendo, per due mesi e mezzo non si è fatto nulla, abbiamo oziato davanti alla televisione, la gente è ancora dopata come quando vieni travolta da una marea di pugni e schiaffi senza rendersene conto. Il problema è quando rinsavirà, quando si prenderà coscienza che i soldi sono finiti, che la cassa integrazione ancora non arriva, che ci sono le bollette arretrate, che i proprietari di casa inizieranno a volere i fitti, inizieranno a fare multe perché il tavolo era a 1,70 anziché 2 metri, quando i clienti inizieranno a dire che nel tuo locale hanno preso il Covid e ti denunceranno perché vorranno essere risarciti dalle assicurazioni. Allora saranno guai".

Secondo Nicola Russo, il peggio deve ancora venire: "Ora tutto tace, tutto è fermo, non voglio fare una lettura catastrofica, penso sia solo la quieta prima della tempesta".

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